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Secolo XIX: Scuola, i G8 riuniti a Mosca: l'istruzione pubblica è il futuro

Elaborata una "carta" comune. I titoli di studio dovranno essere riconosciuti in tutto il mondo

03/06/2006
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Il Secolo XIX

Mosca. Basta con i tagli alla scuola pubblica: a Mosca, dove ha partecipato ad un vertice G8 sui problemi dell'educazione, il ministro dell'Istruzione Giuseppe Fioroni ha insistito sulla necessità di un'energica inversione di tendenza.

«Perché in Italia si continua a procedere ai tagli quando il G8 ribadisce che la scuola è un bene pubblico? Perché da noi parlare di pubblica istruzione è ancora tabù?», si chiede Fioroni.

«Chi non investe sull'istruzione è condannato a restare indietro», avverte e per questo gli sembrano fuori luogo tagli che vanno «dai fondi per la messa in sicurezza degli edifici scolastici al rinnovo dei contratti del personale e persino al pagamento dei commissari degli esami di maturità».

Nell'auspicio che si apra nella Penisola un grande dibattito nazionale sui problemi dell'educazione, il ministro si fa forte della «dichiarazione di Mosca» sottoscritta ieri all'unanimità non solo da tutti i ministri dei Paesi G8 ma anche da quelli di sei nazioni invitate al vertice (Brasile, India, Cina, Messico, Sudafrica e Kazakhstan).

«La scuola - sottolinea la dichiarazione congiunta - è un elemento portante della coesione sociale e dello sviluppo economico. È un bene pubblico, deve essere inclusiva e aperta a tutti, è strumento per la conoscenza delle scienze sociali e umanistiche, è il mezzo per favorire la cultura della legalità».

Dopo aver messo in risalto come gli insegnanti siano una risorsa preziosa da valorizzare al massimo, il documento rimarca che «è indispensabile investire risorse pubbliche nella scuola e quest'investimento deve essere accompagnato dalla verifica della qualità dei risultati».

I ministri del G8 (Stati Uniti, Giappone, Germania, Francia, Gran Bretagna, Italia, Canada e Russia) sono per la messa a punto di uno «standard di sapere condiviso a livello internazionale con indici di valutazione chiari e riconoscibili». E caldeggiano una «internazionalizzazione della scuola, fatta su reciprocità e riconoscibilità dei titoli di studio».

In altri punti-chiave della «dichiarazione di Mosca» (che servirà di base per discussioni tra i capi di stato e di governo al vertice G8 in calendario per metà luglio a San Pietroburgo) i ministri si soffermano sul problema degli immigrati (ai quali «occorre consentire l'accesso a nuove lingue e culture senza mortificare quelle di origine») e sulla necessità di migliorare e modernizzare il sapere tecnico-professionale alla luce dei bisogni della globalizzazione sociale ed economica. A detta di Fioroni è necessario che l'Italia «tragga ulteriori conseguenze» dal documento approvato nella metropoli russa, impegnandosi a fondo per rilanciare la scuola come «bene pubblico».

«Se tutti i paesi del mondo, comprese Cina, India e Brasile, decidono di superare diffidenze e distanze per cooperare e far crescere l'istruzione e l'educazione, anche noi in Italia - afferma il ministro - dobbiamo trarre elementi di dialogo e condivisione. Facciamo dell'istruzione dell'educazione una grande questione nazionale».

«Governo e parlamento - incalza Fioroni - ricevono dalla dichiarazione del G8 di Mosca i punti qualificanti per una sfida che dobbiamo vincere assieme. È lo stesso pressante invito rivolto dal governatore della Banca d'Italia Draghi. Chi non investe sull'istruzione è condannato a restare indietro».


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