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Sole 24 Ore: Maselli (Chiese evangeliche): «Sentenza del Tar esempio di libertà religiosa»

Domenico Maselli, settantacinque anni, è il presidente della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (valdesi, metodisti, battisti, luterani, Esercito della salvezza). È lui che con le comunità ebraiche ed altre associazioni laiche ha promosso il vittorioso ricorso contro la legge che istituisce i crediti scolastici per gli studenti che frequentano l'ora di religione.

12/08/2009
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Il Sole 24 Ore

di Luca Benecchi

I vescovi parlano di bieco illuminismo, lei che dice? «Per me la sentenza del Tar del Lazio è un esempio di libertà religiosa». Domenico Maselli, settantacinque anni, è il presidente della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (valdesi, metodisti, battisti, luterani, Esercito della salvezza). È lui che con le comunità ebraiche ed altre associazioni laiche ha promosso il vittorioso ricorso contro la legge che istituisce i crediti scolastici per gli studenti che frequentano l'ora di religione.

«E poi il primo a parlare di separazione tra Stato e Chiesa non fu l'Illuminismo, ma un predicatore battista nell'America del 1625» ribatte polemicamente Maselli, anche lui pastore emerito della Chiesa valdese ed ex deputato. Si aspettava una reazione così dura della Conferenza episcopale? «I vescovi devono capire che non si tratta soltanto di un problema culturale. Che il concordato tra Stato e Chiesa cattolica riconosce l'Italia come un paese laico e di conseguenza l'ora di religione è facoltativa, non curriculare. Così dicono chiaramente anche le Intese che lo Stato ha firmato con le altre confessioni». Dunque la valutazione del tribunale amministrativo secondo lei rispetta pienamente l'ordinamento italiano. «Sì, anche se, guarda caso, la sentenza è arrivata quando tutti gli esami scolastici erano ormai terminati». Ma non è la prima volta che uscite vincitori da questo genere di ricorsi. «Purtroppo la prassi è che successivamente il Consiglio di Stato, più vicino alle posizioni espresse dal potere politico, ci dà torto a favore di un'interpretazione meno rigorosa».

Adesso cosa intendete fare? «Contrariamente agli anni precedenti questa volta pensiamo di andare fino in fondo. In caso di invalidazione anche di questo pronunciamento faremo ricorso alla Corte costituzionale. Dovremo sostenere costi molto alti? Non importa, vorrà dire che apriremo una sottoscrizione in tutto il paese». Dunque qualcosa è cambiato rispetto al passato. Cosa? «Vogliamo proseguire nella nostra battaglia perché il clima che stiamo respirando non ci piace. La libertà religiosa è sempre più in pericolo. Forze politiche come la Lega Nord hanno presentato proposte di legge per difendere a loro dire la religione della maggioranza e la Lombardia ha approvato una norma regionale che impedisce di trasformare un edificio prima adibito ad altre funzioni in luogo di culto. Siamo vigili - conclude Maselli - in attesa di vedere finalmente anche in Italia una legge a garanzia della libertà religiosa».


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