Sole 24 ore-in caso di revoca del vescovo scatta la mobilità
E in caso di revoca del vescovo scatta la mobilità ROMA - Via alle assunzioni in ruolo per gli insegnanti di religione. Ieri la Camera ha approvato in via definitiva il provvedimento che preved...
E in caso di revoca del vescovo scatta la mobilità
ROMA - Via alle assunzioni in ruolo per gli insegnanti di religione. Ieri la Camera ha approvato in via definitiva il provvedimento che prevede l'inserimento degli oltre 13mila docenti di religione nei ruoli statali attraverso un concorso. Questi insegnanti verranno assunti a tempo indeterminato e potranno ricorrere alla mobilità, in caso di revoca dell'idoneità da parte del vescovo. La legge stabilisce, poi, l'istituzione di due ruoli corrispondenti ai cicli scolastici e con articolazione regionale, secondo la mappa delle diocesi. La copertura finanziaria degli oneri derivanti dal provvedimento, definita dall'articolo 6, ammonta a circa 7,4 milioni per il 2003 e a quasi 19,3 milioni dal 2004. "Il primo concorso riservato sarà già bandito nel prossimo autunno", ha assicurato Valentina Aprea, sottosegretario al ministero dell'Istruzione, che ha espresso "molta soddisfazione perché dopo 18 anni un disegno di legge governativo pone fine alla precarietà dei docenti di religione, sempre più laici e sempre meno religiosi, e conferisce identica dignità rispetto agli altri insegnanti". Il concorso per titoli ed esami, che il ministero bandirà dopo l'estate, sarà rivolto ai docenti che abbiano prestato servizio continuativamente per almeno quattro anni nel corso degli ultimi dieci. Il programma di esame del primo concorso avrà lo scopo di accertare "unicamente la conoscenza dell'ordinamento scolastico, degli orientamenti didattici e pedagogici e degli elementi essenziali della legislazione scolastica", recita il testo normativo, mentre l'accertamento dell'idoneità disciplinare resta di competenza delle diocesi. Reazioni di segno opposto in campo politico e sindacale. "Si tratta di un provvedimento incostituzionale e di dubbia copertura finanziaria - ha dichiarato Alba Sasso (Ds) - che immette in ruolo insegnanti di una materia facoltativa, che accedono all'insegnamento tramite un canale di reclutamento del tutto anomalo". Anche per Massimo di Menna (Uil Scuola) si tratta di "una legge ingiusta, che per dare stabilità ad alcuni lede il diritto di altre persone". Mentre per Roberto Villetti, vicepresidente Sdi, "in un Paese moderno e laico, multireligioso e multietnico, sarebbe molto meglio avere un insegnamento di storia delle religioni piuttosto che un indottrinamento a senso unico". ALESSIA TRIPODI
Mercoledì 16 Luglio 2003