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Senato 7 ^ commissione - dibattito del 26 luglio

VENERDI' 26 LUGLIO 2002 112a Seduta Presidenza del Presidente ASCIUTTI Interviene il sottosegretario di Stato per l'istruzione, l'università e la ricerca Valentina Aprea. La seduta inizi...

28/07/2002
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VENERDI' 26 LUGLIO 2002
112a Seduta

Presidenza del Presidente
ASCIUTTI

Interviene il sottosegretario di Stato per l'istruzione, l'università e la ricerca Valentina Aprea.

La seduta inizia alle ore 9,30.

IN SEDE REFERENTE

(1251) CORTIANA ed altri. - Legge-quadro in materia di riordino dei cicli dell'istruzione
(1306) Delega al Governo per la definizione delle norme generali sull'istruzione e dei livelli essenziali delle prestazioni in materia di istruzione e formazione professionale
- e petizione n. 349 ad essi attinente
(Seguito dell'esame congiunto e rinvio)

Riprende l'esame congiunto, sospeso nella seduta di ieri.

Per dichiarazione di voto sull'articolo 2, interviene la senatrice ACCIARINI, la quale coglie l'occasione per stigmatizzare i tentativi della maggioranza di comprimere il dibattito parlamentare. Ella manifesta comunque netta contrarietà sull'articolo in questione, anzitutto per l'ambiguità con cui affronta l'obbligo scolastico che, da un lato, prevede di ridefinire con legge ordinaria nonostante sia di rango costituzionale e, dall'altro, innalza a 12 anni ma solo gradualmente e ad opera dei decreti legislativi correlativamente alle disponibilità finanziarie. Si tratta pertanto di un grave arretramento rispetto alla condizione attuale, nulla garantendo che non si torni all'obbligo di soli 8 anni previsto dalla Costituzione. Né è fugato il dubbio che la durata dell'obbligo possa essere variabile a seconda del canale d'istruzione prescelto.
Quanto all'articolazione dei diversi cicli, ella rinnova la critica per la scomparsa della continuità curricolare tra la scuola primaria e quella secondaria inferiore. L'ultimo anno isolato di quest'ultima fa inoltre temere l'ipotesi di una canalizzazione ancor più precoce, all'età di appena 12 anni.
Nel richiamare quanto già espresso in ordine all'anticipo dell'età scolare che destruttura, a suo avviso, i segmenti più brillanti dell'attuale percorso formativo, si sofferma poi sull'anno aggiuntivo per l'accesso agli studi universitari dall'istruzione e formazione professionale, su cui invoca un chiarimento anche in considerazione dell'analogo schema che s'impone per i licei, il cui anno terminale resta ugualmente isolato. Dopo aver accennato brevemente all'esigenza di un chiarimento anche in ordine agli esami di Stato e alla frequenza dell'anno aggiuntivo, conclude esprimendo forte dissenso nei confronti della riserva di una quota dei piani di studio in favore delle regioni, che configura a suo giudizio un deciso attacco all'autonomia scolastica.
Annuncia conseguentemente il deciso voto contrario del Gruppo Democratici di Sinistra - L'Ulivo all'articolo 2.

Anche la senatrice SOLIANI considera l'articolo 2 poco convincente e confuso, ritenendo ad esso assai preferibili le ragioni pedagogiche, sociali, culturali e politiche che avevano alimentato la stagione riformista del centro-sinistra coronata fra l'altro dalla legge n. 30. Lamenta peraltro la povertà del dibattito in corso, resa ancora più grave dall'assenza costante del Ministro.
Quanto ai punti cruciali dell'articolo, ella manifesta netta contrarietà all'ipotesi di una revisione dell'obbligo scolastico, previsto dalla Costituzione, con una legge ordinaria, nonché ad un suo innalzamento solo graduale e correlato agli interventi finanziari. Ciò determina infatti una situazione di incertezza, che indebolisce le opportunità d'istruzione per i più deboli.
Critica poi la scelta di anticipare l'età d'ingresso alla scuola dell'infanzia solo al fine di lasciare immutata la durata del percorso scolastico ottenendo comunque il risultato di ridurre di un anno l'età d'uscita dei ragazzi, come ben diversamente perseguito dalla riforma Berlinguer. L'anticipo dell'età scolare, unito all'attribuzione al primo anno della scuola primaria del compito di impartire le strumentalità di base, nonché alla ventilata ipotesi dell'insegnante prevalente, prefigurano peraltro una modifica surrettizia della legge di riforma della scuola elementare (n. 148 del 1990), sulla quale ella manifesta il più netto dissenso. Prende poi atto delle osservazioni dei senatori Valditara e Bevilacqua in ordine all'ultimo anno del ciclo secondario. Le ritiene tuttavia insufficienti, tanto più a fronte di un progetto che mette in discussione l'autonomia della progettazione culturale delle scuole.
Nel manifestare infine perplessità per il raffronto con il contesto europeo, annuncia conclusivamente il proprio voto contrario sull'articolo 2.

