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Sindacati e studenti contro Profumo. "Concorsi ok, ma priorità al precariato"

L'intervista del ministro dell'Istruzione su Repubblica non convince. Pantaleo (Cgil): "L'obiettivo è cancellare le graduatorie e gettare 200mila docenti precari nella disperazione". Scrima (Cisl): "Il ministro non crei illusioni: le immissioni in ruolo sono contenute nel piano di stabilizzazioni triennale stipulato con il Governo precedente". La Rete degli studenti: "In piazza il 12 ottobre per l'istruzione pubblica"

01/09/2012
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la Repubblica

ROMA - Cattedre solo per concorso, ok. Ma come la mettiamo con la questione dei precari? E' questo il principale appunto mosso dai sindacati al ministro dell'Istruzione Francesco Profumo dopo un'intervista a Repubblica 1 che non convince. L'obiettivo di Profumo è il ritorno dei concorsi come unico accesso all'insegnamento, previo svuotamento delle graduatorie. Ed è proprio quest'ultimo l'anello debole nel ragionamento dei sindacati: l'assunzione dei precari deve essere la priorità del Governo e invece rischia di essere lasciata indietro. Contro il ministro anche la Rete degli studenti: "Per Profumo si esce dalla crisi mettendo al centro scuola, università e ricerca. Ma da quando c'è il governo Monti nulla è cambiato".

Cgil: "Priorità ai 200mila docenti precari"
Duro con il ministro dell'Istruzione Mimmo Pantaleo, segretario generale Flc Cgil. "Profumo svela qual è il vero obiettivo dei concorsi: cancellare le graduatorie e gettare nella disperazione i precari che da anni garantiscono il funzionamento delle scuole. Il ministro considera il lavoro una merce che si utilizza quando serve e poi si può buttare nel cestino".

Per Pantaleo la priorità deve essere quella di "risolvere la situazione dei 200mila docenti già in graduatoria che sono precari da anni" e ritiene "inaccettabile" parlare d'altro. Per il sindacalista serve un piano di stabilizzazione pluriennale che, oltre al turn over, ricomprenda tutti quei posti che vengono ormai assegnati da anni in organico di fatto, "anche perché grazie alla riforma Fornero che ritarda l'età del pensionamento rischiamo di non avere più posti nelle scuole".

Il nodo da sciogliere, per Pantaleo, "non è concorso sì o concorso no, ma quali obiettivi d'investimento il Governo mette in campo per allargare il tempo pieno, abbassare il numero degli alunni per classe, costruire nuovi edifici scolastici e rendere sicuri quelli esistenti, istituire l'organico funzionale e potenziare l'offerta formativa nel sud". In quel contesto "si devono rivedere le regole sul reclutamento garantendo lo svuotamento delle graduatorie e la possibilità concreta per i giovani di poter intraprendere la professione docente".

Ma di questo, secondo Cgil Scuola, il ministro non parla. Per questo il sindacato preannuncia un "autunno caldo" con "una decisa azione di ulteriore mobilitazione per la difesa della scuola pubblica e per difendere il diritto al lavoro e i diritti nel lavoro".

Cisl: "Piedi di piombo sul precariato"
Altro monito a Profumo giunge dalla Cisl. "Stia attento il ministro a fare annunci che rischiano di illudere la gente e creare forti delusioni", dichiara il segretario Francesco Scrima, secondo cui il ministro "afferma cose non vere perché le immissioni in ruolo di quest'anno, come quelle del prossimo, sono contenute nel piano di stabilizzazioni triennale stipulato dai sindacati della scuola con il Governo precedente e definito da una legge".

Anche per Scrima bisogna prestare la massima attenzione alla questione dei precari. "Si deve andare cauti e con i piedi di piombo: la conflittualità in atto tra docenti abilitati e laureati non abilitati che rivendicano il concorso di settembre ne è un esempio lampante".

Anche per la Cisl l'obiettivo delle assunzioni solo tramite concorsi è "condivisibile", ma a oggi per Scrima è "poco chiaro quale sia la platea cui si riferisce il ministro parlando di concorsi, come poco chiara è l'eventuale soluzione pensata per i precari". Nell'incontro che i sindacati della scuola avranno martedì col ministro, annuncia Scrima, "la priorità sarà chiarire i termini di questi annunci in modo trasparente". E la Cisl chiederà al ministro di "attivare al più presto l'iter per approvare il regolamento per i concorsi, che è fermo dal 2007, visto che oggi vige il testo unico 297 del 1994".

Rete studenti: "Con Monti niente è cambiato"
La Rete della Conoscenza, network studentesco promosso da Uds e Link, impugna un altro passaggio dell'intervista di Profumo su Repubblica: "Il governo Monti sa che si esce dalla crisi mettendo al centro scuola, università e ricerca". "Un'affermazione assolutamente falsa - dichiarano gli studenti - da quando il Governo Monti si è insediato noi studenti non abbiamo percepito nessuna inversione di tendenza rispetto ai precedenti governi, in particolare da un punto di vista di finanziamenti per scuole, università, edilizia scolastica e diritto allo studio".

"Non è vero - contesta Luca Spadon portavoce nazionale di Link-Coordinamento Universitario - che le tasse aumenteranno solo di 100 euro per gli studenti fuoricorso con i redditi oltre i 90.000 euro, come dichiara Profumo nell'intervista. Con la Speding Review il governo ha infatti reintrodotto il comma originale che era stato poi modificato dal Parlamento, escludendo completamente i fuoricorso dal famoso limite del 20%. Introducendo un comma che prevede aumenti delle tasse del 25% per tutti gli studenti fuoricorso con un ISEE inferiore ai 90.000 euro. Tenuto conto che in Italia la media delle tasse universitarie pagate dagli studenti nei vari atenei è pari a 1027 euro, si comprende come il 25% di questa cifra è pari a 256.75 euro".

L'unico obiettivo di questo governo, secondo la Rete, pare essere quello di punire gli studenti fuoricorso mascherando queste operazioni politiche dietro alla "retorica ideologica del merito" e coprendo in questo modo i tagli ministeriali al finanziamento all'università degli ultimi 5 anni.

"Il Ministro Profumo afferma di voler potenziare l'utilizzo del prestito d'onore - continuano i ragazzi della Rete della Conoscenza - a prescindere da quale modello il ministro abbia in testa, crediamo che un sistema che preveda l'indebitamento degli studenti sia ingiusto e fallimentare, soprattutto per un Paese che quest'anno stanzierà appena 103 milioni per il diritto allo studio a fronte dei 300 necessari per garantire una borsa di studio e i servizi a tutti gli aventi diritto".

"Per quanto riguarda il mondo della scuola - dichiara invece Roberto Campanelli, coordinatore nazionale Unione degli Studenti - continua un vergognoso silenzio da parte del ministro sul progetto di legge Aprea, una proposta che rischia in un colpo solo di privatizzare di fatto le scuole e creare il caos nella loro gestione. Una legge già respinta dai movimenti studenteschi e su cui non rimarremo in silenzio neanche questo volta".

Convinti che sia necessario un movimento che chieda la ripubblicizzazione di scuole e università, gli studenti concludono dicendosi pronti a scendere in piazza il 12 ottobre, data lanciata dall'Unione degli studenti, per ribadire che mettere al centro l'istruzione pubblica "vuol dire porre fine al processo di smantellamento al quale stiamo assistendo negli ultimi anni, per garantire un reale diritto allo studio per tutti gli studenti e le studentesse del nostro paese e cominciare a rinfinanziare l'istruzione di tutti

 


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