Sole 24 ore - Bush "rivoluziona" la scuola
Firmata la legge che stanzia 26 miliardi di dollari annui per migliorare le performance degli alunni Bush "rivoluziona" la scuola Nuovi test, fondi abbondanti e docenti più preparati - Istituti e...
Firmata la legge che stanzia 26 miliardi di dollari annui per migliorare le performance degli alunni
Bush "rivoluziona" la scuola
Nuovi test, fondi abbondanti e docenti più preparati - Istituti e insegnanti saranno "stimolati"
Marco Valsania
NEW YORK - È stato battezzato il "No child left behind act", la legge che non dimenticherà alcuno studente. La riforma della scuola ha inaugurato il nuovo anno politico americano con un raro compromesso tra repubblicani e democratici, sintomo del consenso conquistato dall'iniziativa nel mondo politico statunitense, dal presidente George W. Bush fino al Congresso. E il progetto, firmato ieri da Bush, è ispirato all'obiettivo unitario di migliorare la performance degli studenti, prendendo di mira anche e soprattutto istituti e insegnanti: gli strumenti essenziali per il cambiamento saranno nuovi test di alfabetizzazione e di matematica, nuovi fondi per le scuole svantaggiate e la riqualificazione dei docenti. La sfida è monumentale: la scuola pubblica elementare e secondaria americana conta su 47 milioni di studenti (contro i 6 milioni di studenti della scuola privata), 3 milioni di insegnanti e circa 90mila istituti in 17mila distretti scolastici. E, anche per sottolineare la portata della riforma, Bush ha scelto di apporre la sua firma, dopo che il Congresso aveva definitivamente varato il provvedimento sul finire dell'anno scorso, nel cuore del Paese. "Le scuole americane sono avviate su un nuovo cammino verso riforme e risultati" ha detto il presidente alla Hamilton High School di Cincinnati in Ohio. Il ministro per l'Istruzione Rod Paige gli ha fatto eco: "Siamo entrati in una nuova era. Tutti saranno chiamati a rispondere delle loro responsabilità, dagli Stati alle scuole fino ai presidi e agli insegnanti". Il vento unitario che ha sospinto la legislazione, il cui costo è stimato in oltre 26 miliardi di dollari annui, si è rispecchiato nei suoi sponsor: dal deputato dall'Ohio John Bohner al senatore del New Hampshire Judd Gregg (repubblicani) al decano liberal dei senatori democratici, Ted Kennedy del Massachusetts. Un altro esponente democratico, il deputato George Miller, ha accompagnato ieri Bush per tutta la giornata. Il clima politico che ha consentito il varo della riforma, però, lascia aperto il dibattito sui suoi esiti. Alcune delle proposte più drastiche, e inizialmente più care ai repubblicani, sono state eliminate nei negoziati congressuali: è caduta l'ipotesi di usare i "voucher", i buoni scuola per consentire agli studenti di istituti in crisi di trasferirsi altrove, comprese scuole private. Altre misure chiave suscitano perplessità: la possibilità di adottare test uniformi in un sistema decentrato come quello americano e il pericolo che una preparazione mirata a superare rigidi esami possa sostituire reali progressi. La necessità di crescenti risorse pubbliche potrebbe inoltre rimanere un terreno di battaglia nel futuro: i fondi federali contano solo per il 9% della complessiva spesa scolastica (superiore ai 300 miliardi di dollari l'anno dall'asilo ai 18 anni di età) mentre il restante budget è locale. Ma il ruolo di Washington diventa cruciale nelle aree più disagiate. La riforma scattata ieri intende tuttavia promuovere svolte significative: le scuole dovranno far scattare i test in matematica e capacità di lettura nel 2005-2006, tra il terzo (K3) e l'ottavo (K8) anno di scuola. E nuovi esami saranno introdotti anche in scienze. La minaccia di chiudere i rubinetti dei finanziamenti federali alle scuole deludenti sotto il profilo accademico è stata rimpiazzata da graduali strategie per stimolare la performance: un istituto "bocciato" per due anni dalle autorità potrà ricevere maggiori aiuti economici. Qualora il fallimento si estendesse per sei anni la scuola potrà essere commissariata, ordinando un cambiamento del personale e della direzione. Inoltre, nel frattempo, in assenza di risultati, le famiglie meno abbienti avranno diritto al pagamento di corsi di recupero o al trasferimento in un'altra scuola pubblica. I risultati saranno misurati nel tempo: entro 12 anni le scuole americane dovranno far lievitare la percentuale di studenti "promossi" in matematica e conoscenza della lingua al 100%, con particolare attenzione rivolta a colmare le disparità tra ceti sociali e quelle tra bianchi e minoranze etniche. I singoli Stati avranno a disposizione quattro anni per garantire la qualifica degli insegnanti nelle loro materie. Le singole scuole dovranno inoltre mettere a punto rapporti annuali che rivelino chiaramente i risultati dei test accademici. Nel frattempo, verranno promossi anche la flessibilità e i controlli locali sul sistema scolastico. In termini di risorse aumenteranno del 18% i fondi per gli studenti più poveri, a 10,4 miliardi, mentre 3 miliardi saranno destinati al rafforzamento del personale scolastico e 200 milioni a nuove scuole sperimentali.
Mercoledì 09 Gennaio 2002