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Senato - 7^ commissione-istruzione. 24 luglio

MERCOLEDI' 24 LUGLIO 2002 109a Seduta (pomeridiana) Presidenza del Presidente ASCIUTTI Intervengono i sottosegretari di Stato per l'istruzione, l'università e la ricerca Valentina Aprea e p...

25/07/2002
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MERCOLEDI' 24 LUGLIO 2002
109a Seduta (pomeridiana)

Presidenza del Presidente
ASCIUTTI

Intervengono i sottosegretari di Stato per l'istruzione, l'università e la ricerca Valentina Aprea e per i beni e le attività culturali Bono.

La seduta inizia alle ore 14,35.

IN SEDE CONSULTIVA

(1626) Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 8 luglio 2002, n. 138, recante interventi urgenti in materia tributaria, di privatizzazioni, di contenimento della spesa farmaceutica e per il sostegno dell'economia anche nelle aree svantaggiate, approvato dalla Camera dei deputati
(Parere alle Commissioni 5a e 6a riunite. Esame. Parere favorevole)

Riferisce alla Commissione il senatore DELOGU, il quale osserva anzitutto che il decreto-legge 8 luglio 2002, n. 138, comprende due articoli che riguardano materie di competenza della Commissione: l'articolo 4, recante unificazione delle competenze in materia di giochi e l'articolo 8, recante riassetto del CONI. Sino a pochi anni orsono, infatti, i giochi, le scommesse e i concorsi pronostici connessi alle manifestazioni sportive producevano un gettito assai rilevante che consentiva non solo di finanziare tutto lo sport italiano a partire dal CONI, ma anche di far affluire alle casse dello Stato un gettito finanziario significativo. Adesso invece, a seguito della introduzione di nuovi giochi, che hanno attratto una gran mole di scommesse, i proventi che derivano dai pronostici sportivi si sono ridotti in misura notevolissima. Da ciò è derivata una crisi profonda del CONI e delle più importanti federazioni sportive e la necessità da parte dello Stato di erogare somme rilevanti a favore dello sport italiano.
Soffermandosi in particolare sull'articolo 4, il corelatore Delogu osserva che esso, allo scopo di eliminare sovrapposizioni di competenze, di razionalizzare i sistemi informatici e soprattutto di ottimizzare il gettito erariale, attribuisce all'Amministrazione autonoma dei Monopoli di Stato le funzioni in materia di organizzazione ed esercizio di tutti i giochi, le scommesse ed i concorsi pronostici, anche di quelli riservati dal decreto legislativo n. 496 del 1948 al CONI, del quale la predetta azienda diventa concessionaria. Il CONI comunque continua a tenere in via esclusiva i rapporti con le federazioni sportive, il suo Presidente entra a far parte del Comitato generale per i giochi di cui alla legge n. 357 del 1988 ed il suo voto è vincolante per le deliberazioni che afferiscono ai giochi, alle scommesse ed ai pronostici sportivi. Al CONI verrà inoltre attribuita una percentuale delle somme introitate grazie ai giochi, alle scommesse ed ai pronostici sportivi pari a quella prevista dalle vigenti disposizioni. E' però prevista anche la possibilità di attribuire eventuali risorse aggiuntive volte a soddisfare adeguatamente le necessità finanziarie del CONI nel rispetto della sua autonomia finanziaria.
Quanto all'articolo 8, esso dispone la costituzione di una società per azioni denominata "CONI Servizi S.p.A.", della quale il CONI si avvarrà per l'espletamento dei suoi compiti. Il capitale sociale è pari a un milione di euro e le azioni sono attribuite al Ministero dell'economia e delle finanze; il presidente ed il consiglio di amministrazione saranno tuttavia designati dal CONI. L'articolo 8 regola inoltre la vita della società ed i suoi rapporti con il Ministro dell'economia e delle finanze, con il Ministro per i beni e le attività culturali e, ovviamente, con il CONI. Dispone altresì che il personale già dipendente dal CONI passi alle dipendenze della società, fatti salvi i diritti acquisiti. La società succede al CONI in tutti i rapporti attivi e passivi e nella titolarità dei beni facenti capo al CONI stesso.
Il corelatore Delogu ricorda infine che il decreto-legge comprendeva anche l'articolo 6, che recava disposizioni in materia di società e associazioni sportive dilettantistiche. L'articolo è stato soppresso dalla Camera dei deputati, ma il Governo si è impegnato a riproporre in tempi brevi quelle disposizioni in un apposito disegno di legge.

