Sole 24 ore-"Si torna al vecchio doposcuola"
"Si torna al vecchio doposcuola" Per i sindacati è allarme rosso. "Lo schema di decreto - avverte Enrico Panini, responsabile scuola della Cgil - sopprime di fatto il tempo pieno perché non p...
"Si torna al vecchio doposcuola"
Per i sindacati è allarme rosso. "Lo schema di decreto - avverte Enrico Panini, responsabile scuola della Cgil - sopprime di fatto il tempo pieno perché non prevede l'organico necessario a realizzarlo". I motivi del no. L'opinione espressa da Panini è condivisa da tutte le organizzazioni sindacali; le misure adottate dal ministro Moratti, sostengono in coro i confederali e gli autonomi, rappresentano un salto all'indietro di 50 anni, perché cancellano la funzione didattica del tempo pieno - che era considerato tempo scuola a tutti gli effetti e costituiva anche un laboratorio didattico flessibile - e lo riducono a un mero contenitore come il vecchio doposcuola. L'accusa delle sigle è che mentre ci sono assicurazioni verbali sul mantenimento del tempo pieno mancano completamente note scritte. "Bisogna uscire dagli equivoci - dice Massimo Di Menna della Uil - perché il ministro afferma in Parlamento che il decreto non cambia nulla, ma c'è il sospetto che si voglia cancellare il tempo pieno come modello formativo. Il testo contempla infatti 30 ore settimanali a cui se ne possono aggiungere 10 di mensa con presenza degli insegnanti, ma è impensabile che ci siano due ore al giorno di mensa e che, addirittura, gli insegnanti le utilizzino per fare lezione". "Nei suoi tratti pedagogico-organizzativi - fa eco la Cisl - il tempo pieno diventerà un ricordo del passato". Rischio esodo. Abolito l'articolo 130 del Testo unico dell'istruzione, il tempo pieno secondo la Cisl può continuare a esistere solo se "l'autonomia delle istituzioni scolastiche e le disponibilità di organico a esse affidate permettono di mantenere, almeno a livello sperimentale, quanto da più di 30 anni appartiene al nostro sistema scolastico". I soldi nelle casse del l'autonomia, però, scarseggiano e i Cobas, inoltre, mettono l'accento sui "30 milioni di euro di bonus annuali che lo Stato ha appena sbloccato per le famiglie che scelgono la scuola parificata". Un insieme di fattori che spingono i sindacati autonomi a pronosticare come prima conseguenza "un massiccio esodo verso la scuola privata, l'unica a poter garantire sicuramente il tempo pieno". Organici inadeguati. Sul fronte degli organici il quadro, secondo i sindacati, non sembra suggerire prospettive migliori. Non sono state ancora effettuate le 20mila assunzioni previste per il 2002, e altrettante rimangono bloccate per l'anno in corso. "Per gli insegnanti - spiega il responsabile scuola della Cisl Di Menna - il tempo pieno rappresenta un impegno gravoso ma stimolante dal punto di vista professionale, e di solito è considerato un'esperienza altamente positiva". Oltre che sul futuro del tempo pieno, però, molte incognite pesano anche sul ruolo che proprio gli insegnanti andranno a ricoprire. "Lo schema di decreto - avverte Panini - non prevede l'organico indispensabile per il tempo pieno, con la conseguenza che già lo scorso settembre ad alcune classi, nonostante la richiesta dei genitori, il tempo pieno non è stato riconosciuto perché mancavano gli insegnanti". Accanto ai docenti, lo schema di decreto legislativo prevede all'articolo 7 che "le istituzioni scolastiche stipulano, nei limiti delle risorse iscritte nei loro bilanci, contratti di prestazione d'opera con esperti, in possesso di titoli definiti con decreto del ministro dell'Istruzione di concerto con il ministro della Funzione pubblica". Questi contratti, spiegano al ministero, sono previsti per "assolvere, nell'ambito del curriculum opzionale, a offerte formative di natura specifica non riconducibile al profilo professionale dei docenti". Nella lettura dei sindacati ciò significa che per poter svolgere le attività pomeridiane le scuole devono far ricorso a personale esterno pagato con risorse proprie.
Lunedì 10 Novembre