Protestano i ragazzi delle scuole superiori con lo slogan "Si scrive scuola, si legge futuro". L'Uds: "Politica, non è più tempo di tergiversare". La Rete degli studenti medi: "Il provvedimento del governo è assolutamente insufficiente". A Roma blitz a Montecitorio. A Bologna flash mob in ricordo delle vittime di Lampedusa
ROMA - Da Milano a Palermo, da Venezia a Bari. In settanta città italiane gli studenti delle scuole superiori scendono in piazza per chiedere con forza che la scuola e l'istruzione tornino al centro del dibattito del Paese. "Si scrive scuola, si legge futuro" recita lo slogan che gli studenti hanno coniato per l'occasione. La mobilitazione, che ha il sostegno della Cgil e dell'Unione degli universitari, è stata promossa dall'Unione degli studenti e dalla Rete degli studenti medi.
"Anche quest'anno - si legge nel comunicato dell'Unione degli studenti -, in occasione della prima giornata di mobilitazione nazionale studentesca convocata dall'Unione degli studenti, le studentesse e gli studenti di tutta Italia si sono mobilitati organizzando oltre 80 cortei in tutta Italia. Ancora una volta siamo in piazza per gridare alla politica con forza che non c'è più tempo per tergiversare, vogliamo dettare le nostre priorità e vogliamo farlo adesso".
"In 5000 a Roma, 25000 a Napoli, 4000 a Bari, 5000 a Milano, 4500 a Torino, 1000 a Genova, diverse migliaia tra Cosenza, Trieste, Pisa, Siena, l'Aquila, Salerno, Caserta, Catania, Siracusa, Bologna: gli studenti - prosegue la nota dell'Unione degli studenti - hanno sfilato per le strade delle città per chiedere per chiedere una legge quadro sul diritto allo studio, per dire basta alla dequalificazione e all'assoggettamento ai mercati della scuola e dell'università pubblica, per chiedere un futuro libero da ricatti, per costruire una scuola e un'università diversa, pubblica e di qualità, ma soprattutto accessibile a tutti".
Le richieste degli studenti sono precise: "Vogliamo una legge nazionale sul diritto allo studio che garantisca a tutti la possibilità di frequentare la scuola", spiega invece Daniele Lanni, portavoce nazionale della Rete degli studenti medi, promotrice del Revolution camp di agosto. Il decreto-scuola, dall'ambizioso titolo "l'istruzione riparte", approvato lo scorso 9 settembre dal Consiglio dei ministri e adesso in Parlamento per la conversione in legge, "è assolutamente insufficiente", dice ancora Lanni. I 15 milioni stanziati in un primo momento "per garantire ai capaci e meritevoli ma privi di mezzi il raggiungimento dei più alti livelli di istruzione", si legge nella nota di Palazzo Chigi, andranno soltanto a coprire le spese di trasporto degli studenti delle scuole secondarie di primo e secondo grado e non verranno più assegnate in base al merito.
Le manifestazioni città per città - A Roma la giornata di mobilitazione studentesca inizia con un blitz sotto Montecitorio. Spiega, infatti, ancora Lanni: "Questa mattina abbiamo cominciato da Montecitorio per ricordare a tutti i parlamentari, che in questi giorni discuteranno di istruzione, che quando parlano di scuola, di università e di ricerca in realtà stanno parlando del futuro di migliaia di studenti e di tutto il paese. Oggi saremo in piazza - ha concluso- perché il futuro deve ripartire da noi. Si scrive scuola, si legge futuro". Il corteo, partito da piazza della Repubblica, terminerà in viale Pietro Gobetti.
A Milano centinaia di studenti si sono radunati in largo Cairoli per raggiungere la sede della Provincia di Milano e "denunciare lo stato spesso fatiscente di molti istituti scolastici". Lungo il tragitto uno spezzone punterà invece sulla sede della Regione Lombardia.
A Torino sono scesi in piazza accanto ai ragazzi anche un gruppo di cento rifugiati da alcuni mesi nelle palazzine ex Moi. Il corteo degli studenti si muove verso il centro per ricongiungersi con quello degli universitari partiti da Palazzo Nuovo. Tanti gli slogan ma nessun problema con le forze dell'ordine che seguono la manifestazione in tenuta antisommossa.
"Non c'è più tempo" è invece lo slogan scelto dagli studenti di Genova. Due i cortei nel capoluogo ligure l'uno partito da piazza Montano, a Samperidarena, l'altro da Caricamento: hanno raggiunto via Balbi diretti a Corvetto. Più di mille studenti marciano in città scandendo gli slogan della protesta: "Scuola in (s)vendita". Il traffico in centro è in tilt.
A Bologna, invece, il corteo ha raggiunto la Prefettura, per un flash mob in commemorazione delle vittime di Lampedusa: i ragazzi hanno gettato per terra dei vestiti. Poi davanti a San Petronio hanno osservato un minuto di silenzio.
A Firenze la manifestazione è partita da piazza San Marco e ha attraversato le vie del centro storico fino a piazza Santa Croce. Oltre trecento i ragazzi che protestano non solo contro i tagli ma anche per rivendicare edifici scolastici meno fatiscenti.
Momenti di tensione, invece, a Cagliari, dove i problemi della scuola sono passati in secondo piano davanti alle divisioni fra gli studenti che, arrivati davanti al Consiglio regionale e poi in piazza del Carmine, si sono spaccati in due gruppi. L'Unione degli studenti e un gruppo di manifestanti con lo striscione "Studenti sardi in rivolta" si sono reciprocamente insultati e il corteo si è risolto con due manifestazioni parallele, ma distanti sia fisicamente che nel merito delle questioni. I primi hanno lamentato "infiltrazioni di fascisti", mentre gli altri
hanno replicato "siamo tutti uguali".
Manifestazioni anche a Bari, dove circa duemila ragazzi sono partiti da piazza Umberto per raggiungere la Regione, a Reggio Calabria, dove gli sudenti si sono radunati in piazza De Nava, e Palermo.
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