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Settembre, pronta la scuola a tempo ridotto

Mentre ancora non vengono emanate le linee guida per il rientro in sicurezza, il governo si cautela dettando le regole per la didattica a distanza. Sinopoli (Flc Cgil): soluzione inefficace per chi è in difficoltà e incapace di raggiungere la totalità degli studenti. Servono investimenti immediati per la riapertura

03/08/2020
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Collettiva.it

Stefano Iucci

Due indizi non fanno una prova, certamente. Ma qualche indicazione la danno. Per la scuola sta succedendo questo: mentre tutti si sgolano giustamente per il ritorno in classe a settembre, il governo ancora non riesce a tirar fuori un testo accettabile per il rientro in sicurezza; in tutta fretta, però, emana delle Linee guida per la didattica digitale integrata. Per la Flc il senso è chiaro: “Dopo mesi in cui si è dichiarata la povertà della didattica a distanza, la necessità del rapporto educativo in presenza, dopo settimane di promesse sul rientro in classe, ma senza garantire il necessario numero di docenti e di personale Ata, finalmente il ministero tradisce le sue reali intenzioni: proseguire la didattica d'emergenza sulle spalle degli studenti, soprattutto di quelli con maggiori difficoltà”.

I nodi irrisolti per la riapertura delle scuola sono ormai chiari: la carenza di personale stabile (il concorso straordinario per 32.000 docenti è stato spostato all’autunno), la difficoltà di garantire il distanziamento scolastico, visti gli spazi disponibili per le scuole (a cui si chiede fantasiosamente di andarseli a cercare fuori, visto che mancherebbero tra le 20 e le 30 mila aule per un totale di 600.000 studenti) e, da ultima, la vicenda surreale dei banchi monoposto: 2 milioni e 400 mila pezzi messi a bando che però, a detta degli operatori del settore, non potranno mai essere consegnati entro la prima settimana di settembre. Insomma: vista la situazione, meglio pararsi intanto con le regole per la didattica a distanza.

Le linee guida – che sono state inviate al Consiglio superiore della pubblica istruzione – intervengono anche, senza alcuna consultazione con i sindacati, sull’organizzazione del lavoro. C’è scritto, nel testo, che in caso di nuove chiusure le lezioni dovranno svolgersi in modalità sincrona per tutto il gruppo classe e che dovrà essere garantito un orario minimo: 10 ore settimanali per le classi prime della primaria; 15 per le scuole del primo ciclo (primarie, tranne le classi prime, e secondarie di primo grado); 20 per il secondo grado.

Durissimo il commento di Francesco Sinopoli, segretario generale della Flc Cgil: "In questi lunghi mesi di confronto-scontro con il ministero abbiamo sempre sottolineato, inascoltati, il fattore tempo, adesso è chiaro perché le soluzioni che abbiamo proposto non sono state approntate: la didattica a distanza è una soluzione a basso costo già sperimentata in emergenza e oggi proposta addirittura come innovazione”. 

Per questo, continua il sindacalista, “chiediamo il ritiro delle linee guida che propongono una didattica inefficace per chi è in difficoltà e incapace di raggiungere la totalità degli studenti. C'è bisogno di forti e immediati investimenti per affrontare la riapertura e, soprattutto, per restituire alla scuola tutte le risorse tagliate negli anni".


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