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Stop ai compiti d’estate, da mamme e ragazzi coro di sì per il ministro

Dibattito aperto dopo l’intervista della Carrozza al Messaggero

25/07/2013
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Il Messaggero

ROMA I primi a brindare sono stati i ragazzi. Nei siti degli studenti è un coro di consensi al ministro dell’Istruzione Maria Chiara Carrozza, che ieri sul Messaggero ha spezzato una lancia contro le «tonnellate di versioni di latino o decine di problemi da risolvere» imposti agli alunni durante le vacanze estive. Ma i consensi degli studenti sono scontati, e il ministro ha chiarito invece subito di essere dalla parte della «lobby delle mamme» (lei stessa la chiama così). Anche se poi le famiglie, che pure soffrono l’ossessione dei compiti durante le vacanze, non sono per una loro abolizione senza altri cambiamenti. «Il ministro dice di alleggerire i compiti, non di abolirli – osserva Antonio Affinita, direttore generale del Moige, movimento italiano genitori - I compiti d’estate servono a mantenere allenata la mente. Un minimo di allenamento occorre sempre. Il problema sono le vacanze troppo lunghe». Un «piano di formazione per i docenti» viene chiesto da Davide Guarneri, presidente nazionale dell’Age, associazione italiana genitori: «D’accordo nel merito con Maria Chiara Carrozza. Però il problema è che quanti compiti dare agli alunni lo decidono gli insegnanti. I docenti devono lavorare sulla didattica, meno legata ai programmi e più capace di sviluppare anche competenze trasversali negli studenti. In questo modo pure una gita in montagna permette di imparare molto. E aiuterebbe a ridurre il bisogno di compiti estivi». Quindi: meno compiti, ma migliori. «È la qualità del compito che fa la differenza. Sono d’accordo con il ministro, purtroppo alle volte c’è un appesantimento inutile – osserva Francesca Berardinelli, dirigente dell’Istituto comprensivo Pescara 5 - Quello che occorre è saper dare compiti che siano significativi. Ma non possiamo farne a meno. Il ragazzo deve consolidare il lavoro fatto in classe». Ma, poi, quanti studenti fanno veramente i compiti d’estate? Solo uno su due, secondo una ricerca del pediatra Italo Farnetani, professore a contratto presso l’Università Milano-Bicocca. E il portale Skuola.net pubblica un sondaggio dal quale risulta che il 46% dei ragazzi dichiara preventivamente che non li farà, e che il 12% invece ci si dedicherà all’ultimo momento.
GLI ALTRI PAESI

I compiti durante l’estate non sono un tema controverso solo in Italia. In Francia se ne parla da tempo, e il presidente Francois Hollande dice che andrebbero aboliti. Negli Stati Uniti una ricerca della Johns Hopkins University di Baltimora ha riportato invece in auge la loro utilità. Il 66% dei docenti – sostiene lo studio – impiega a settembre tra le 3 o le 4 settimane di ripasso per riportare la classe ai livelli di prima. La conseguenza: le scuole statunitensi ora organizzano corsi estivi di allenamento per gli studenti, con i quali fanno fronte al «summer brain drain», la fuga estiva dei cervelli. Il New York Times, da parte sua, ha sbattuto in prima pagina la ricetta «matematica» del Gallaway District School del New Jersey: «Non più di dieci minuti al giorno per ogni anno di scuola che il bambino o ragazzo ha già frequentato». L’idea però lanciata sul Messaggero da Maria Chiara Carrozza è anche quella di un passo diverso. Il ministro suggerisce agli insegnanti di proporre per l’estate una lista di libri ai loro studenti, perché selezionino le loro letture: «Dobbiamo insegnare il valore della scelta». E su questo i genitori sono entusiasti. «La lettura va incentivata. Occorre un rapporto diverso tra scuole e biblioteche», sottolinea Guarneri. «La scarsa passione dei ragazzi per la lettura ci preoccupa e d’estate diventa più evidente» avverte Affinita. Anna Oliverio Ferraris, docente di psicologia dello sviluppo alla Sapienza di Roma, sostiene addirittura che l’estate «è sicuramente il periodo più adatto per stimolare i ragazzi alla lettura». Di diversa opinione Farnetani: «La lettura è una passione che va coltivata durante l'anno». Il docente di Milano difende il valore del relax: «Piuttosto che stare chino sui libri, è meglio che il ragazzo stia all'aria aperta, con gli amici, e dia spazio alla fantasia».
Alessia Camplone
 


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