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Studenti e prof all’attacco, pronti allo sciopero

Autunno caldo? Di certo il mondo della scuola e dell’università è in agitazione

05/10/2012
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Pubblico giornale

 

Autunno caldo? Di certo il mondo della scuola e dell’università è in agitazione. A cominciare dal Movimento Studentesco Nazionale, che ha dato il via alla stagione di protesta al grido di «Nemici dell’Italia giù le maschere». Ce l’hanno con il governo Monti e con la finanza globale, e spiegano: «Ci hanno bombardato di parole come Bot, Spread, Btp; hanno cercato di convincerci che una politica di austerity fosse l’unica strada necessaria, ma nel contempo non hanno costruito nessuna strategia di sviluppo e addirittura c’è qualcuno che spinge verso un Monti Bis».

Ecco perché questa mattina il Movimento lancia «la campagna contro questa ideologia che tiene fuori la scuola, l’istruzione ed il sapere dai modelli di sviluppo, cercando di lanciare un segnale di speranza, opposta ai governi della paura che stanno tentando di bloccare le prospettive di questa generazione, disegnandoci come robot senza aspirazioni, senza sogni e senza storie positive da raccontare».

Gianfranco Manco, presidente del Movimento Studentesco Nazionale, assicura che la comunità studentesca italiana «è alternativa a questi signori che nascosti dietro le maschere della tecnica, tentano di uccidere la speranza di chi ancora ama questo Paese. Grideremo nelle scuole: ‘Nemici dell’Italia, giù le maschere».

Non solo: il prossimo 12 ottobre la scuola si fermerà. Lo sciopero è annunciato dalla FLC CGIL nazionale e riguarda gli istituti statali e non e la formazione professionale, coinvolgendo docenti, personale ATA, dirigenti

«Sono tante le cose che non vanno. Cose vecchie ormai incancrenite e cose nuove che peggiorano una situazione già precaria e difficile», denuncia il sindacato. I tagli ai finanziamenti prima di tutto. «Pensavamo di avere già dato, ma con la spending review vanno via altri 200 milioni di euro. Le politiche del lavoro e del personale. Con il passaggio ai ruoli ATA dei docenti inidonei per motivi di salute si producono quattro danni: agli stessi docenti messi a fare un lavoro che non conoscono, alle segreterie che si ritrovano private di personale competente, ai precari ATA che non avranno rinnovato il contratto per la riduzione di ulteriori 3.900 posti, alla scuola che sarà peggio organizzata».

C’è poi il tema delle retribuzioni. Il contratto «è bloccato, gli scatti di anzianità sono bloccati, le retribuzioni sono tra le più basse d’Europa. In più si chiede ai docenti di lavorare più ore senza compenso». L’edilizia scolastica, poi, completa il quadro, insieme all’«assenza di investimenti per le nuove tecnologie e per i laboratori, pure necessari e urgenti per mettere la didattica e il lavoro nelle scuole al passo coi tempi». Per non parlare del “concorsone”, «in questo momento è inutile e costoso».


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