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Spending, il bosone di Higgs non evita i tagli il 10% di risorse in meno ai suoi scopritori

A 24 ore dagli elogi di Napolitano ai nostri scienziati, il governo toglie 210 milioni agli enti di ricerca

08/07/2012
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la Repubblica

Elena Dusi

ISUCCESSI della ricerca scientifica “danno lustro all’Italia”. E il governo li “premia” con un colpo d’ascia da 210 milioni nei finanziamenti dei prossimi tre anni. Neanche 24 ore prima il Presidente Giorgio Napolitano aveva scritto la sua lettera di ringraziamento agli scienziati italiani coinvolti nella scoperta del bosone di Higgs. Ed ecco apparire ieri in Gazzetta Ufficiale la tabella con tutti i tagli che gli enti di ricerca italiani subiranno nella spending review. Il più penalizzato è proprio quell’Istituto nazionale di fisica nucleare (Infn) che coordina l’attività dell’Italia al Cern, il laboratorio europeo che mercoledì ha annunciato la scoperta dell’ultima particella elementare che ancora sfuggiva alle nostre osservazioni. Dal budget del 2012 dell’Infn verranno decurtati 9 milioni di euro su un totale di 241. Ma dall’anno prossimo il taglio arriverà a 24,3 milioni: un 10% cento che potrebbe portare alla chiusura di un terzo degli esperimenti e al licenziamento di circa 500 precari.
Gli istituti di ricerca coinvolti nel taglio dei fondi sono in tutto 22. La maggior parte fa capo al Ministero dell’Istruzione e della ricerca scientifica (Miur), che ogni anno finanzia la scienza svolta al di fuori degli atenei con 1,7 miliardi di euro. Gli enti perderanno 33,1 milioni nel 2012 e 88,4 sia nel 2013 che nel 2014, per un totale di 210 milioni. Per alcuni di essi, come l’Agenzia spaziale italiana, il ritocco è minimo (1 milione nel 2012, pari allo 0,56% dei fondi erogati dal Ministero). Ma per l’Infn si raggiungerà la percentuale record del 10% del budget. L’Istituto nazionale di ricerca per gli alimenti e la nutrizione (Inran) “è soppresso a decorrere dalla data di entrata in vigore del presente decreto”. I dipendenti verranno assorbiti dal Consiglio per la ricerca
in agricoltura (Cra), ente del Ministero per le politiche agricole. Le sue nuove funzioni e la sorte dei precari restano tutte da determinare. “L’Inran è un marchio che si occupa del made in Italy in
agricoltura. Perderlo avrà un impatto economico sul secondo comparto italiano in termini di fatturato” spiega il presidente Mario Colombo.
Il Consiglio nazionale delle ricerche
(Cnr), il maggiore ente pubblico di ricerca italiano, si vedrà tagliare 6 milioni di euro subito e 16 a partire dal 2013. La riduzione inciderà per il 3,2% sui suoi fondi annuali. “Un paese sbaglia
di grosso se pensa di poter trattare così la ricerca” dice il suo presidente Luigi Nicolais. “La scienza non è un settore della pubblica amministrazione. E’ la variabile che determina lo sviluppo futuro di un paese. Non è un costo, ma un investimento”. Luciano Maiani, che di Nicolais è stato il predecessore ed ha anche diretto il Cern, ribadisce: “Del bosone di Higgs abbiamo parlato per la sua importanza scientifica. Ma un’impresa di questa portata trascina dietro di sé uno sviluppo tecnologico enorme. E il nostro paese non
può permettersi di rinunciarvi. L’Italia contribuisce al 13% del budget annuale del Cern, ma le nostre industrie hanno ottenuto il 17% delle commesse per la costruzione dell’acceleratore di particelle Lhc”.
Per tutti i presidenti degli enti di ricerca gestiti dal Miur, l’appuntamento è ora il 12 luglio nella stanza del ministro Francesco Profumo. E che i tagli alla ricerca finiscano col prosciugare la ripresa è il timore condiviso anche da Alberto Silvestri, direttore generale dell’Istitito nazionale di ricerca metrologica (Inrim, meno 2,1 milioni in tre anni): “I precari da oggi non hanno più garanzie. Azzerando il ricambio generazionale, abbiamo sterilizzato ogni forma di sviluppo futuro. Stiamo ripetendo l’errore del primo governo d’unità d’Italia, che regalò il telegrafo di Marconi
all’Inghilterra”.
 


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