Il senatore VALDITARA esprime preliminarmente il proprio rammarico per la mancata occasione di svolgere un dibattito approfondito sui temi della scuola, ma ritiene che la responsabilità di tale situazione risalga alle forze di opposizione, che hanno scelto di praticare un aperto ostruzionismo in luogo di concentrare le critiche sui punti qualificanti della riforma così da consentire a sua volta alla maggioranza di confrontarsi nel merito dei problemi.
Non condivide poi le riflessioni della senatrice Acciarini circa eventuali profili di incostituzionalità dell'articolo 2, in quanto il diritto all'istruzione e alla formazione per almeno 12 anni non implica in alcun modo un disconoscimento del disposto dell'articolo 34 della Costituzione relativamente all'istruzione obbligatoria gratuita per almeno 8 anni.
Entrando poi nel dettaglio dell'articolazione dei cicli prevista dall'articolo in oggetto, su cui dichiara il voto favorevole, egli afferma che il Gruppo Alleanza Nazionale ha espresso il proprio consenso alla previsione di un quinto e ultimo anno dell'istruzione secondaria superiore distinto dai precedenti due periodi biennali, in quanto si esalta in questo modo la fase di completamento del percorso disciplinare e quindi la connessione con l'istruzione post-secondaria, come richiesto anche dal mondo universitario.
Sottolinea inoltre gli altri punti dell'articolo che si sente di condividere pienamente e che attengono al ripristino di una netta distinzione fra scuole elementari e medie inferiori in ottemperanza a esigenze poste dal mondo della scuola, al rafforzamento del ruolo delle scuole medie inferiori come elemento fondamentale di continuità del percorso educativo, alla dignità del canale della formazione professionale, nonché alla previsione per questo stesso canale di un corso annuale integrativo per l'accesso all'università. Sugli ultimi aspetti citati, tuttavia, occorrerà attendere l'iniziativa del Governo per verificare il modo in cui i decreti legislativi delegati sapranno dare vita a un sistema d'istruzione e formazione professionale di pari livello rispetto a quello dei licei.
Da ultimo egli ritiene non proponibile la predisposizione e l'introduzione dei nuovi programmi per i diversi cicli sin dal prossimo anno scolastico, dal momento che non è opportuno improvvisare nel poco tempo a disposizione i percorsi curricolari.

Adesione convinta all'articolo 2 manifesta il senatore COMPAGNA, il quale non ritiene condivisibile l'impostazione etico-civile, più che giuridico-istituzionale, delle proposte emendative dell'opposizione, incentrate sul valore della cittadinanza e sul suo rapporto con la scolarità. Il suo voto favorevole sull'articolo si giustifica peraltro sin dalla formulazione della rubrica, che prefigura un'inversione di tendenza rispetto all'ultimo trentennio. Viceversa, i Gruppi del centro-sinistra evidenziano le loro preoccupazioni di tipo conservatore e continuista, sorrette da argomentazioni dello stesso segno. Essi infatti ritengono che il sistema scolastico degli ultimi decenni abbia assicurato il ricambio sociale e non abbia prodotto la cosiddetta "ossificazione", con ciò opponendosi al provvedimento in esame che quel sistema intende scardinare.
In proposito, egli manifesta avviso esattamente contrario, sostenendo che, quando in Italia esisteva una scuola di tipo tradizionale e non intesa come sistema, la società italiana conobbe una fase di grande dinamismo. In particolare, il valore legale dei titoli di studio ha implicato lo svolgimento di concorsi pubblici affollati da enormi platee di partecipanti, che hanno rappresentato la negazione stessa della promozione sociale. Non comprende pertanto l'atteggiamento dell'opposizione su questo specifico tema e da parte sua si augura venga ristabilito un circuito scolastico che consenta di tenere in giusto conto i dati sociali esterni, ma nel contempo contigui al sistema d'istruzione. La concezione etico-civile della scuola finisce infatti per ignorare sistematicamente la condizione di disoccupazione intellettuale che affligge la società italiana.
Da ultimo, egli riconosce che la disciplina introdotta dall'articolo 2 mette a dura prova la guida dell'amministrazione scolastica. Tuttavia, respingendo come pretestuose le polemiche relative alla partecipazione assai defilata del ministro Moratti alla discussione in Commissione, egli interpreta l'atteggiamento del titolare del Dicastero come manifestazione di fiducia nei confronti del Sottosegretario che, unitamente al Presidente relatore, ha saputo guidare egregiamente l'andamento del dibattito e in particolare la linea di condotta che la maggioranza era tenuta ad assumere.

