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Sindacati divisi sì da Cisl e Uil Cgil: servono soldi

L’ex ministro Fioroni: così si migliora la legge

25/08/2012
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la Repubblica


 

SALVO INTRAVAIA
ROMA
— Su valutazione e reclutamento il ministro Profumo incassa una sostanziale approvazione del mondo della scuola. Dopo l’approvazione dei provvedimenti di ieri in Consiglio dei ministri, la vita di docenti, dirigenti scolastici e alunni cambierà ma la cosa dovrebbe avvenire in maniera soft. Senza cioè i traumi dei precedenti sistemi di valutazione lanciati dal ministro Gelmini. Anche l’esigenza di un nuovo sistema di reclutamento che premi i migliori e soprattutto porti in cattedra docenti giovani viene salutato con un certo favore ma la strada da precorrere è ancora lunga. Per l’ex ministro della Pubblica istruzione, Giuseppe Fioroni (Pd), «l’approvazione della bozza di regolamento sulla valutazione e l’apertura del confronto è un atto estremamente positivo». Lo spauracchio degli insegnanti è sempre stata la valutazione singola del proprio operato. «Quella che esce dalla bozza approvata oggi — spiega Fioroni — è invece una interpretazione migliorativa della legge vigente: i docenti avranno la consapevolezza che la valutazione non è un avviso di garanzia da temere ma l’occasione per migliorare il risultato del proprio lavoro. Partendo dall’autovalutazione
d’istituto si individueranno le cose che non vanno e si cercherà con l’aiuto dell’Indire di migliorarle». Senza premi né punizioni.
Anche i sindacati approvano il lavoro del ministro dell’Istruzione, Francesco Profumo. «La scuola — spiega Francesco Scrima, leader della Cisl scuola — ha bisogno di valutazione. E quello che traspare dalla bozza di regolamento approvata dal governo è un modo per creare, senza punizioni, la cultura della valutazione che mancava». Inoltre, «viene introdotta anche la valutazione del dirigente scolastico cui va la retribuzione di risultato”. Per Massimo Di Manna, a capo della Uil scuola, «i tempi di attuazione saranno lunghi ma il provvedimento avrà effetti senz’altro positivi sulle scuole». Il motivo è presto detto. «Si punta sulla valutazione complessiva delle scuole e non sulla valutazione del singolo docente — continua Di Menna —. Inoltre, al centro del processo viene messo il risultato delle attività formative: un mutamento importante per la scuola che prima badava soprattutto ad avere cosiddette carte a posto». Nelle scuole la vita «probabilmente cambierà e migliorerà
perché sapere che c’è un soggetto esterno che contribuisce alla valutazione dei risultati cambierà anche l’operato degli stessi insegnanti».
Ma c’è anche chi boccia senza scusanti le modalità portate avanti dal governo. «La sfida era importante e rilevante per il Paese», dice Mimmo Pantaleo segretario della Flc Cgil. «Quando si affrontano temi di questa portata, generalmente si mettono in campo risorse e idee. Non è il caso della bozza di regolamento sul sistema di valutazione approvata ieri». E in più non vengono stanziate risorse aggiuntive. Insomma, «zero confronto e zero risorse». Sulla esigenza di aprire il reclutamento ai giovani e meritevoli sono tutti d’accordo. Ma occorre, secondo Fioroni, «provvedere al più presto all’approvazione del nuovo provvedimento sul reclutamento degli insegnanti che accorci i tempi di permanenza all’università valorizzando l’esperienza all’interno delle scuole». «Spero — conclude l’ex inquilino di viale Trastevere — sia anche l’occasione per rivedere il Tfa, accorciando i tempi ed evitando inutili spese aggiuntive per i futuri insegnanti».
 

 


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