Sparito il raddoppio dei fondi per gli Its in legge di Bilancio
non c’è più traccia del raddoppio, più volte annunciato dal governo, dei fondi agli Its, gli Istituti tecnici superiori, le “super scuole” di tecnologia, post diploma, alternative all’università e partecipate dalle imprese.
di Claudio Tucci
Come nel gioco dell’oca si torna alla casella di partenza: nella legge di Bilancio, appena approdata alla Camera, non c’è più traccia del raddoppio, più volte annunciato dal governo, dei fondi agli Its, gli Istituti tecnici superiori, le “super scuole” di tecnologia, post diploma, alternative all’università e partecipate dalle imprese.
A saltare è anche la previsione di un nuovo pacchetto di semplificazioni, da attuare con un apposito Dpcm, per rilanciare definitivamente questi istituti, che hanno numeri ancora di nicchia (i frequentanti oscillano tra i 5-6mila ragazzi, in Germania nelle «Fachhochschulen», analoghi istituti di formazione terziaria professionalizzante, si specializzano più di 800mila studenti), ma funzionano piuttosto bene visto che oltre l’80% dei diplomati biennali ha un’occupazione, e nel 90% dei casi coerente con il titolo di specializzazione conseguito.
A sopravvivere invece è una sola disposizione, presente in manovra, che apre alle Fondazioni Its la possibilità di essere incluse tra i soggetti beneficiari di eventuali erogazioni liberali (finalizzate a innovazione tecnologia, edilizia scolastica e ampliamento offerta formativa) che sono detraibili al 19% per quanto riguarda le persone fisiche e deducibili ai fini Ires.
Il mancato stanziamento dei 13 milioni aggiuntivi (attualmente lo Stato versa la stessa cifra ogni anno) e il dietrofront sul nuovo pacchetto di semplificazioni a governance e regole contabili preoccupano il mondo delle imprese: «Gli Its sono, oggi, l’unico canale di formazione terziaria altamente professionalizzante e i profili che escono da queste super scuole sono molto richiesti dalle aziende - sottolinea il vice presidente di Confindustria per il Capitale umano, Giovanni Brugnoli -. Anche il salario di ingresso è di tutto rispetto. Certo, ci rendiamo conto delle difficoltà di bilancio. Mi auguro, tuttavia, che nel corso dell’iter parlamentare il governo riesca a trovare una soluzione».
Ma a far storcere il naso agli operatori c’è anche, e soprattutto, il passo indietro sul Dpcm “taglia burocrazia”: «Siamo disorientati - aggiunge Riccardo Rosi, vice direttore dell’Unione industriale di Torino e membro del locale Its areospazio-meccatronico -. Ogni giorno lavoriamo tra difficoltà e con una presenza eccessiva di vincoli pubblicistici, che rallentano le attività a favore dei ragazzi. Anche il ruolo dell’istituto scolastico capofila va rivisto. C’è bisogno di regole di funzionamento snelle e di una governance più semplifice».
«Gli Its sono centrali nella strategia di sviluppo dell’istruzione terziaria professionalizzante, anche in collegamento con Industria 4.0 - risponde Marco Leonardi, consigliere economico di palazzo Chigi -. Ci batteremo in Parlamento per recuperare i fondi necessari. Lavoreremo anche sulle semplificazioni. Vogliamo rilanciare, davvero, questo importante segmento formativo».