Integra la relazione il corelatore BARELLI, il quale osserva che gli articoli 4 ed 8 del decreto-legge si rendono necessari in considerazione della sensibile diminuzione di entrate connesse ai giochi tradizionali, che per anni hanno garantito l'autonomia del CONI e, attraverso di esso, dello sport italiano. Dagli oltre 1.100 miliardi delle vecchie lire di cui beneficiava il CONI negli anni passati, oggi le entrate si sono infatti ridotte a meno di 600 miliardi, registrando un sostanziale dimezzamento. Il Governo ha pertanto individuato una soluzione idonea a garantire l'autonomia dello sport attribuendo il coordinamento dei giochi ad un unico soggetto; ha assicurato peraltro al CONI la stessa percentuale sui giochi e le scommesse prevista dalle leggi vigenti, da integrarsi ad opera del Ministero dell'economia qualora essa non sia sufficiente a garantire la vivibilità dell'ente e dello sport in generale.
La parte più innovativa dell'opera di riassetto è tuttavia quella contenuta nell'articolo 8, istitutivo della CONI Servizi S.p.A. Si tratta a suo giudizio di una norma che non lede l'autonomia dello sport italiano, in quanto sarà il CONI stesso a stipulare le convenzioni con il suo braccio strumentale e a designare gli organi principali della nuova società.
Nell'esprimere pertanto soddisfazione per un meccanismo volto a rendere più dinamico il settore dello sport, conclude sollecitando una forte attenzione nei confronti delle associazioni sportive che, se espunte dal testo del decreto-legge, dovranno ora trovare adeguato spazio di discussione in un provvedimento ad hoc che il Consiglio dei ministri si accinge a varare e che egli si augura il Parlamento voglia esaminare tempestivamente.

Si apre la discussione generale.

Il senatore D'ANDREA solleva perplessità in ordine alla scelta di introdurre il riassetto del CONI nell'ambito di un provvedimento d'urgenza. Se da un lato è infatti indiscutibile che il settore necessiti di interventi tempestivi, non va dimenticato che la tematica fu affrontata già nel corso dell'esame dell'ultima manovra finanziaria, con la presentazione di emendamenti volti a corrispondere alle esigenze di bilancio del CONI poi ritirati sulla base dell'impegno del Governo ad intervenire con una propria iniziativa. L'iniziativa non ha visto la luce per mesi e si palesa ora nell'ambito di un decreto-legge, che priva il Parlamento della possibilità di un'approfondita discussione. Essa mira peraltro a esautorare il CONI dalla gestione dei giochi di sua competenza, con la motivazione che essi non garantiscono più proventi sufficienti ad assicurare l'autonomia del settore. Incarica inoltre di tali funzioni una società per azioni con capitale interamente pubblico che, a giudizio del Governo, non lede l'autonomia dello sport. Appare tuttavia del tutto evidente che, in caso di insufficienza delle risorse disponibili, il CONI si troverà nella condizione di dover chiedere anno per anno una integrazione finanziaria al Ministero dell'economia, benché finora tutte le forze politiche si fossero attivamente impegnate per scongiurare tale eventualità, considerata fortemente lesiva dell'autonomia del settore. Appare altresì estremamente curioso che il mondo sportivo non levi la sua voce per contrastare tale ipotesi, anche se forse tale atteggiamento di acquiescenza è comprensibile in considerazione della situazione di precarietà finanziaria che caratterizza il settore.
Manifesta pertanto tutta la propria contrarietà nei confronti di una manovra a suo giudizio pericolosa non tanto nell'immediato quanto nelle sue prospettive.

