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Sindacati pronti alla mobilitazione: sulla riforma nessun dialogo

Cgil, cisl e Uil protestano il prossimo 17 febbraio. dalla Giannini intanto arriva la convocazione

10/02/2015
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ItaliaOggi

Carlo Forte

Sindacati sul piede di guerra a causa della chiusura dei canali di comunicazione operata dal governo nei loro confronti. La preclusione di ogni possibilità di dialogo è al centro delle doglianze contenutegià in una lettera inviata il 9 gennaio scorso da Cgil, Cisl, Uil, Snals e Gilda-Unams al ministro dell'istruzione Stefania Giannini, in questi giorni passata al Pd dopo l'abbandono di Scelta civica, e rimasta senza risposta fino al 6 febbraio, data in cui il ministro ha fatto sapere ai sindacati di essere disposta a riceverli lunedì prossimo.

La convocazione è giunta dopo un'ulteriore nota di protesta da parte di Cgil, Cils e Uil inviata la scorsa settimana. Ma non ha convinto i sindacati a cancellare la manifestazione prevista per il 17 febbraio davanti al ministero dell'istruzione. La richiesta di incontro era stata inoltrata per avviare una discussione sulla Buona Scuola. Al fine «di affrontare in modo chiaro ed esaustivo le materie che attengono al rapporto di lavoro, e che sono di natura contrattuale, e le relative ricadute sul personale«, spiega Francesco Scrima, segretario Cisl scuola, «sia in relazione ai nuovi provvedimenti che il governo si appresta ad attuare che agli effetti derivanti dall'entrata in vigore della legge di stabilità».

Il nodo centrale resta la riduzione degli importi retributivi che il governo intende adottare, rimettendo mano, unilateralmente, alla disciplina degli scatti di anzianità. Nella nota le confederazioni lamentano il fatto che, ad oggi, restano del tutto oscure le modalità con cui si provvederà all'individuazione dei docenti aventi titolo ai benefici economici che dovrebbero sostituire la progressione di anzianità. Benefici anch'essi tutti da precisare nella loro entità. Mentre, ragiona Massimo Di Menna, segretario Uil scuola, appare «invece molto chiaro cosa accadrebbe limitando al 20% rispetto all'attuale il margine di incremento retributivo legato all'anzianità di servizio: i docenti potrebbero subire una perdita secca di circa 8.500 euro». In buona sostanza, dunque, le retribuzioni non solo rimarranno ben al di sotto della media europea, «ma gli ipotetici benefici per merito sarebbero ricavati da pesantissime riduzioni di trattamento per l'insieme della categoria», aggiunge Mimmo Pantaleo, segretario Flc-Cgil. In più, le confederazioni lamentano l'ulteriore rinvio del rinnovo del contratto. Nessuna novità è riscontrabile in tal senso nella direttiva con le priorità politiche del 2015 della Giannini: promuovere gli interventi in materia di edilizia scolastica, ridurre il precariato fra i docenti, portare a sistema la valutazione. Un piano in piena corrispondenza con la Buona scuola, insomma.

Contro il deficit di partecipazione punta il dito anche la Gilda-Unams: «Ci risulta che il Dipartimento Scuola Pd nazionale abbia inviato una lettera ai segretari provinciali e ai responsabili scuola del partito per invitarli a reclutare tra gli iscritti e i simpatizzanti del Pd 1000 persone con il compito di offrire il loro supporto attraverso una community su Facebook», dice il coordinatore Gilda, Rino Di Meglio, «dopo l'insuccesso della consultazione on line, adesso Renzi cerca sponde più sicure giocando in casa».


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