Secolo XIX: Scuole privatizzate, esami per i docenti e licenziamento
la riforma in germania
Ridisegnare l'istruzione costa 29 miliardi di euroGli insegnanti e i sindacati già pronti alla rivolta
Berlino. Quando decidono di mettere mano a una riforma, i tedeschi non solo camminano con gli stivali delle sette leghe, ma non esitano nemmeno un attimo a prendere in mano l'accetta per tagliare i rami considerati secchi. Dopo che ieri il Bundestag ha varato a schiacciante maggioranza, con l'appoggio dell'opposizione liberale e verde, l'aumento dell'età pensionabile da 65 a 67 anni a partire dai nati nel 1947, sotto il rullo compressore della riforma dell'istruzione potrebbe presto finire l'invidiata categoria dei professori delle scuole secondarie.
In uno studio di 160 pagine, stilato da sette famosi esperti capeggiati dal presidente della "Freie Universität" di Berlino, Dieter Lenzen, sono state elencate proposte rivoluzionarie destinate in futuro a rendere irriconoscibile la scuola tedesca. Dopo un'analisi spietata, che ha messo in luce le drammatiche carenze attuali dell'istruzione secondaria con un quarto degli alunni quindicenni della "Hauptschule", la scuola professionale riservata ai figli dei meno abbienti - che fanno non poca fatica a leggere e a far di conto - gli studiosi chiedono, come prima misura, l'abolizione di questa scuola ghetto.
Convinti che non è trasferendo i ragazzi da un tipo di scuola a un altro che i problemi scompariranno per un colpo di bacchetta magica, gli autori dello studio hanno formulato una proposta ancora più radicale. Che ha immediatamente scatenato polemiche nel mondo politico e ha quasi prodotto una sollevazione del corpo insegnante. Il professor Lenzen e i suoi colleghi chiedono né più, né meno che lo Stato rinunci a dirigere la scuola pubblica, assicurandone tuttavia il finanziamento, ma lasciandone la gestione ai privati. Che potranno scegliere liberamente gli insegnanti, i quali perderebbero così anche il privilegio dell'illicenziabilità.
A centinaia di migliaia di professori, che in media guadagnano quasi il doppio dei loro colleghi italiani, la prospettiva ha fatto correre un brivido lungo la schiena. Anche perché le proposte avanzate dai "sette saggi dell'educazione" prevedono il conferimento di una "Lehrlizenz", una licenza per insegnare, revocabile nel caso in cui un insegnante non si mostri adeguatamente qualificato e non partecipi nel corso della propria carriera a corsi di aggiornamento. Lenzen e i suoi colleghi intendono creare un sistema scolastico secondario paragonabile a quello universitario, con la possibilità per le famiglie, secondo una prassi già praticata con successo in Olanda, di poter scegliere liberamente la scuola pubblica più qualificata in cui mandare a studiare i loro figli.
«Chi lavora bene va premiato, ma chi fa male il proprio lavoro dev'essere punito»è la drastica proposta relativa alla qualità della didattica degli insegnanti formulata da Lenzen, secondo il quale un cambiamento in meglio del sistema scolastico tedesco è possibile solo «mediante la concessione o la soppressione di risorse economiche e con l'ottenimento o la perdita di una buona reputazione. Ciò può funzionare solo se è possibile individuare il merito e la responsabilità per il successo o l'insuccesso».
Insomma, una radicale trasformazione del sistema dell'istruzione tedesca. Che richiederà una somma enorme, stimata a 29 miliardi di euro. Marianne Demmer, responsabile del sindacato degli insegnanti (Gew), ha bollato le proposte come «contraddittorie e inadatte». Ma il primo ad approvarle è stato il ministro dell'istruzione del Baden-Wuerttemberg, Helmut Rau (Cdu), che s'è detto disponibile a sedersi intorno ad un tavolo a discuterle al più presto. Poiché in Germania l'istruzione è di competenza di ognuno dei 16 länder, il rischio è che alla fine finisca come per la legge contro il fumo, il cui divieto totale è stato imposto solo da qualche land, con gli altri che si sono limitati ad adottare soluzioni di compromesso.
Claudio Guidi