Su internet i tassi di bocciatura e le presenze dei professori
Scuola. Possibile l'iscrizione via web
ROMA Undicimila istituti, due milioni di famiglie, otto milioni dì studenti. Sono i destinatari dell'operazione «Scuola in chiaro» che il ministero dell'Istruzione ha presentato a fine dicembre e avviato ufficialmente ieri per offrire via web una serie di servizi a genitori e allievi. Non solo informativi visto che sarà possibile effettuare direttamente on line le iscrizioni. Collegandosi al sito del Miur (www.miur.it) le famiglie possono sapere dov'è la scuola più vicina, scoprire quanti studenti ha e quali sono i tassi promozione/bocciatura, conoscere numero e presenze dei docenti, capire come vengono investite le risorse, avere ragguagli sulle dotazioni infrastrutturali e informatiche. Una volta individuato l'istituto più adatto si potrà anche effettuare, entro il 2o febbraio, l'iscrizione al prossimo armo scolastico. In alternativa ai canali tradizionali di presentazione delle domande che resteranno comunque in vita. Toccherà poi alle singole scuole implementare le altre prestazioni fruibili in rete: dai certificati alle comunicazioni delle assenze settimanali, dalle richiesta di colloqui alla consultazione delle pagelle. Nel descrivere il senso dell'iniziativa, il ministro Francesco Profumo ha insistito sull'incremento di «trasparenza» che ne deriverà: «"Scuola in chiaro" rappresenta il primo passo verso un'amministrazione più moderna e trasparente che, attraverso la rete internet, mette a disposizione dei cittadini tutte le informazioni necessarie, per accedere ai servizi e scegliere con consapevolezza dove iscrivere i propri figli. Questo strumento -ha aggiunto rappresenta anche un'occasione per le istituzioni scolastiche del Paese, che potranno fornire tutti i dati in proprio possesso sull'offerta didattica e la qualità degli istituti, con r auspicio che il confronto reciproco inneschi meccanismi di miglioramento dell'intero sistema scolastico». Sempre in tema di istruzione vanno registrati i pensieri del sottosegretario Marco Rossi Doría che, sul suo blog, ha auspicato di ridurre di un anno i percorsi formativi «in modo che, dalla prima elementare al diploma, durino in tutto non oltre iz anni». Il fine, ha spiegato, è «far coincidere la maggiore età e la fine della scuola, come nei grandi Paesi europei, in Usa, in India, Cina e Brasile». Fredde le reazioni dei sindacati a quella che per ora è solo un'idea. Per Mimmo Pantaleo (Re Cgil) «non si possono anticipare decisioni, come quella della durata complessiva di 12 anni del ciclo di studi, che non sarebbe praticabile senza la cancellazione delle riforme Gelmini e comporterebbe ulteriori tagli dí personale». «Su temi come i percorsi di studio non si può improvvisare, né ripescare proposte che già hanno mostrato tutti i loro limiti», gli ha fatto eco Francesco Scrima (Cisl).