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Sole 24 ore-Docenti, il reclutamento cambia rotta

Docenti, il reclutamento cambia rotta DANIELA GIRGENTI Il nuovo reclutamento dei docenti nelle scuole statali cancella i concorsi ordinari così come sono stati sino a oggi: infatti, l'articol...

13/03/2003
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Il Sole 24 Ore

Docenti, il reclutamento cambia rotta
DANIELA GIRGENTI
Il nuovo reclutamento dei docenti nelle scuole statali cancella i concorsi ordinari così come sono stati sino a oggi: infatti, l'articolo 5 della legge di riforma della scuola sopprime la funzione abilitante dei concorsi per titoli ed esami. Finora le nomine in ruolo del personale docente delle scuole di ogni ordine e grado vengono effettuate attingendo il 50% degli aspiranti dalle graduatorie dei concorsi ordinari per titoli ed esami (gli ultimi sono stati banditi nel 1999) e il restante dalle graduatorie provinciali permanenti. Queste ultime, istituite dalla legge 124/1999, sono divise per scaglioni (o fasce). Ora lo scenario del reclutamento cambia completamente in quanto "la formazione iniziale è di pari dignità per tutti i docenti e si svolge nelle università presso i corsi di laurea specialistica". Per le scuole dell'infanzia e primaria la laurea specialistica rappresenta la trasformazione dell'attuale laurea in Scienze della formazione primaria, operante dal 1998. Per la scuola secondaria, le nuove lauree specialistiche sostituiscono il corso di specializzazione post-laurea di ateneo (o interateneo). Quest'ultimo, articolato in indirizzi corrispondenti alle diverse aree disciplinari, è attivato dal 1999 nelle Ssis (Scuole di specializzazione all'insegnamento secondario: si tratta di strutture didattiche interfacoltà) e conferisce l'abilitazione nonché il diritto all'inserimento nelle graduatorie permanenti degli insegnanti. Con la nuova legge, invece, saranno istituiti curricoli universitari di durata identica per gli insegnanti della scuola dell'infanzia e della primaria e per quelli degli istituti secondari. Anche se la definizione dei percorsi di formazione è rinviata a decreti delegati, il modello prospettato è quello del "3+2" delle lauree e delle lauree specialistiche previste dal nuovo ordinamento universitario. Il numero delle iscrizioni alle lauree specialistiche sarà programmato "sulla base della previsione dei posti effettivamente disponibili, per ogni ambito regionale, nelle istituzioni scolastiche". Ciò per rendere più efficace e funzionale il rapporto tra la formazione iniziale, il reclutamento e le reali possibilità di accesso alla professione. Ma perché i concorsi a cattedre potrebbero non essere più necessari per le immissioni in ruolo dei futuri docenti? Dopo il conseguimento della laurea specialistica - in base all'articolo 5 - gli aspiranti insegnanti "ai fini dell'accesso nei ruoli organici del personale docente delle istituzioni scolastiche, svolgono, previa stipula di appositi contratti di formazione lavoro, specifiche attività di tirocinio". Tutti coloro che, già docenti laureati, intendano immettersi nei ruoli dovranno svolgere, dunque, un periodo di tirocinio con contratti di formazione lavoro. In questo senso le università dovranno definire l'istituzione e il funzionamento di apposite strutture di ateneo o di interateneo di formazione atte a sostenere i rapporti, mediante convenzioni, con le istituzioni scolastiche. Questo significa che buona parte di quanti otterranno la laurea specialistica per l'insegnamento avrà incarichi biennali di formazione lavoro. Inoltre, le università avranno il compito della formazione in servizio dei docenti interessati ad assumere funzioni di supporto, di tutoraggio, di coordinamento delle attività didattiche e gestionali delle istituzioni scolastiche e formative. Con il nuovo reclutamento che fine faranno le decine di migliaia di aspiranti in possesso dell'abilitazione oggi inseriti nelle graduatorie permanenti? Ci saranno norme transitorie, come è successo altre volte nel passato, per consentire il passaggio graduale da una forma all'altra di reclutamento? Oppure sarà necessario per tutti acquisire le nuove lauree specialistiche? La legge non tratta l'argomento, lasciando probabilmente a successive disposizioni la regolamentazione delle graduatorie permanenti. Così come non è chiaro come verranno gestite le graduatorie di circolo e di istituto dalle quali si attinge per le supplenze brevi e che oggi sono in parte originate dalle graduatorie permanenti. È facile immaginare che anch'esse verranno profondamente modificate.
Giovedì 13 Marzo 2003


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