Studenti in piazza. Manifestazioni in molte città
A Torino lancio di uova, cinque contusi e 15 fermi. Cariche della polizia a Roma. Il ministro: «Il dissenso più forte quando non accompagnato a violenza»
di Luciana Cimino Roma
Un unico, grande, corteo ieri ha attraversato tutta Italia, con forti momenti di tensione. In contemporanea da Roma a Torino, da Palermo a Milano, da Napoli a Bergamo gli studenti medi sono scesi per strada. Il nuovo anno scolastico si apre con una protesta che ha più parole d'ordine. Non solo i tagli alla scuola pubblica, o quel che ne resta di essa dopo la cura Gelmini, ma anche lo spread, la politica economica del Governo Monti, l'austerità. Tutto ciò che, secondo gli studenti, impedisce loro di sognare un futuro mentre si ritrovano a vivere un presente che mortifica l'istruzione e impedisce il lavoro. E non mancano attacchi alla «casta» (Palermo) e contro le banche (Milano). A fine giornata però si contano i contusi, a decine tra studenti e militari, negli scontri con la polizia. Ovunque la repressione delle forze dell'ordine è stata decisa. Partendo da Torino, dove il corteo su via XX Settembre dopo aver bruciato le effigi di Monti, dei ministri Fornero e Profumo, del governatore Cota e del sindaco Fassino, si è trasformato in lanci di uova e vernice e dove alla fine almeno 2 poliziotti e 5 ragazzi sono rimasti feriti (per uno è stata necessaria l'ambulanza) e 15 gli identificati dalle forze dell'ordine. Tra questi, 5 sono stati denunciati per reati che vanno, a vario titolo, dalla resistenza alla violenza alle lesioni a pubblico ufficiale e al porto di oggetti atti a offendere. A Roma la manifestazione era iniziata pacificamente aperta dallo striscione «Contro crisi e austerità riprendiamoci scuola e città». Cinquemila studenti provenienti, tra gli altri, dai Licei Visconti, Virgilio e Cavour, destinazione: il Ministero della Istruzione Pubblica di viale Trastevere. Ma a pochi metri dall'arrivo, su via Portuense, il corteo prova a deviare il percorso e si accende la tensione con le forze dell'ordine. Alcuni ragazzi hanno denunciato di essere stati trascinati terra per alcuni metri, picchiati, bloccati con ginocchia sulla nuca e minacciati con un manganello puntato alla gola. Altri, tra cui un passante, hanno riportato le ferite dovute alle manganellate mentre una cronista di Mediaset è stata contestata. Altri 5mila studenti a Palermo, dove si è tenuta una delle più grandi manifestazioni studentesche nella storia recente della città. Anche qui striscioni contro l'austerity ma gli studenti hanno voluto concludere la mobilitazione con un gesto eclatante: centinaia di tessere elettorali sono state date alle fiamme di fronte al palazzo della Presidenza della Regione Sicilia al coro di «Nessuna fiducia nella casta». A Napoli lancio di uova contro la sede della Provincia e contro una filiale della Banca Nazionale del Lavoro. Poi lanci di petardi. Lo stesso a Bologna, dove un corteo di circa un migliaio di persone ha sfilato nel centro della città. In tutte Italia i temi portati in piazza erano gli stessi: i tagli alla scuola e il tentativo di privatizzarla, il caro libri, la cattiva politica, le misure di austerity. «La nostra generazione manifesta contro questo governo e contro l'Unione Europea, che assieme privano milioni di giovani del diritto all'istruzione, al lavoro e al futuro» hanno detto i leader dei comitati studenteschi. I cortei sono stati organizzati dalla rete «Occupy», e sono stati rilanciati network delle lotte studentesche StudAut. Non c'erano gli studenti dell'Udu (Unione degli studenti) che però, per bocca del coordinatore nazionale Roberto Campanelli, commentano «la risposta delle forze dell'ordine di oggi è stata violenta e spropositata, non si possono trattare le proteste come questioni di ordine pubblico, chi governa ha il dovere di ascoltare». L'Udu prepara un'altra grande manifestazione studentesca per il prossimo 12 ottobre, «a noi non interessa fare scontri ma mettere al centro il tema della scuola, se ci sarà, come nel caso di oggi, una gestione dell'ordine pubblico sbagliato, la responsabilità non sarà di chi scende in piazza». Sel (con Niki Vendola che twitta «Mai possibile che ogni volta che i giovani chiedono una scuola per il loro futuro si risponda solo con atti di ordine pubblico?»), l'Idv, Rifondazione ma anche Fli si schierano con gli studenti. Il ministro dell'Istruzione Francesco Profumo ha condannato invece le violenze dicendosi comunque sempre disponibile al confronto con i ragazzi: «Le posizioni di chi manifesta il proprio dissenso sono tanto più forti quando non si accompagnano a gesti di violenza contro cose e persone, ma invece sono capaci di concretizzarsi in una proposta». Anche per Francesca Puglisi, responsabile scuola del partito Democratico, «è stato sbagliato usare la violenza», ma la deputata Pd sottolinea anche «il disagio nella scuola è reale, la protesta degli studenti va ascoltata e senza paternalismi vanno date risposte concrete. È doveroso risparmiare in altri settori della spesa statale per tornare a finanziare scuola e diritto allo studio». «Bisogna sapere che questo è un paese che non sta offrendo ai giovani una prospettiva e questo ovviamente se non viene affrontato dando risposte può creare dei problemi», ha commentato Susanna Camusso, mentre la Cgil prepara lo sciopero generale della scuola del 12 ottobre.