Si associa la senatrice ACCIARINI, la quale condivide pienamente il giudizio di inopportunità sull'inserimento di tale tematica in uno strumento d'urgenza di tutt'altro contenuto, che priva il Parlamento della possibilità di svolgere un dibattito sereno.
Quanto al merito della proposta, ella ritiene che si tratti di una soluzione di grave asservimento del mondo dello sport al potere politico, prevedendo un contratto di servizio annuale fra il CONI e la CONI Servizi S.p.A., che prefigura una rinegoziazione annuale sul piano finanziario.

Il senatore CORTIANA lamenta che la Commissione non abbia avuto molte occasioni di discutere di sport, né in questa né nella passata legislatura. Pare quasi che il peso della politica pubblica per lo sport condotta dal regime fascista impedisca ora di prendere atto con serenità dell'esigenza di un impegno pubblico in tale settore.
Né appare condividibile il riassetto prefigurato dal disegno di legge in esame, che inscrive la politica sportiva in una logica ragionieristica e contabile, di carattere meramente commerciale, senza tener conto dei suoi risvolti sociali, culturali ed educativi.
Nell'esprimere pertanto la sua netta contrarietà all'ipotesi prefigurata dagli articoli 4 ed 8, auspica quanto meno una riflessione approfondita sul settore dello sport, in difficile equilibrio fra dimensione olimpica, professionistica e dilettantistica. Deplora inoltre il silenzio del mondo dello sport su tale iniziativa, tanto più a fronte delle vivaci proteste sollevate nella scorsa legislatura contro il presunto attacco del Centro-sinistra alla libertà dello sport, silenzio che nasconde evidentemente l'impossibilità di sottrarsi ad una pesante limitazione della propria autonomia.

Concluso il dibattito, agli intervenuti replica il corelatore DELOGU, il quale osserva che il dibattito in corso, nonché quello successivo che si svolgerà in Aula, rappresentano due importanti sedi di confronto sulle tematiche dello sport. Ribadisce inoltre la necessità dell'intervento, stante la contrazione delle risorse rinvenenti dai giochi tradizionali.

Replica a sua volta il corelatore BARELLI, il quale sottolinea come la soluzione sottesa agli articoli 4 e 8 del decreto-legge n. 138 non rivesta carattere meramente congiunturale ma sia al contrario strutturale e meriti pertanto attenzione, tanto più dopo tanti anni di crisi. Conviene comunque sull'opportunità di un ampio dibattito sulle tematiche dello sport.

I corelatori DELOGU e BARELLI presentano quindi la seguente proposta di parere favorevole:
"La Commissione, esaminato il disegno di legge n. 1626 di conversione in legge del decreto-legge 8 luglio 2002, n. 138, così come modificato dalla Camera dei deputati, con particolare riferimento agli articoli 4 e 8;
ritenuto che le norme in esame possono fronteggiare ed avviare a soluzione i gravissimi problemi che attualmente affliggono lo sport italiano in generale ed il CONI in particolare in dipendenza della macroscopica contrazione dei proventi derivanti dai giochi, dalle scommesse e dai concorsi pronostici connessi alle manifestazioni sportive;
valutata positivamente la facoltà attribuita, dall'articolo 4, comma 1, al disciplinare di concessione che interverrà tra il CONI e l'Amministrazione autonoma dei monopoli di Stato di prevedere l'attribuzione di risorse aggiuntive allo stesso CONI per soddisfare adeguatamente le sue necessità finanziarie;
valutate altresì positivamente le garanzie riconosciute dall'articolo 8, comma 11, agli ex dipendenti del CONI ora trasferiti alle dipendenze della "CONI Servizi S.p.A";
valutato che tanto l'articolo 4 quanto l'articolo 8 non mettono in alcun dubbio l'indispensabile autonomia del CONI (inteso sia come ente pubblico che come S.p.A) e dello sport italiano;
considerato che detta autonomia va salvaguardata anche attraverso ulteriori atti legislativi tendenti a valorizzare l'associazionismo sportivo quali, ad esempio, le disposizioni in materia di società ed associazioni sportive dilettantistiche prima contenute nell'articolo 6 del decreto-legge, soppresso dalla Camera dei deputati;
esprime, per quanto di competenza, parere favorevole".

