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Sole 24 ore-Ricorso in tribunale per 47mila bidelli

Nel passaggio dagli enti locali allo Stato il personale Ata ha ottenuto il riconoscimento dello stipendio maturato ma non dell'anzianità Ricorso in tribunale per 47mila bidelli Ministero dell'Is...

10/06/2002
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Il Sole 24 Ore

Nel passaggio dagli enti locali allo Stato il personale Ata ha ottenuto il riconoscimento dello stipendio maturato ma non dell'anzianità

Ricorso in tribunale per 47mila bidelli
Ministero dell'Istruzione assediato da oltre 47mila ricorsi contro il passaggio del personale scolastico dagli enti locali allo Stato. Ausiliari (gli ex bidelli), amministrativi, tecnici, che erano dipendenti di Comuni e Province, sono entrati nei ruoli del ministero dell'Istruzione dal 1° gennaio 2000. Ma il nuovo inquadramento ha provocato problemi, proteste e, alla fine, la decisione di rivolgersi in massa ai tribunali, sostenuta dai sindacati. I ricorsi - che continuano ad arrivare anche in questi giorni - riguardano ormai più di metà dei circa 80mila interessati. E dal giudice del lavoro di Milano il 5 marzo scorso è stata già emessa una prima sentenza, che ha dato ragione ai ricorrenti. I motivi di questo contenzioso generalizzato stanno nel fatto che "nel passaggio moltissimi lavoratori hanno perso, dal gennaio 2000, due-tre milioni lordi di lire all'anno, su uno stipendio complessivo di circa 25 milioni" spiega Enrico Panini, segretario generale della CgilScuola. La vicenda, che ha una lunga storia (si veda la scheda a fianco), è molto complicata. Anche perché la legge 124/99, all'articolo 8, "ha stabilito il più grande trasferimento di personale dall'unità d'Italia. Peccato che poi la questione sia stata affrontata come se fosse un trasloco di tre persone da un piano all'altro di un condominio" polemizza Panini. Voluto dal ministro Luigi Berlinguer, il trasferimento del personale Ata dagli enti locali allo Stato - che doveva essere un'opera di razionalizzazione - si è rivelato invece un'enorme patata bollente. Dopo un'estenuante trattativa con i sindacati, al dipendente è stata riconosciuta, nel passaggio allo Stato, la retribuzione maturata a quel momento, ma non l'anzianità di servizio. Per fare un esempio: se il lavoratore, con contratto enti locali, aveva una retribuzione base pari a 100 e anzianità di 20 anni, è stato trasferito allo Stato con stipendio pari a 100; ma l'anzianità corrispondente a 100 nei ruoli dello Stato è inferiore a quella degli enti locali. Inoltre, al lavoratore non è stato trasferito il salario accessorio del contratto originario, che nel caso di Comuni e Province è molto alto. Ecco perché, alla fine, molti ci hanno rimesso. I sindacati chiedono che agli interessati si riconosca anche l'anzianità maturata negli Enti locali: ma questo costerebbe all'Erario circa 150 milioni di euro (pari a 300 miliardi di lire). Una cifra ingestibile, oggi, per i ministeri del Tesoro, della Funzione Pubblica e dell'Istruzione. A questo punto non ci sono molte soluzioni alternative. Lo Stato può continuare ad assistere alla crescita del contenzioso e alla probabile sequenza delle sentenze di accoglimento, che dovrà naturalmente eseguire pagando anche gli interessi. Oppure potrebbe sorgere un'iniziativa politica, da tradurre in una legge, che, con la copertura della prossima Finanziaria, risolva il problema. Il tema sarà oggetto anche della trattativa, ormai alle porte, per il rinnovo del contratto della scuola, che comprende docenti e Ata. Tant'è che nelle piattaforme sindacali si rivendica un impegno del Governo a intervenire. Ma se la questione chiama in causa l'attuale Esecutivo, non può essere lasciato da parte neanche chi lo ha preceduto. Dal maggio del '99, infatti, c'è stata una lunga sequenza di trattative, polemiche e scontri tra i sindacati e i ministri interessati (Berlinguer e poi De Mauro). Franco Bassanini (Funzione Pubblica) ha sollecitato con una direttiva una soluzione, poco prima della scadenza elettorale e del cambio della guardia a Palazzo Chigi. Va detto che lo stesso Bassanini ha preso le distanze dalla legge 124/99, votata dalla maggioranza di Centrosinistra, che appare un singolare "federalismo al contrario". Senza contare tutti i problemi - ce ne sono molti altri da risolvere - legati agli appalti, ai collaboratori coordinati e continuativi e agli Lsu (Lavoratori socialmente utili). Tutte questioni connesse a questa legge che, a oggi, ha suscitato soprattutto un grande malessere nella scuola e ostacoli a non finire. Marco Ludovico

Lunedì 10 Giugno 2002


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