sole 24 ore - Scuola, la riforma gioca d'anticipo
ministro Moratti - Alla formazione professionale pari dignità con i licei Scuola, la riforma gioca d'anticipo Alle elementari già prima dei sei anni - Dopo le medie ci saranno otto indirizzi a d...
ministro Moratti - Alla formazione professionale pari dignità con i licei
Scuola, la riforma gioca d'anticipo
Alle elementari già prima dei sei anni - Dopo le medie ci saranno otto indirizzi a disposizione
(NOSTRO SERVIZIO) ROMA - Il Governo dice sì alla riforma dei cicli. E Berlusconi annuncia: "Daremo più soldi ai docenti, in base al merito". Ieri il Consiglio dei ministri ha dato il via libera al disegno di legge delega che riforma la scuola pubblica. La proposta del ministro dell'Istruzione, Letizia Moratti, è stata approvata senza modifiche. Adesso la discussione si sposta in Parlamento, tra polemiche nella maggioranza, un'opposizione pronta a dare battaglia e i sindacati già sul piede di guerra. La scuola, ha detto il ministro dell'Istruzione nella conferenza stampa a Palazzo Chigi al termine del Consiglio dei ministri, sarà "più libera, flessibile, darà più opportunità a tutti i ragazzi di scegliere i percorsi più inerenti con le proprie vocazioni; sarà poi una scuola che valorizzerà la tradizione culturale del nostro Paese, ma anche una scuola proiettata sul futuro". Sicuramente, ha però precisato, sarà anche una scuola "più seria e più rigorosa". Vediamo come si sviluppa la nuova istruzione targata Moratti. La durata dei cicli scolastici rimane quella attuale: tre anni di materna, cinque per le elementari, tre per le medie, cinque per le superiori. Nasce però - ed è una delle vere novità - anche il canale dell'"istruzione e formazione professionale", alternativo a quello degli studi liceali e definito "di pari dignità". Il "secondo canale" dura almeno quattro anni e, con la frequenza di un anno integrativo e l'esame di Stato finale, consente l'accesso all'università. Torniamo all'inizio degli studi: con la riforma è possibile accedere prima ai corsi delle materne e delle elementari. Di norma, l'iscrizione rimane fissata rispettivamente a tre e sei anni di età. Ma nel prossimo anno scolastico potranno andare a scuola anche i bambini che faranno tre anni (e sei anni, per le elementari) entro il 28 febbraio 2003. Al ministero si sta studiando come fare per riaprire i termini delle iscrizioni, se la proposta sarà trasformata in legge. L'ulteriore anticipo dell'età di ingresso (per i bimbi che compiono 3 o 6 anni entro il 30 aprile dell'anno di riferimento) sarà deciso dopo una valutazione del primo anno di sperimentazione. Molte novità per le elementari e le medie. Obbligatoria una lingua straniera nella scuola primaria e due nel ciclo secondario. Scompare l'esame di quinta, rimane quello di terza media. Gli studi (fino alle superiori comprese) sono scanditi da bienni che, dalla media in poi, servono a valutare gli studenti: chi non ha raggiunto le condizioni per passare al biennio successivo, resta fermo un anno. La riforma prevede anche un potenziamento massiccio delle tecnologie informatiche. Finita la media, a 14 anni un ragazzo potrà scegliere tra otto diversi indirizzi di liceo (artistico, classico, economico, linguistico, scientifico, tecnologico, musicale e di scienze umane) o, in alternativa, optare per l'istruzione e la formazione professionale. "Sono comunque sempre garantiti i passaggi dall'uno all'altro canale" ha voluto assicurare Letizia Moratti. Un'altra innovazione di rilievo riguarda i cosiddetti periodi di alternanza "scuola-lavoro". In pratica, dopo i 15 anni, ogni studente (compresi i liceali) potrà svolgere un tirocinio presso un'impresa, un ente pubblico o no profit. Sono previste borse di studio e gli accordi con gli istituti saranno realizzati d'intesa con le associazioni imprenditoriali, l'amministrazione scolastica, i Comuni e le Province. La riforma Moratti introduce anche caratteri di "federalismo ". Alle Regioni, infatti, sarà assegnata una quota dei programmi di istruzione. La percentuale non è stata ancora definita e sarà fissata nella contrattazione con la Conferenza Stato-Regioni. Entro 90 giorni dall'approvazione della legge, il ministro dell'Istruzione presenterà un piano finanziario che descriverà dettagliatamente le voci di intervento e i costi relativi. Molti cambiamenti, infine, per i docenti. Viene unificata, innanzitutto, la formazione universitaria: necessaria la laurea quinquennale ("3+2"), più specializzazione e tirocinio, per insegnare dalle materne alle superiori. Sono previsti anche periodi di formazione e di aggiornamento dei docenti in servizio, per consentire agli insegnanti di ottenere nuove qualifiche e livelli professionali più elevati. Confermata, dunque, l'ipotesi di introdurre la "carriera". In questo senso, il presidente del Consiglio si è spinto anche oltre. Alla domanda se saranno previsti aumenti per i docenti con il prossimo contratto, già scaduto il 31 dicembre scorso, Berlusconi ha risposto: "Contiamo in uno sviluppo economico che ci consentirà di trovare le risorse necessarie, che destineremo ai docenti migliori in base alla carriera e al merito". Sarà una questione spinosa, sulla quale i sindacati certamente non staranno a guardare. Marco Ludovico