Dopo che il PRESIDENTE ha accertato la presenza del numero legale ai sensi dell'articolo 30, comma 2, del Regolamento, la Commissione approva la proposta di parere favorevole dei corelatori.

IN SEDE CONSULTIVA SU ATTI DEL GOVERNO

Proposta di nomina del Presidente del Consorzio per l'Area di ricerca scientifica e tecnologica di Trieste (n. 41)
(Parere al Ministro per i rapporti con il Parlamento. Esame. Parere favorevole)

Riferisce alla Commissione il senatore GABURRO, il quale illustra anzitutto le attività e i compiti del Consorzio per l'Area di ricerca scientifica e tecnologica di Trieste. Raccomanda quindi l'espressione di un parere favorevole sulla proposta del Governo di nominare alla Presidenza del Consorzio la professoressa Maria Cristina Pedicchio, di cui illustra il prestigioso curriculum.

Si passa alla votazione a scrutinio segreto, cui partecipano i senatori ACCIARINI, ASCIUTTI, BARELLI, BETTA, BEVILACQUA, BRIGNONE, COMPAGNA, CORTIANA, D'ANDREA, DELOGU, FAVARO, Vittoria FRANCO, GABURRO, MONTICONE, SOLIANI, SUDANO, TESSITORE, TOGNI e VALDITARA.
La proposta di esprimere parere favorevole sulla nomina della professoressa Maria Cristina Pedicchio è approvata, risultando 12 voti favorevoli, nessuno contrario e sette astenuti.

Proposta di nomina del Presidente dell'Ente teatrale italiano (n. 39)
(Parere al Ministro per i beni e le attività culturali. Esame. Parere favorevole)

Riferisce alla Commissione il senatore BARELLI, il quale coglie l'occasione per commemorare la figura del precedente presidente, Lucio Ardenzi, scomparso poco dopo il suo recente insediamento alla presidenza dell'ente.
Raccomanda quindi l'espressione di un parere favorevole sulla proposta del Governo di nominare alla presidenza dell'Istituto il dottor Galdieri, del quale ricorda il brillante curriculum.

Si passa alla votazione a scrutinio segreto, cui partecipano i senatori ACCIARINI, ASCIUTTI, BARELLI, BETTA, BEVILACQUA, BRIGNONE, COMPAGNA, CORTIANA, D'ANDREA, DELOGU, FAVARO, Vittoria FRANCO, GABURRO, MONTICONE, SUDANO, TESSITORE e TOGNI.
La proposta di esprimere parere favorevole sulla nomina del dottor Domenico Galdieri è approvata, risultando 10 voti favorevoli, nessuno contrario e sette astenuti.

Proposta di nomina del Presidente dell'Istituto nazionale per il dramma antico (n. 42)

Proposta di nomina di un componente del consiglio di amministrazione dell'Istituto nazionale per il dramma antico (n. 43)
(Pareri al Ministro per i beni e le attività culturali. Esame. Pareri favorevoli)

Riferisce alla Commissione il senatore SUDANO, il quale si sofferma anzitutto sulla proposta del Governo di nominare alla presidenza dell'Istituto Turi Vasile, nei confronti del quale esprime profondo apprezzamento in quanto figura storica di origine siciliana assurta a notorietà nazionale ed internazionale in campo cinematografico. Manifesta apprezzamento altresì per la proposta di nominare Emanuele Giliberti a consigliere di amministrazione dell'Istituto, in considerazione delle sue elevate qualità artistiche.

Il senatore TESSITORE ricorda la figura di Giusto Monaco, indimenticato presidente dell'Istituto in anni passati. Esprime conseguentemente qualche perplessità per la proposta del Governo, che cade su una personalità di indiscusso valore ma in un campo specifico quale quello cinematografico.

Il senatore COMPAGNA si associa al ricordo di Giusto Monaco. Manifesta tuttavia consenso alla scelta del Governo di nominare una personalità non competitiva sul piano della memoria con il suo predecessore, in quanto attiva in un campo totalmente diverso.

Il sottosegretario BONO ricorda che la composizione del consiglio di amministrazione dell'Istituto assicura comunque la presenza di uno studioso di teatro antico, di nomina del Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. Al presidente sono invece attribuite competenze più spiccatamente gestionali.

