Spending review: bocciati tutti (o quasi) gli emendamenti sulla scuola
Neppure il Ministero dell'Istruzione sta sostenendo le richieste di modifica. Da alcune disposizioni deriveranno pochi risparmi ma molti disservizi. Pittoni (Lega): "Siamo pronti a ricorrere alla Corte Costituzionale"
R.P.
Niente da fare per le modifiche alle norme sulla spending review relative alla scuola richieste in queste settimane da più parti.
L’impressione è che, di fatto, gli emendamenti presentati non solo dall’opposizione (IdV e Lega) ma anche dal PD non sono stati sostenuti neppure dal Ministero dell’Istruzione.
In merito alla questione delle scuole situate in aree con lingue minoritarie il senatore della Lega Mario Pittoni annuncia che le regioni del nord (ma anche la Sardegna, colpita anch’essa dal provvedimento) si prepareranno da subito a “ricorrere alla Corte Costituzionale, forti del parere spuntato in commissione Cultura con l'osservazione che la legge n. 482 del 1999 sulle minoranze linguistiche non fa distinzione fra quelle di lingua madre straniera e le altre".
“Se è vero che il provvedimento del Governo riguarda in pratica solo la posizione di una quarantina di dirigenti scolastici distribuiti tra le Regioni Friuli-Venezia Giulia, Sardegna e Piemonte - sottolinea Pittoni - è altrettanto vero che esso rappresenta un precedente pericoloso e inaccettabile sia nella forma, che nella sostanza. Tanto che si è mosso pure il Senato accademico dell'università di Sassari segnalando, tra l'altro, che il decreto legge produce il paradosso che la minoranza catalana di Alghero rientrerebbe tra quelle da tutelare, a differenza di quella sarda”.
Per il resto, la sensazione è che né il Miur né il MEF siano ben consapevoli del reale impatto sulla scuola di alcune disposizioni.
Per esempio la bocciatura della proposta di modifica della norma che stabilisce che le ferie non godute non sono monetizzabili creerà di fatto l’impossibilità di gestire in modo efficace le supplenze brevi conferite dalle scuole: un precario a cui venga conferita una supplenza di un mese non potrà avere il compenso per le ferie non godute pur mantenendo il diritto a usufruirne (ma questo comporterà per le scuole problemi organizzativi e contabili pressoché impossibili da risolvere).
Restano anche i tagli del personale docente destinato alle scuole italiane all’estero.
Bocciati gli emendamenti sugli inidonei, salvo quello presentato dal senatore Antonio Rusconi che consente l’impiego degli inidonei anche in uffici di altre amministrazioni pubbliche.
E’ in sospeso invece il comma 17 sugli esuberi in quanto alcuni emendamenti ad esso relativi non sono stati esaminati e votati, ma - visto l’andamento del dibattito - è davvero molto improbabile che il Governo accolga proposte di modifica su questo punto.
Il fatto è che da alcune disposizioni deriveranno risparmi modesti (il costo di 2 ali di un F35, direbbero gli antimilitaristi) ma disservizi e difficoltà consistenti.
E' probabile che questa volta il Governo abbia davvero esagerato e che con l'avvio del nuovo anno ci si possa trovare di fronte ad una ondata di proteste molto simile a quella di 4 anni fa quando le scuole dovettero "digerire" il Piano programmatico di Tremonti.