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Secolo XIX: Presidi, si allarga la protestacoinvolte anche le famiglie

emergenza scuole: parte una lettera per i genitori Il Provveditore sull'appello al prefetto: nessun provvedimento disciplinare

11/02/2010
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Il Secolo XIX

Donata Bonometti

DECINE di prèsidi sulle barricate e un clima infuocato attorno, che si tenta di stemperare, in attesa che il prefetto risponda al documento che i dirigenti scolastici gli hanno spedito, dopo aver proclamato uno stato di emergenza sociale per le condizioni economiche della scuole. Le adesioni al documento sono in crescita da ieri e hanno raggiunto quota 90 capi di istituto (su 110). La prossima settimana intendono redigere una versione più"popolare" e meno tecnica del documento per distribuirlo alle famiglie. Informarle e in qualche modo coinvolgerle nell'emergenza che esse stesse cominciano a subire. Niente supplenti, niente materiale didattico, niente pre-scuola, niente corsi di recupero. In posizione separata i presidenti, regionale e provinciale dell'Associazione nazionale presidi, Nicolò Scialfa e Santo Del Dio che non hanno aderito al documento e, pur dichiarando solidarietà, spiegano il loro dissenso.

«Cerchiamo tutti di tenere i toni bassi altrimenti diventa una situazione infernale», esordisce il Provveditore Sara Pagano. E aggiunge: «Non si intende prendere provvedimenti disciplinari. Anche se mi sembra che la chiamata in causa del prefetto potrebbe esacerbare ed estremizzare». Quanto all'irritualità di aver scelto anche come interlocutore il rappresentante del governo, vale a dire il prefetto, il provveditore commenta: «Il prefetto ha il compito di mediare e quindi, se chiamato a farlo, lo farà. Ma non nei nostri confronti. Noi non siamo l'opposizione dei dirigenti scolastici. Conosciamo i problemi e le difficoltà serie: stiamo raccogliendo le loro testimonianze, in alcuni casi drammatiche, come quella del Barabino Klee forse il più"indebitato", da presentare fra una settimana al ministero. Lavoriamo per prorogare i termini della presentazione del bilancio».

Osserva Nicolò Scialfa: «Le critiche formulate nel documento sono condivisibili, io personalmente con l'istituto popoloso che dirigo ho oltre 330 mila euro di crediti... Non ho aderito perché a mio avviso a livello locale si incide poco, è il tavolo nazionale quello che conta. Non è con il movimentismo che si sblocca la situazione». Anche Del Dio manifesta perplessità: «Un documento tecnico uscito da una conferenza di servizio organizzata dall'Ufficio Regionale Scolastico è diventato di tenore politico, a maggior ragione se si chiede l'intervento del prefetto, e scaturito da un'autoconvocazione. Al di là degli aspetti folcloristici, noi come associazione stiamo studiamo col ministero come ridurre lo stato di sofferenza delle scuole. Prima ancora che i presidi se ne accorgessero...».

Insieme firmano un comunicato in cui ribadiscono che «l'associazione ha da tempo sollevato il problema in tutte le sedi competenti, con concrete ipotesi di soluzione; non c'è"disattenzione"della nostra associazione circa lo stato di forte disagio e preoccupazione dei dirigenti scolastici per la grave situazione finanziaria delle scuole». Si fanno vive anche le segreterie regionali dei sindacati Uil, Cisl, Cgil e Snals che affiancano i presidi. E dicono: «La pesante diminuzione delle risorse non può violare norme e diritti contrattuali soggettivi. Gli effetti non sono imputabili ai dirigenti o al personale che legittimamente non può lavorare nel sistematico disagio».

bonometti@ilsecoloxix.it


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