Settembre, pronta la scuola a tempo ridotto
Mentre ancora non vengono emanate le linee guida per il rientro in sicurezza, il governo si cautela dettando le regole per la didattica a distanza. Sinopoli (Flc Cgil): soluzione inefficace per chi è in difficoltà e incapace di raggiungere la totalità degli studenti. Servono investimenti immediati per la riapertura
Stefano Iucci
Due indizi non fanno una prova, certamente. Ma qualche indicazione la danno. Per la scuola sta succedendo questo: mentre tutti si sgolano giustamente per il ritorno in classe a settembre, il governo ancora non riesce a tirar fuori un testo accettabile per il rientro in sicurezza; in tutta fretta, però, emana delle Linee guida per la didattica digitale integrata. Per la Flc il senso è chiaro: “Dopo mesi in cui si è dichiarata la povertà della didattica a distanza, la necessità del rapporto educativo in presenza, dopo settimane di promesse sul rientro in classe, ma senza garantire il necessario numero di docenti e di personale Ata, finalmente il ministero tradisce le sue reali intenzioni: proseguire la didattica d'emergenza sulle spalle degli studenti, soprattutto di quelli con maggiori difficoltà”.
I nodi irrisolti per la riapertura delle scuola sono ormai chiari: la carenza di personale stabile (il concorso straordinario per 32.000 docenti è stato spostato all’autunno), la difficoltà di garantire il distanziamento scolastico, visti gli spazi disponibili per le scuole (a cui si chiede fantasiosamente di andarseli a cercare fuori, visto che mancherebbero tra le 20 e le 30 mila aule per un totale di 600.000 studenti) e, da ultima, la vicenda surreale dei banchi monoposto: 2 milioni e 400 mila pezzi messi a bando che però, a detta degli operatori del settore, non potranno mai essere consegnati entro la prima settimana di settembre. Insomma: vista la situazione, meglio pararsi intanto con le regole per la didattica a distanza.
Le linee guida – che sono state inviate al Consiglio superiore della pubblica istruzione – intervengono anche, senza alcuna consultazione con i sindacati, sull’organizzazione del lavoro. C’è scritto, nel testo, che in caso di nuove chiusure le lezioni dovranno svolgersi in modalità sincrona per tutto il gruppo classe e che dovrà essere garantito un orario minimo: 10 ore settimanali per le classi prime della primaria; 15 per le scuole del primo ciclo (primarie, tranne le classi prime, e secondarie di primo grado); 20 per il secondo grado.
Durissimo il commento di Francesco Sinopoli, segretario generale della Flc Cgil: "In questi lunghi mesi di confronto-scontro con il ministero abbiamo sempre sottolineato, inascoltati, il fattore tempo, adesso è chiaro perché le soluzioni che abbiamo proposto non sono state approntate: la didattica a distanza è una soluzione a basso costo già sperimentata in emergenza e oggi proposta addirittura come innovazione”.
Per questo, continua il sindacalista, “chiediamo il ritiro delle linee guida che propongono una didattica inefficace per chi è in difficoltà e incapace di raggiungere la totalità degli studenti. C'è bisogno di forti e immediati investimenti per affrontare la riapertura e, soprattutto, per restituire alla scuola tutte le risorse tagliate negli anni".