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Secolo XIX: Scuola, genitorie docenti in piazza «Basta con i tagli»

Sempre più numerose le classi accorpate per l'assenza di supplenti. Gravi problemi per i disabili

14/04/2007
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Il Secolo XIX

Corteo di Protesta
Sempre più numerose le classi accorpate per l'assenza di supplenti. Gravi problemi per i disabili

UN PO' PIU' VECCHI, un po' più grigi. Alcune mamme con pance "nuove", alcuni ex alunni delle elementari, con i piedi molto cresciuti. Un vero e proprio deja vu. Non ci sono ancora gli striscioni del "Coordinamento in difesa del tempo pieno" che due anni fa erano diventati bandiere, non ci sono ancora i tamburi e i cori, ma il primo incontro di genitori e insegnanti per protestare con il nuovo ministro all'istruzione - che, se possibile, ne sta combinando più del precedente - lascia intravvedere la stessa bellicosità.
Si riuniscono alla cinque del pomeriggio a Caricamento, arrivano genitori e insegnanti delle scuole del centro storico e della Val Bisagno ma anche di Quarto. Dove nelle elementare Palli qualche settimane fa è scoppiata la prima rivolta per l'accorpamento delle classi - e lo scandaloso mix di bambini di ogni età- in conseguenza del mancato arrivo di denaro per pagare le supplenti. Situazione che perdura e che stravolge oramai tutte le scuole della città. Annullando, fra l'altro, le compresenze del tempo pieno.
Tardano i manifestanti del Ponente e della Valpolcevera perché il traffico in quella zona è congestionato, arriveranno più tardi quando il corteo, piccolo ma molto rappresentativo, si sposta verso piazza Matteotti. Una mamma, presente nelle manifestazioni del 2005, riflette che non prevedeva con il terzo figlio di ritrovarsi ancora qui, con le stesse persone, con gli stessi problemi. Per la verità non sono gli stessi perché nell'elenco dei volantini compare qualche aggravante rispetto alla "stagione" della Moratti: hanno tagliato gli insegnanti (circa 140 in meno per la provincia di Genova), la Finanziaria ha fatto saltare, per la prima volta, il "tetto" del numero di alunni che compone una classe per cui anche in Genova si stanno già formando classi con 26-28 e uno o due ragazzini con handicap. Ed è su questo argomento che si scatena l'indignazione generale, di genitori e insegnanti.
Il nuovo governo ha introdotto un percorso diverso riguardo la certificazione dell'handicap per un alunno. Mentre prima era previsto un passaggio dal distretto e quindi dall'Asl ora è richiesto l'intervento della commissione che valuta l'invalidità civile. «E' chiaro che si tratta di un deterrente per le famiglie che già sono restie a dichiarare il proprio figlio portatore di handicap e bisognoso di un sostegno - riflette una maestra della elementare Daneo - si immagini sottoporsi ad un giudizio di una commissione che mette una sorta di timbro su tuo figlio». Già circolano storie ed aneddoti impressionanti come quel bimbo di una scuola della Valbisagno che, davanti agli otto membri della commissione, si è rifugiato sotto il tavolo e non è più uscito di lì per un po'. Ci si chiede anche cosa succederà dei figli (con problemi di handicap dei più diversi) degli stranieri senza permesso di soggiorno, che si dilegueranno davanti a questa ulteriore barriera burocratica.
Nella folla che scivola su per via San Lorenzo, si distinguono Marco Scanavino dei Cobas, Paola Repetti e Paolo Quattrida della Cgil che i lavoratori della scuola conoscono bene. Il primo conferma e ribadisce lo sciopero dell'11 maggio, gli altri due affermano che ci sono tavoli di trattativa aperti e quindi lo sciopero proclamato per il 16 aprile è stato rinviato.
Paola Repetti, segretario provinciale Cgil Scuola, dice che esiste un rimedio a questa sfilza di disastri causati dalla Finanziaria «basta togliere la clausola di salvaguardia in cui si sancisce che se i risparmi non avvengono attraverso i tagli, i soldi vengono trattenuti altrove». E riflette su una realtà disomogenea «anche qua da noi, dove ci sono "scuolette" di entroterra semi deserte, e classi "metropolitane", soprattutto nelle primarie, superaffollate. Ragion per cui l'inclusione, l'integrazione, la dispersione, in condizioni così, restano parole vuote».
Donata Bonometti

«Dove ci sono troppi alunni integrazione
di fatto
impossibile
PAOLA REPETTICgil Scuola


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