Secolo XIX: Ritornano gli esami di riparazione
Polemiche sul decreto per le superiori del ministro Fioroni. Critici gli studenti sui blog
Roma. Un ritorno al passato per milioni di studenti e insegnanti dopo aver scoperto che oltre quaranta studenti su cento vengono promossi nonostante una o più insufficienze, e che solo 1 su 4 recupera i "debiti scolastici" durante il quinquennio. Numeri che hanno spinto il ministro dell'Istruzione Giuseppe Fioroni a reintrodurre, dopo 13 anni, gli esami di riparazione. Già da quest'anno scolastico.
Una scelta inevitabile, secondo il ministro. «Se non l'avessi fatto, sarei stato un irresponsabile», ha spiegato ieri subito dopo aver firmato il decreto sugli esami che si svolgeranno nella forme decise da ogni singolo consiglio di classe, come prevede il principio dell'autonomia scolastica. Le date, però, saranno quelle imposte dal ministero. Le scuole dovranno organizzare, subito dopo gli scrutini intermedi (quelli tra gennaio e febbraio), i corsi di recupero per gli studenti con insufficienze, per cui potranno avvalersi anche di insegnanti esterni alla scuola. I ragazzi potranno anche non parteciparvi, scegliendo docenti privati. Durante l'anno scolastico saranno però sottoposti a verifiche per controllare la loro preparazione. Se non ci saranno stati miglioramenti prima dello scrutinio finale, gli istituti avvertiranno le famiglie dei ragazzi con uno o più debiti e offriranno agli studenti la possibilità di frequentare altri corsi di recupero durante l'estate. Poi, dopo il 31 agosto, e non oltre l'inizio delle lezioni dell'anno successivo, tutti coloro che non hanno recuperato durante l'anno verranno sottoposti agli esami di riparazione nelle modalità decise da ogni singolo consiglio di classe.
Gli esami potranno consistere in un test, in una prova scritta o in una verifica orale. Ciò che conta, però, è che dall'esito della prova dipenderà l'ammissione dello studente alla classe successiva. Preziosa soprattutto per gli studenti del terzo e del penultimo anno che, in caso di superamento della verifica di settembre, riceveranno anche dei crediti, ossia punti che accresceranno il voto della maturità.
Con gli esami di settembre torneranno quindi promozioni e bocciature. Per il terrore di molti ragazzi, che si erano abituati ad andare avanti nonostante gravi lacune in matematica (la materia che miete più vittime tra gli studenti) o in italiano. Tanto da arrivare persino a sostenere gli esami di maturità senza aver saldato i debiti scolastici. I dati parlano chiaro: nel 2005, il 30% degli studenti è stato promosso nonostante una o più insufficienze. Percentuale che quest'anno è salita al 42%. Per l'ira di Fioroni che ha deciso di correre ai ripari reintroducendo gli esami di riparazione. «Non so se questo verrà interpretato come un provvedimento progressista o passatista - ha detto - ma so che è ora di farlo perché sarebbe imperdonabile limitarsi a prendere atto di questa situazione di povertà culturale che colpisce soprattutto i figli delle famiglie più disagiate. La Costituzione chiede alla scuola di essere un ascensore sociale, e io ne dovevo tenere conto». Ripristinando, appunto, gli esami di settembre, così da spingere i ragazzi a partecipare ai corsi di recupero («Attualmente li frequenta meno del 60% degli studenti con debiti», ha ricordato Fioroni) e, soprattutto, a studiare con maggiore impegno.
Ma il ritorno alle prove di riparazione ha anche dei costi, visto che i docenti, sia interni che esterni alle scuole, andranno pagati per le ore di recupero. «Sul fronte delle risorse ci siamo già impegnati stanziando 30 milioni», ha precisato il ministro, che ha anche assicurato l'arrivo di altri fondi in tempi brevi. «L'essenziale - ha concluso Fioroni - è che i ragazzi tornino a saldare i debiti, anche se questo termine non mi piace».
Ad alcuni esponenti dell'opposizione e della maggioranza invece non piace la reintroduzione degli esami di riparazione. «Ancora una volta Fioroni affronta temi come quello del ripristino del merito all'interno della scuola con grande demagogia», sibila Paola Frassinetti (An), a detta delle quale «non ci sono adeguati finanziamenti per realizzare in concreto questo vantato ritorno alla serietà e al rigore». Duro anche Giuseppe Villetti, vicepresidente dello Sdi: «La reintroduzione degli esami di riparazione dà quel tocco di reazionario che ben si addice all'impostazione clericale di Fioroni, le cui posizioni fanno apparire un campione di modernità persino la Moratti». Critica anche la Rete degli Studenti, secondo cui «l'ingresso dei privati auspicato da Fioroni apre inquietanti prospettive di lucro sulle difficoltà di migliaia di studenti». Ä? Invece favorevole al provvedimento il senatore Andrea Ranieri (Ds), che però precisa: «Parlare di esami di riparazione è sbagliato: il decreto di Fioroni è invece finalizzato a rendere più stringente per le scuole l'obbligo di organizzare corsi di recupero e di valutarne gli esiti».