Stipendi, la grande incertezza
Il Tesoro al lavoro sulla platea. Intanto i sindacati rivendicano il rinnovo del contratto. Detrazioni a scalare dai 25mila euro lordi. Forse 30mila.
Alessandra Ricciardi
La scuola, con il suo milione di dipendenti, è certamente il settore pubblico più interessato al piano da 10 miliardi di agevolazioni sui redditi da lavoro. Su cui però le incertezze abbondano: al Tesoro stanno ancora definendo la platea e la soglia da cui far partire la detrazione che consenta di avere mille euro netti in più l'anno: fissata a 25 mila euro (lordi) l'anno dal premier Matteo Renzi nel corso della conferenza stampa della scorsa settimana, potrebbe anche salire a 30 mila, con la detrazione a scalare inversamente proporzionale al reddito.
L'annuncio dell'agevolazione sui redditi medio-bassi è stata salutata con favore da tutti i sindacati della scuola. Che però hanno subito messo le mani avanti: non si tratta di aumenti che possono far passare nel dimenticatoio il rinnovo del contratto. Flc-Cgil, Cisl scuola, Uil scuola, Snals -Confsal e Gilda chiedono infatti che il contratto sia rinnovato, avendo chiare scadenze, risorse e criteri. Una partita, questa, che già nei prossimi giorni dovrebbe vedere un primo step con il recupero degli scatti di anzianità su cui l'Aran, l'agenzia governativa per la contrattazione nel pubblico impiego, dovrà avviare la trattativa con i sindacati. Il relativo decreto legge è infatti in fase di conversione alla camera, dove il sottosegretario all'istruzione, Gabriele Toccafondi, ha dichiarato di voler trovare una diversa copertura per il futuro: l'attuale, che prevede per le risorse mancati l'utilizzo del fondo per l'offerta formativa, non è più ritenuta percorribile. Da 1,3 miliardi di euro, nel giro di pochi anni il fondo del Mof si è quasi dimezzato. La partita più cospicua, e più delicata riguarda però il rinnovo delle retribuzioni base di tutta la scuola, compresa quella dei dirigenti. L'unica in grado di dare concretezza, dicono le sigle sindacali, a quell'annuncio di centralità dell'istruzione nell'agenda di governo che è diventato lo slogan di Renzi. La sola edilizia scolastica, pur fondamentale (anche su questo i sindacati sono concordi), non basta.
Il ministro dell'istruzione, Stefania Giannini, ha più volte avuto modo di dire che se l'anzianità di servizio, i cosiddetti scatti, deve avere il suo riconoscimento nel futuro contratto altrettanto deve averlo il merito. E che non ha senso scindere la valutazione dei prof dal rendimento degli alunni. Indicazioni chiare, che aprono a una stagione certamente impegnativa per il confronto nella scuola.