Anche il senatore FAVARO annuncia il proprio voto favorevole sull'articolo, che intende recuperare l'assetto del sistema d'istruzione che la legge n. 30 del 2000 aveva voluto scardinare. Certamente l'articolo 2 rappresenta il cuore del provvedimento, in cui si manifesta in particolare la convinzione del Governo sulla validità della doppia canalizzazione della scuola secondaria superiore. Attraverso quella norma, infatti, ci si propone di superare la tradizionale impostazione del sistema d'istruzione italiano, allo scopo di esaltare il valore della formazione professionale e dell'attività lavorativa a partire dai 15 anni di età, con ciò ovviando anche al grave fenomeno della dispersione scolastica.

Dopo che il senatore BRIGNONE ha annunciato il proprio voto favorevole, l'articolo 2 viene posto ai voti e approvato con le modificazioni apportate nel corso dell'esame.

Si passa all'esame dell'emendamento 2.0.1, volto ad introdurre un articolo aggiuntivo dopo l'articolo 2, già pubblicato in allegato al resoconto della seduta notturna del 17 luglio scorso.

In assenza del proponente, la senatrice SOLIANI fa proprio l'emendamento in oggetto e lo illustra. Pur osservando che la proposta si sarebbe meglio integrata con la lettera l) dell'articolo 2 se quest'ultima fosse stata modificata nel senso indicato dall'opposizione, ella ritiene tuttavia che l'emendamento vada comunque difeso in quanto prevede l'inserimento nei curricoli di percorsi interdisciplinari dedicati alla conoscenza del territorio di appartenenza, con ciò rafforzandosi a un tempo il ruolo delle istituzioni scolastiche autonome e degli enti territoriali.
E' inoltre del tutto condivisibile il richiamo alle realtà intermedie della società civile, in quanto diretto a consolidare il senso di appartenenza della scuola alla comunità di riferimento e conseguentemente anche il senso di cittadinanza. La scuola si rende così protagonista anche del progresso economico del territorio di appartenenza e dovrà ormai essere inclusa fra i soggetti chiamati a predisporre la programmazione per lo sviluppo del territorio medesimo.
Ella si sofferma poi sul comma 2, con il quale si delinea una sollecitazione agli studenti ad esercitare consapevolmente il diritto di cittadinanza attiva e di partecipazione democratica a livello locale. La disposizione in oggetto del resto traduce a livello normativo una realtà in parte già esistente, nella quale - attraverso l'inclusione di forze generazionali finora escluse - sono attive forme di partecipazione dei giovani alla vita politica e sociale delle loro comunità. Infine, il comma 3 compie coerentemente un riferimento al piano di attuazione di cui all'articolo 7, in modo che i progetti in questione non siano semplicemente rimessi alla buona volontà degli enti locali.
Replicando quindi alle argomentazioni del senatore Compagna, ella ribadisce che la dimensione etico-civile del sistema scolastico ne rappresenta un aspetto irrinunciabile, affinché esso non sia rivolto solamente al proprio interno, bensì interrelato con gli altri comparti della società.

