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Sole 24 ore-Università-Il docente trasversale

Il docente trasversale Protesta corporativa o difesa dei diritti? La sollevazione di una parte del mondo universitario contro il tentativo di Letizia Moratti di cambiare lo status dei professo...

30/01/2004
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Il Sole 24 Ore

Il docente trasversale
Protesta corporativa o difesa dei diritti? La sollevazione di una parte del mondo universitario contro il tentativo di Letizia Moratti di cambiare lo status dei professori era prevedibile. Il "partito trasversale" dei docenti si muove anche stavolta di fronte all'ennesimo tentativo di cambiare regole professionali che risalgono al 1980. Ogni proposta di modificare le norme - l'ultima, prima della Moratti, risale al ministro ds Luigi Berlinguer, ex rettore dell'ateneo di Siena - è stata affondata in Parlamento. Qualunque modello riformatore non è esente da difetti. Sorge però il fondato sospetto che la categoria degli interessati respinga gli schemi innovativi a prescindere dai contenuti. Trasformando la questione in una polemica puramente politica contro il ministro pro tempore. Il progetto Moratti sui professori universitari prevede il ritorno al concorso unico nazionale, dopo anni di gestione locale assai discutibile. Propone di legare una quota di retribuzione ad attività speciali svolte dal docente nell'ateneo, una sorta di "premio al merito". Rafforza il collegamento tra università e imprese e incentiva il ricorso a esperti provenienti dall'estero. Elimina inoltre la fascia dei ricercatori lasciando quelli attualmente in servizio in una specie di limbo. A questo proposito, sarebbe meglio garantire percorsi più certi. La sollevazione in atto si muove spesso con toni e accenti che fanno pensare più ai girotondi che non a critiche argomentate degne di illustri accademici. Lo schema di disegno di legge delega, non contrattato con la classe universitaria - come accadeva spesso in passato -, ha irritato una categoria abituata, forse troppo, a essere trattata con i guanti di velluto, senza peraltro dover rendere conto dei propri risultati se non attraverso meccanismi fittizi. Ed è noto all'interno del settore che la tanto decantata autonomia universitaria ha consentito anche di largheggiare fin troppo nelle spese di gestione. Le risorse certo non abbondano, ma quelle disponibili negli atenei sono state spesso usate con molta disinvoltura. Come ben sa il ministero dell'Economia.
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