Sole 24 ore-Scuola, il premier media sui fondi
Scuola, il premier media sui fondi Il riordino dei cicli - Riunione con Moratti e Tremonti, poi Berlusconi assicura: "Sarà garantita la copertura" ROMA - Con la mediazione di Berlusconi, si ...
Scuola, il premier media sui fondi
Il riordino dei cicli - Riunione con Moratti e Tremonti, poi Berlusconi assicura: "Sarà garantita la copertura"
ROMA - Con la mediazione di Berlusconi, si sblocca l'iter della riforma della scuola. Ieri, infatti, è dovuto scendere in campo il presidente del Consiglio per risolvere l'ennesimo conflitto tra il ministro dell'Istruzione, Letizia Moratti, e il responsabile dell'Economia, Giulio Tremonti. Dopo l'intervento del premier, però, il Ddl dovrebbe avere il sì di Montecitorio: forse oggi o, molto più probabilmente, martedì prossimo. Il testo, poi, tornerà al Senato per l'approvazione definitiva, e dovrebbe trattarsi di un passaggio rapido. Per Letizia Moratti, dunque, l'ok al progetto di riordino dell'istruzione sembra più vicino. Ma ieri la tensione è salita alle stelle. Anche perchè, già nella tarda serata di martedì, Tremonti ha attaccato senza tregua quando ha visto che la riforma della scuola stava per superare il traguardo della Camera. I problemi di copertura finanziaria sono stati tirati nuovamente in ballo e a Montecitorio girava perfino la voce che Tremonti minacciasse le dimissioni. A quel punto, Berlusconi è dovuto correre ai ripari. E ieri, insieme al sottosegretario Gianni Letta, ha ricevuto Tremonti e Moratti a palazzo Grazioli. Altri due protagonisti di una vera e propria trattativa all'interno del Governo e della maggioranza sono stati il ragioniere generale dello Stato, Vittorio Grilli - che ha incontrato il ministro dell'Istruzione - e il presidente della commissione Bilancio di Montecitorio, Giancarlo Giorgetti (Lega). Alla fine è passata una soluzione che garantisce la "blindatura finanziaria" dell'attuazione della riforma Moratti (si veda l'articolo a fianco). In pratica, nessun decreto applicativo potrà essere approvato se non ci saranno i soldi per finanziarlo. Ieri l'assemblea di Montecitorio ha detto sì all'articolo 1 del testo, composto in tutto di sette articoli. Al dibattito è intervenuto il ministro dell'Istruzione, che ha rilanciato tutti i punti del suo progetto. Non vi è "nessuna riduzione di obbligo scolastico; il disegno di legge, al contrario, pone tra gli obiettivi prioritari il diritto-dovere all'istruzione e formazione per almeno 12 anni o fino al conseguimento di una qualifica". L'ingresso anticipato nella scuola dell'infanzia e in quella primaria, ha ricordato Moratti, "è un'opportunità offerta alle famiglie che decideranno liberamente se utilizzarla". La riforma, infine, prevede nuovi percorsi di formazione iniziale e in servizio per i docenti. Ma l'opposizione ha sparato a zero. Secondo Giovanna Grignaffini, capogruppo Ds in commissione Cultura, "la battaglia che da settimane l'opposizione sta conducendo mette in luce i limiti di questo provvedimento affrettato e con molte pecche". "In concreto, la copertura finanziaria non c'è. I fatti dicono che questa è solo una legge di bandiera, sbagliata e soprattutto senza soldi" afferma Giovanni Manzini, responsabile scuola della Margherita. Da notare, poi, la particolare proposta della leghista Giovanna Bianchi Clerici, secondo la quale "servono più insegnanti maschi, soprattutto dopo le medie". Troppe donne insegnanti possono costituire "un handicap nei processi educativi e di maturazione degli adolescenti, soprattutto maschi, a cui vengono a mancare modelli di riferimento e di imitazione necessari nella loro crescita". In tema di insegnanti va registrata anche la trattativa in corso al ministero dell'Istruzione per la revisione degli organici. Riduzione di cattedre più consistente nelle scuole superiori ed elementari, ma nessun taglio di posti nelle materne: sarebbero queste le indicazioni emerse in un incontro svoltosi ieri tra sindacati e responsabili del ministero dell'Istruzione. Un confronto che deve attuare le indicazioni delle ultime manovre finanziarie e che prevede un taglio pari a 12.500 posti a partire dal prossimo settembre. Letizia Moratti ha già dichiarato di aver ridotto le cattedre di 8mila500 posti nel 2002. I tagli agli organici sono decisivi per un'altra vertenza: quella sul contratto dei docenti, che può sbloccarsi solo se il Tesoro convaliderà i tagli dichiarati dalla Moratti. MARCO LUDOVICO
Giovedì 13 Febbraio 2003