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«Stop al taglio di prof e ore di studio»

Il Comitato in difesa della scuola pubblica: delegittimato il ruolo dell'insegnante

13/03/2011
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Libertà

La scuola pubblica rende liberi, rispetta le istituzioni, unisce culture, educa alla pace, garantisce il pluralismo, insegna la democrazia e coltiva il pensiero critico. In poche parole rappresenta un istituzione promotrice di valori che il Governo attuale continua ad umiliare e proprio per questo merita di essere difesa. Questo è il messaggio che il neonato Comitato per la scuola della Costituzione di Piacenza ha voluto trasmettere a tutti i piacentini ieri pomeriggio con il presidio pubblico organizzato in via XX Settembre, che ha raccolto oltre un centinaio di persone. Una mobilitazione nata nell'ambito della giornata nazionale in difesa di scuola e Costituzione e che ha raccolto diverse adesioni, a partire dai sindacati, alle associazioni professionali dei docenti, ad alcuni partiti (anche se la manifestazione si è svolta senza simboli politici), fino al comitato genitori "La Scuola è aperta a tutti" e a varie associazioni con in testa l'Anpi. Tutti in piazza con i tricolori e con grossi cartelli con il testo degli articoli 3 e 33 della Costituzione italiana che difendono la libertà di pensiero e tutelano ogni forma di istruzione. Cosa che invece il Governo Berlusconi, come hanno gridato ad alta voce i dimostranti, non ha minimamente rispettato ma al contrario ha contribuito pesantemente ad una grave regressione di tutto il sistema scolastico e culturale. Lo ha spiegato Manuela Calza di Flc - Cgil: «Oggi siamo qui, come nel resto del paese e da troppo tempo ormai, per difendere la conoscenza in generale e soprattutto la scuola pubblica, che è il luogo principale di insegnamento, di crescita individuale e di educazione al pensiero critico. Lo facciamo qui in piazza perché da qui si deve levare forte ed alto il nostro dissenso collettivo contro Silvio Berlusconi, che continua ad impoverire tutto il settore con tagli dei docenti e delle ore di studio, delegittimando di fatto il mestiere dell'insegnamento. Noi non vogliamo più questo, sogniamo un'istruzione pubblica che intende istruire sul serio le menti e che educhi all'uguaglianza ed alla meritocrazia». Come esempio morale, i membri del Comitato hanno distribuito ai passanti il discorso di Pietro Calamandrei pronunciato al 3° congresso in difesa della Scuola nazionale a Roma l'11 febbraio 1950, quando affermò che "lo Stato deve sorvegliare e regolare le scuole, le deve tenere nei loro limiti e deve riuscire a far meglio di loro. La scuola di Stato insomma deve essere una garanzia perché non scivoli in ciò che sarebbe la sua fine e cioè in una scuola di partito".
Gabriele Faravelli


 


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