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“Sistema da svecchiare, parleremo direttamente con i docenti”

Intervista a Roberto Reggi

02/07/2014
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la Repubblica

ROMA .
Roberto Reggi è sottosegretario all’Istruzione e padre del nuovo piano per la scuola italiana.I sindacati sono già in ebollizione.
«Ci siamo incontrati e dopo il 15 luglio torneremo a farlo: sanno che vogliamo togliere rigidità al contratto. Ma la consultazione sarà aperta agli insegnanti, agli studenti, al personale amministrativo, ai cittadini comuni. La scuola va cambiata, svecchiata. Abbiamo davanti un’occasione storica: tra il 2017 e il 2022 il 40% del corpo docente andrà in pensione».
Gli insegnanti italiani aumenteranno, resteranno un milione o diminuiranno?
«Non aumenteranno, non ci sono i soldi e ce ne saranno pochi anche in futuro. La scuola italiana costa 55 miliardi l’anno, bisogna usare meglio quello che c’è».
Come?
«Con la formazione permanente obbligatoria degli insegnanti, oggi è facoltativa».
Che cosa si farà tra giugno e luglio, a scuola terminata?
«Recupero per chi è rimasto indietro e orientamento per i cicli
scolastici successivi. Le scuole devono diventare il centro civico delle città, a giugno e a luglio i genitori non sanno dove mandare i loro figli. Scuole aperte 11 mesi su 12».
Gli incentivi a maestri e prof aumenteranno davvero gli stipendi più bassi d’Europa?
«Con gli incentivi arriveremo a stipendi europei».
Volete togliere un anno ai licei?
«È un’altra scelta europea. E poi se vuoi fare più musica, più storia dell’arte e non hai più soldi devi rimodulare quello che hai».
Ancora spending review?
«Taglieremo una delle quattro sedi ministeriali romane: il palazzo della ricerca all’Eur, oggi in affitto. Ho scoperto che per i 1.200 dipendenti ministeriali ci sono 80 metri quadrati a testa. Per ogni studente italiano, in classe, ce ne sono otto».
L’edilizia scolastica parte?
«È partita ieri, primo luglio. Ci sono i primi 800 milioni. I sindaci sono stati avvertiti: aprite i primi 2.887 cantieri».  


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