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“Sparisca per favore” bufera sui giudizi alle abilitazioni-truffa

Nuove accuse ai commissari: “ Offese gratuite”

05/03/2014
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la Repubblica

ROMA
— Quel carrozzone dell’abilitazione nazionale scientifica — la grande prova, 59 mila candidati, che sta scegliendo chi è meritevole di prendere una cattedra universitaria domani — snocciola un nuovo scandalo: i giudizi alla Bastianich. Così sono stati titolati nel mondo dell’architettura, alludendo alla perfidia gratuita di uno dei conduttori della trasmissione Masterchef, i pareri della commissione “Progettazione architettonica”. I giudizi accademici, però, non fanno audience e umiliano candidati (anche sessantenni) che l’architettura vorrebbero insegnarla in facoltà.
I verbali dei cinque commissari di Progettazione, oltre a zoppicare in italiano, regalano considerazioni maligne, incisi grevi, battute sarcastiche. Non si era mai visto in un bando universitario. Gli autori dei siluri da bando sono docenti della Seconda università di Napoli, curatori del Museo Maxxi di Roma, presidi della facoltà di Architettura di Valle Giulia, ordinari della scuola politecnica di Losanna, architetti associati abituati a lavorare nel Nord Europa. Docenti qualificati, ecco. Magari, in alcuni casi, presupponenti, esteticamente naive, forse frustrati. Tutti insieme si sono divertiti — è tutto pubblico, archivio Cineca — a scrivere commenti di questo tipo: «La
candidata non è scema, ha dimestichezza con la scena internazionale e rivela curiosità». Sì, «non è scema». Ancora: «Le pubblicazioni ci offrono la possibilità di avvicinarci alla produzione progettuale del candidato (e non è una bella esperienza)... Indimenticabili i testi di Molinari e Garofalo sulle opere di Saito. Sparisca per favore». Scritto di pugno da un commissario. Diffuse le ironie. «Con il dovuto terrore per una posizione davvero poco interessata a ciò che accade attorno all’architettura il candidato è abilitabile ». Poi: «Le pubblicazioni sono interessanti e pericolose al tempo stesso soprattutto se le si pensa in mano a studenti in formazione ». Sono un po’ più di studenti, in verità, i candidati che la commissione si è trovata davanti, eppure scrivono di loro: «Candidato in via di formazione (si spera). Abilitazione: no». Oppure: «È ricercatore dal 2011 alla Sapienza. I suoi interessi variano (sbandano?) tra l’architettura romana tra le due guerre, la pianificazione e il patrimonio».
Alcuni giudizi sono freddure. «Le pubblicazioni vertono in gran parte sull’argomento (non solidissimo dal punto di vista scholarly) della tesi di dottorato e sulle sue derivazioni, vale a dire “la linea di terra” (anche se non stiamo parlando di sicurezza negli impianti elettrici)». Nei verbali ci sono diverse considerazioni non richieste sull’anima dei candidati: «Ha una specializzazione molto settoriale, che sembra una sorta di condanna ad esercitare un credo a tutti i costi». E critiche esplicite al malcostume universitario: «Molte pubblicazioni sono raccolte di lavori didattici degli studenti pubblicati con contributo dell’università. Ma com’è possibile che in un paese così “povero” ci siano a disposizione nelle facoltà tanti soldi per pubblicare lavori di studenti e qualsiasi altra cosa venga in mente a un docente? Non abilitata». La commissione Masterchef ha attaccato, via concorso, anche colleghi più affermati: «Le pubblicazioni pullulano di detriti portoghesiani e subportoghesiani, la stessa candidata confessa la difficoltà di uscire dall’ombra del Maestro (cui concede la maiuscola!) ».
A “Progettazione architettonica” solo il venti per cento è stato abilitato. Sotto le forche caudine dei commissari battutisti sono caduti progettisti come Beccu e Raimondo autori dell’Auditorium di Firenze e del Museo dei Bronzi di Riace, poi Peluffo e Femia (Palazzo del cinema di Venezia), Alessandra Segantini (Uffici giudiziari di Venezia), Vincenzo Corvino (restauro del Pirellone di Milano). L’Associazione italiana di architettura e critica parla di una commissione sessista e maschilista, «che non rispetta la dignità delle persone giudicate e squalifica l’università italiana». Il professor Sergio Pace del Politecnico di Torino cita Bombolo e Cannavale. Una lettera plurifirmata chiede al ministro dell’Istruzione di fermare tutto


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