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Sindacati contro Giannini: non rispetta gli insegnanti

L’invito radiofonico (Rai 1) rivolto dal ministro Stefania Giannini ai sindacati a smettere di “salvaguardare il minimo garantito per tutti” e a valorizzare invece “chi lavora meglio” ha suscitato un coro di proteste da tutte le organizzazioni dei lavoratori della scuola, confederali e autonome.

21/03/2014
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L’invito radiofonico (Rai 1) rivolto dal ministro Stefania Giannini ai sindacati a smettere di “salvaguardare il minimo  garantito per tutti” e a valorizzare invece “chi lavora meglio” ha suscitato un coro di proteste da tutte le organizzazioni dei lavoratori della scuola, confederali e autonome.

Per Francesco Scrima, segretario della Cisl Scuola, le parole del ministro “suonano irrispettose non tanto per i sindacati, quanto per i lavoratori della scuola, delle cui retribuzioni la ministra è evidentemente all’oscuro. Forse non sa quanto guadagna una categoria che mediamente sta sotto lo stipendio con cui, a detta del premier, si fa fatica a vivere. Conosce poco anche come si fa un contratto, la ministra Giannini. La invitiamo a riflettere sul fatto che la contrattazione avviene sulle risorse che il governo rende disponibili: se queste bastano appena a soddisfare 'il minimo garantito', come lei sprezzantemente lo definisce, non è certo colpa dei sindacati”.

Anche  Mimmo Pantaleo, segretario della Flc-Cgil, sottolinea che “dal 2006 non è stato più firmato alcun contratto che garantisca le risorse necessarie per un adeguato recupero salariale e che migliori la qualità formativa attraverso la contrattazione decentrata”.

Il sindacalista si dichiara “pronto a discutere di valorizzazione professionale dei docenti ma nell’ambito dei rinnovi contrattuali. Il Governo s’impegni perciò a rinnovare il contratto dei lavoratori pubblici. Se invece la ministra Giannini vuole premiare pochi e penalizzare tutti gli altri troverà la nostra ferma opposizione. Argomenti complessi come retribuzioni e carriere necessitano di una discussione seria con le organizzazioni sindacali e non essere affidati a interviste”.


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