Il senatore TESSITORE interviene nella discussione sull'emendamento in esame, ritenendo in primo luogo di non doversi unire alle lamentazioni per l'assenza del massimo esponente del Ministero, in quanto reputa che lo scarso interesse palesato dal Ministro nei confronti del dibattito in Commissione rappresenti un elemento di chiarezza. Afferma poi che il suo intervento ha un deliberato carattere etico, poiché l'etica - quindi la morale civile, la morale pubblica distinta da quella privata - non può che essere elemento fondante di ogni tipo di discussione politica; a maggior ragione quando si tratta di disciplinare il settore della scuola, affinchè la formazione non abbia un carattere meramente formalistico.
Sotto questo profilo, l'articolo 2 è palesemente carente e occorre pertanto sostenere l'emendamento 2.0.1 che si contrappone chiaramente all'impostazione prescelta dal Governo nella materia in oggetto. L'emendamento infatti reca una formula elegante per concretizzare i processi educativi, prevedendo la costruzione di percorsi interdisciplinari dedicati alla conoscenza del territorio di appartenenza. La proposta pone inoltre in rilievo i rapporti intersoggettivi che debbono essere al centro del sistema scolastico e, sul piano dei contenuti dell'insegnamento, richiama espressamente il valore della cittadinanza attiva e della partecipazione democratica, che deve appunto sostanziarsi nel processo di collegamento non solo con il territorio di appartenenza, ma anche con la comunità di dimensione nazionale ed europea. In tal senso, l'emendamento corrisponde pienamente ai valori etici in cui anch'egli si riconosce, senza che ciò possa prefigurare una sospetta volontà di evocazione dello statalismo etico.

Il presidente relatore ASCIUTTI esprime parere contrario sull'emendamento 2.0.1, ritenendolo pleonastico alla luce delle norme di analogo tenore già presenti in altra parte del disegno di legge.

Il sottosegretario Valentina APREA si associa al parere testè reso dal Presidente relatore e conferma che gli aspetti condivisibili dell'emendamento sono già stati recepiti nel provvedimento, mentre per le altre parti la proposta del senatore Cortiana appare eccessivamente rigida e limitativa dell'autonomia scolastica.

Il senatore BRIGNONE, dopo aver rimarcato la cortesia e la lungimiranza del presidente Asciutti anche nei confronti dell'opposizione, a differenza di quanto avvenuto nella precedente legislatura, interviene in dichiarazione di voto sull'emendamento 2.0.1 e sottolinea l'atteggiamento contraddittorio della minoranza che si era opposta ad un suo precedente emendamento tendente a specificare la dimensione percentuale delle quote regionali dei curricoli.
Nel merito della proposta in esame, egli si dichiara favorevole a una maggiore apertura nei confronti della partecipazione studentesca alle realtà istituzionali territoriali. Eccepisce tuttavia che, laddove accolta, la disciplina proposta determinerebbe numerosi problemi pratici e organizzativi, con riferimento alla disponibilità dei singoli docenti a cedere parte del loro monte orario a vantaggio dei percorsi interdisciplinari, all'ancora prevalente diffusione del lavoro individuale degli insegnanti rispetto a quello d'équipe almeno nelle scuole secondarie superiori e inoltre all'effettiva responsabilità in capo a un solo docente dei medesimi progetti interdisciplinari.
In ogni caso, è dubbio che questi aspetti possano essere normati con un intervento legislativo, che li renderebbe obbligatori. Pertanto, pur introducendosi principi non contrari alla filosofia del suo movimento politico, egli dichiara di astenersi sull'emendamento a causa delle perplessità che suscita una disciplina così dettagliata.

A titolo personale, anche la senatrice Vittoria FRANCO dichiara di astenersi sull'emendamento in votazione, di cui condivide peraltro i primi due commi tendenti a valorizzare l'autonomia scolastica. Al riguardo, nel rilevare come il disegno di legge disconosca l'importanza dell'autonomia, ricorda che già negli Stati generali della scuola si era dibattuto sui temi prevalenti dei processi riformatori in atto nei diversi Paesi europei. In quell'occasione, emerse chiaramente che a livello europeo veniva raccomandata o già praticata una maggiore autonomia degli istituti scolastici e degli organi di governo della scuola. In ciò trova ulteriore motivo di essere la sua adesione ai principi dell'autonomia scolastica e si giustificano le preoccupazioni per quel centralismo regionale che la riforma governativa sembra voler sostituire a quello statale.
L'autonomia però implica anche la necessità di interventi correttivi delle disuguaglianze territoriali e questa esigenza, a sua volta, chiama nuovamente in causa la partecipazione democratica, l'attenzione della società civile sui processi


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