Si passa quindi alla votazione a scrutinio segreto. Ad entrambe le votazioni partecipano i senatori ACCIARINI, ASCIUTTI, BARELLI, BETTA, BEVILACQUA, BRIGNONE, COMPAGNA, CORTIANA, D'ANDREA, DELOGU, FAVARO, Vittoria FRANCO, GABURRO, SERVELLO (in sostituzione del senatore VALDITARA), SUDANO, TESSITORE e TOGNI.
La proposta di esprimere parere favorevole sulle nomine di Turi Vasile e Emanuele Giliberti è approvata, risultando per ciascuna votazione 10 voti favorevoli, nessuno contrario e sette astenuti.

IN SEDE REFERENTE

(1251) CORTIANA ed altri. - Legge-quadro in materia di riordino dei cicli dell'istruzione.
(1306) Delega al Governo per la definizione delle norme generali sull'istruzione e dei livelli essenziali delle prestazioni in materia di istruzione e formazione professionale.
- e petizione n. 349 ad essi attinente
(Seguito dell'esame congiunto dei disegni di legge n. 1251 e 1306, congiunzione con l'esame della petizione n. 349 e rinvio)

Riprende l'esame congiunto, sospeso nella seduta notturna di ieri.

Il presidente relatore ASCIUTTI dà preliminarmente conto della petizione n. 349, sottoscritta da oltre 200.000 cittadini, con la quale si manifesta decisa contrarietà al ricorso alla delega per la riforma scolastica e se ne chiede il ritiro. Ne propone conseguentemente l'abbinamento con i disegni di legge in titolo.

Conviene la Commissione.

Il presidente relatore ASCIUTTI avverte quindi che si procederà nella votazione degli emendamenti all'articolo 2 del disegno di legge n. 1306, pubblicati in allegato al resoconto della seduta notturna del 17 luglio scorso.

La senatrice ACCIARINI dichiara il suo voto favorevole all'emendamento 2.108 (identico al 2.511), interamente soppressivo della lettera d). Tale lettera, oltre a ripartire la scuola secondaria in due gradi collocandone peraltro uno nel primo ciclo e l'altro nel secondo ciclo, opera infatti una netta ripartizione fra il sistema dei licei e quello dell'istruzione e formazione professionale nient'affatto condivisibile e in netta controtendenza rispetto all'evoluzione della scuola italiana coronata dalla legge n. 30. Essa determina così un elemento di forte selezione sociale attraverso la formazione, distinguendo fra percorso scolastico destinato a chi proseguirà gli studi e percorso formativo destinato a chi entrerà nel mondo del lavoro, secondo una dicotomia fondante nella riforma Gentile ma ormai da tempo superata. Non che sia realistico eliminare ogni differenza fra percorsi formativi alternativi; una biforcazione così rigida e precoce allontana tuttavia irrimediabilmente l'integrazione fra i diversi sistemi che pure aveva rappresentato un'acquisizione di grande rilievo della scuola italiana. Né tale separazione può dirsi addebitabile al nuovo Titolo V della Costituzione, che attribuisce la competenza sull'istruzione alla legislazione concorrente fra Stato e regioni e quella sull'istruzione e formazione professionale alla competenza esclusiva delle regioni. Da ciò non deriva infatti in alcun modo l'esigenza di una separazione così netta, né tantomeno il trasferimento alle regioni degli istituti professionali di Stato che la legge n. 30 aveva invece inserito a pieno titolo nel sistema dei licei.

Anche il senatore CORTIANA considera la lettera d) un punto cruciale dell'intero provvedimento, frutto peraltro di una scelta affrettata del Governo, incapace di raccogliere la sfida conseguente alle reazioni suscitate dalla riforma Berlinguer. Il ministro Moratti ha inoltre sommato a tale ritorno al passato la scelta di una canalizzazione precoce degli studi, cui si lega la collocazione della scuola secondaria di primo grado nel ciclo primario. Si tratta in questo caso di una scelta a suo giudizio colpevole, nei confronti della quale manifesta netta contrarietà raccomandando la soppressione della lettera


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