Secolo XIX/Savona: Scuole verso la bancarotta finiti i soldi per le supplenze
La Cgil: «Debiti per un milione. Così si chiude». Appello al prefetto
LA SCUOLA savonese è sull'orlo della bancarotta. Non ha più soldi non solo per pagare i supplenti, ma neppure per la manutenzione delle fotocopiatrici, l'acquisto di materiale di cancelleria, o semplicemente di detersivo per lustrare lavandini e pavimenti. Persino la carta igienica è diventata un lusso, tanto che in molte direzioni didattiche i bambini sono invitati a portarsela da casa.
La tassa sui rifiuti, poi, è l'incubo di dirigenti e direttori amministrativi. Laddove i Comuni non hanno previsto sconti per le scuole, La Tarsu si è trasformata in un macigno. Sono stati segnalati casi in cui la scuola, non essendo stata in grado di coprire il debito di decina di migliaia di euro, si è vista recapitare dall'Esattoria l'avviso di pignoramento. Secondo una stima della Cgil, il debito accumulato dalle scuole materne, elementari e medie della provincia sfiora il milione di euro. Otto milioni in Liguria.
«Situazione insostenibile», la definiscono i sindacati. La Cgil per la prima volta lancia l'idea di un "libro bianco" da presentare al prefetto, con le cifre del disastro. Ogni scuola è stata invitata a documentare semplicemente la situazione di cassa. I numeri sono più eloquenti di tante parole. E sono numeri da brividi. Nel giro di pochi anni, dicono i sindacati, le risorse destinate alle scuole sono state tagliate del 40 per cento. Con l'ultima Finanziaria, poi, è arrivata un'ulteriore sforbiciata del 20 per cento. Letale.
Di recente i direttori amministrativi (gli ex segretari) savonesi si sono ritrovati per discutere come affrontare l'emergenza. Ma è una battaglia impari quando dallo Stato non arriva nemmeno il denaro promesso. E' il caso dei fondi per il funzionamento amministrativo e didattico. La Finanziaria ha stabilito che ogni scuola riceverà una media di otto euro all'anno per bambino, che è già un'inezia. Il problema è che nel viaggio da Roma a Savona il contributo è sceso, a seconda dei casi, a 7, 6, 5, persino 2,50 euro a studente. In altre parole, la media savonese non supera i 5 euro.
«Abbiamo sollevato in più occasioni proprio questo problema, così come abbiamo evidenziato la drammatica situazione debitoria di alcune scuole - sottolinea Gianni Cazzola, coordinatore regionale della Cgil scuola - ma dal Ministero le risposte stentano ad arrivare. Da qui la decisione di rivolgerci direttamente al prefetto prima che il sistema vada definitivamente in tilt». Le scuole, avendo esaurito i fondi, ormai non chiamano più supplenti neppure per coprire lunghe assenze del titolare di cattedra» afferma Luigi Viggiano della Cisl. Del resto, economizzare sulle supplenze è impossibile, considerato il crescente numero di congedi per malattia o maternità tra gli insegnanti.
«Ci sono dirigenti scolastici - spiega ancora Viggiano - che per la stessa cattedra sono stati costretti a pagare quattro persone, perché prima è andato in congedo il titolare, poi il sostituto, e infine il sostituto del sostituto». Naturalmente, i primi a pagare i disagi sono gli alunni e le loro famiglie. «Si fa fronte alle assenze degli insegnanti smistando i bambini in altre classi o magari riunendoli tutti in palestra con un solo docente - rivela Cazzola -. A queste condizioni parlare di qualità didattica è risibile».
La Cgil ha individuato alcune situazioni esemplificative del dramma delle scuole savonesi. In una media del Ponente il debito per le supplenze dell'anno in corso è di 31 mila euro. Sempre nel Ponente c'è una direzione didattica che ha conti in rosso per 60 mila euro. In Valbormida una scuola elementare deve pagare al Comune 60 mila euro di arretrati della tassa sui rifiuti. Un liceo savonese ha accumulato debiti per 14 milioni nel capitolo supplenze e per 35 relativi agli stipendi dei commissari degli esami di Stato dello scorso anno. Non è chiaro come farà ad affrontare le spese della prossima Maturità.
Bruno Lugaro