Sole 24 ore-Asili e superiori, la forza delle private
Asili e superiori, la forza delle private Istruzione - Il ministero fotografa gli istituti non statali: in Lombardia, Veneto e Sicilia frequentati da oltre il 20% degli studenti Record di scu...
Asili e superiori, la forza delle private
Istruzione - Il ministero fotografa gli istituti non statali: in Lombardia, Veneto e Sicilia frequentati da oltre il 20% degli studenti
Record di scuole private al Nord, soprattutto in Lombardia e Veneto. E in tutta Italia le scuole materne sono in gran parte gestite da enti non pubblici. Il ministero dell'Istruzione ha scattato la fotografia degli istituti scolastici non statali. E in questi giorni ha diramato una circolare sull'attuazione della parità scolastica. La mappa. Secondo i dati 2001/2002, la regione con il maggior numero di studenti nelle scuole non statali è la Lombardia (228.340, il 23% del totale, in 2.552 istituti). Seguono il Veneto (115.068, il 22,3% in 1.485 scuole) e la Sicilia (1.639 istituti, con 181.024 iscritti, 21%). La Campania è al secondo posto come numero di scuole (1.769), frequentate da 106.578 studenti (10,3 per cento). Secondo l'indagine, il Veneto "spicca per diffusione del servizio scolastico non statale". Un fenomeno che, sostiene il Miur, si manifesta specialmente "nelle scuole dell'infanzia, nelle quali il numero di scuole private supera di più del doppio quello statale". Nella regione, infatti, ci sono 1.209 asili non gestiti dallo Stato, contro i 546 statali. La prevalenza delle une sulle altre si verifica anche in Lombardia (1.815 contro 1.220) e in Emilia Romagna (810 contro 638). Gli iscritti. Nel 2001/2002 si sono contati 8.600.705 studenti: l'88,5% (7.607.959) iscritti alle statali, il restante 11,5% (992.746) alle non statali. Di questi ultimi, oltre il 60% si concentra nella scuola dell'infanzia. Dal 1996, comunque, il trend degli iscritti alle private è tornato a crescere, dopo anni di flessione, mentre diminuiscono gli istituti (si vedano le tabelle). In generale - spiega il Miur - la scuola dell'infanzia non statale "ha una diffusione capillare su tutto il territorio ed è l'unica, specialmente nel Nord-Ovest, sufficientemente paragonabile in termini di numerosità di scuole al sistema statale". Anche gli istituti superiori privati sono piuttosto numerosi: secondo l'indagine "sono presenti in proporzione di uno ogni tre scuole statali". Un fenomeno - dice il Miur - diffuso in particolare nel Nord Ovest. Le scuole elementari e medie non statali sono, invece, meno numerose e il rapporto è di un istituto non statale ogni 10 statali. Le superiori. Il 90% degli iscritti alle scuole superiori frequenta un istituto statale, fatta eccezione - sottolinea il Miur - per i licei linguistici "che in quanto tali sono solo a gestione non statale". I tecnici sono i più affollati in entrambe le gestioni (statale e non). Gli altri tipi di istituti, invece, mostrano livelli di partecipazione diversi a seconda della gestione. In ambito statale, i più gettonati sono i professionali (22,6%) e i licei scientifici (19,3%). Nel non statale, invece, le preferenze degli studenti vanno soprattutto ai licei scientifici (18%) e ai linguistici (12,9%). Nelle scuole non statali il 12% degli studenti ha almeno un anno di ritardo. Alla fine delle superiori, gli alunni in ritardo superano la metà degli iscritti (52,5%). Ma al termine del corso di studi, gli istituti privati vantano migliori percentuali di alunni promossi: 96% contro il 94% della media nazionale. La circolare Il ministero dell'Istruzione ha emanato la circolare 31 del 18 marzo scorso, che intende dare organicità alle note e circolari finora emanate per l'attuazione della legge 62/2000 sul principio di parità e rappresenta un vero e proprio "vademecum" per l'istruzione non statale (si veda la scheda qui a fianco). Una decisione accolta positivamente dall'Associazione genitori scuole cattoliche (Agesc): "Siamo soddisfatti - ha dichiarato il presidente Enzo Meloni - perché il testo costituisce una necessaria sintesi normativa degli attuali aspetti della parità". Il buono-scuola. Ma il riordino del sistema di istruzione pubblico e privato, annunciato dal ministro Moratti all'inizio del suo mandato, non c'è ancora. Tanto che, dopo l'approvazione della riforma, lo stesso ministro ha dichiarato che il Ddl sulla parità "non è all'ordine del giorno". Al momento, quindi, l'unico riferimento normativo è rappresentato proprio dalla legge 62/2000 dell'allora ministro dell'Istruzione Luigi Berlinguer. La Moratti, per ora, ha scelto di dare massima attuazione alla legge Berlinguer, riconoscendo la parità alle scuole che l'hanno chiesta e assegnando i relativi fondi. In più diverse Regioni (Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, Liguria, Puglia) hanno istituito (sia pure in forme diverse) dei buoni-scuola che servono come aiuto alle famiglie che iscrivono i figli alla scuola paritaria. Alessia Tripodi
Lunedì 31 Marzo