sole 24 ore-riforma Moratti Materie, ritorna la tradizione
nazionali" per costruire il piano formativo nell'ambito della riforma Moratti Materie, ritorna la tradizione Più grammatica e sintassi dalla seconda elementare - Lo studio del latino a partire dalle...
nazionali" per costruire il piano formativo nell'ambito della riforma Moratti Materie, ritorna la tradizione
Più grammatica e sintassi dalla seconda elementare - Lo studio del latino a partire dalle medie
ROMA '#8226; Torna lo studio del latino alle medie. Più grammatica e sintassi, fin dalle elementari. rivoluzionati i programmi di storia.
Al ministero dell'Istruzione le '#8216;indicazioni nazionali' di insegna mento per la riforma Moratti sono ormai pronte: per le materne, le elementari e medie. Rimangono da mettere a punto i programmi delle superiori, ma gli esperti che lavorano al progetto dicono: per carità, non chiamiamoli programmi, sono indirizzi che servono alle scuole e agli insegnanti per costruire in autonomia il loro piano formativo.
Comunque li si voglia chiamare, si tratta di contenuti che non passeranno inosservati e raccoglieranno certamente consensi e dissensi (si veda l'articolo qui a fianco). Tutti riconoscono, peraltro, che quella dei programmi è la vera riforma della scuola. Un lavoro svolto in questi mesi al ministero dell'Istruzione dove uno dei '#8216;padri' è sicuramente Giuseppe Bertagna, il pedagogista che lavora con Letizia Moratti fin dall'inizio del progetto di riforma. Il Ddl sugli ordinamenti scolastici, intanto, prosegue il suo iter al Senato, e tra martedì sera e mercoledì prossimo dovrebbe essere approvato per poi passare alla Camera. Ma ecco le ultime novità sulle indicazioni per l'insegnamento.
Materne: il ruolo della famiglia. Si afferma che la '#8216;scuola dell'infanzia' (è la nuova denominazione) "riconosce, sul piano educativo, la priorità della famiglia e l'importanza del territorio di appartenenza". C'è poi un passaggio significativo: si suggerisce agli in segnanti "di soffermarsi sul senso della nascita e della morte, delle origini della vita e del cosmo, della malattia e del dolore, del ruolo dell'uomo nell'universo, dell'esistenza di Dio, a partire dalle diverse risposte elaborate e testimoniate in famiglia e nelle comunità di appartenenza".
Elementari: la poesia, la grammatica e la storia. Le '#8216;indicazioni' sono riferite alle lezioni svolte in prima classe e poi nel primo e nel secondo biennio. Fin dal primo anno si fa italiano, inglese, storia, geografia, matematica. scienze, tecnologia e informatica, musica, arte e immagine, attività motorie e sportive.
Si entra nel vivo con gli "obietti vi specifici di apprendimento" per la seconda e terza elementare. Dove già si parla chiaramente di "grammatica e sintassi" e di "tecniche di memorizzazione della poesia". Per la storia, oltre alla preistoria ci sono anche "miti e leggende delle origini" e si chiede di "riconoscere la differenza tra mito e racconto storico".
Va notato che per la geografia si propone di "simulare comportamenti da assumere in condizioni di rischi con diverse forme di pericolosità (sismica, vulcanica, chimica e idrogeologica".
Più impegnativo lo studio in quarta e quinta elementare. Per l'italiano, per esempio, si suggerisce tra l'altro di insegnare "le
modalità per prendere appunti", di "organizzare un breve discorso orale utilizzando scalette mentali o scritte" e di "ricercare le informazioni generali in funzione di una sintesi". Si ripete e si rinforza, inoltre, lo studio della grammatica e della sintassi. Per la storia, il piano ministeriale sostiene che occorre "scegliere fatti, personaggi esemplari evocativi di valori". Si parte dalla "maturità delle grandi civiltà (Mesopotamia, Egitto, India, Cina), si prosegue con i Fenici, la civiltà greca e romana, fino alla nascita della religione cristiana.
Non scherza neanche la matematica: occorre "confrontare e ordinare le frazioni più semplici, eseguire le quattro operazioni anche con numeri decimali, riconoscere e costruire relazioni tra numeri naturali (multipli, divisori, numeri primi ecc.)".
Non vanno dimenticati i cosiddetti '#8216;Obiettivi specifici di apprendimento per l'educazione alla convivenza civile': si tratta di fare educazione alla cittadinanza, stradale, ambientale, alla salute, alimentare e all' affettività. Quest'ultima è, in sostanza, l'educazione sessuale: si chiede esplicitamente di parlare del "significato della sessualità in funzione dell'amore, della fecondità".
Medie: latino e non solo. I temi di studio di questo ciclo di istruzione sono stati molto rafforzati. Nel primo biennio, l'italiano prevede l'analisi dei vari tipi di testo (articolo di giornale, racconto, leggenda, mito, lettera, ecc.), ma anche lo "studio sistematico delle categorie sintattiche", "l'analisi logica", le "basi della metrica" e "l'origine latina della lingua". Si comincia con la seconda lingua comunitaria oltre all'inglese iniziato già alle elementari '#8212; e con l'informatica. Si parte, in storia, con l'Europa medioevale, e si pro segue con l'Umanesimo e il Rinascimento, il Seicento e il Settecento, l'Illuminismo, la Rivoluzione americana e quella francese.
In terza classe si rafforza lo studio dell'italiano secondo quattro direttrici già fissate in prima media: ascoltare, parlare, leggere, riflettere sulla lingua (grammatica, sintassi, analisi logica). Si propone di fare "confronti tra testi e parole latine, lingua italiana, dia letti e altre lingue studiate". Si potrà, inoltre, studiare ad hoc la lingua latina, inserita in un pacchetto di 200 ore annuali di mate ne facoltative che ogni scuola deciderà di attivare.
Da notare il programma di sto ria: nell'ultimo anno di media si inizia con Napoleone, "lo stato nazionale, la bandiera tricolore, gli stemmi regionali, l'inno nazionale". Si prosegue con le istituzioni liberali e "le ideologie come tentativi di dar senso al rapporto uomo, società, storia". Si passa alla prima guerra mondiale, "i totalitarismi", poi la seconda guerra mondiale, la nascita della Repubblica italiana, "la società del benessere e la crisi degli anni 70". E si prosegue fino "al crollo del comunismo nei Paesi dell'Est europeo" e l'integrazione comunitaria.
MARCO Ludovico