Secolo XIX: Precari, il Tar "boccia" la Gelmini
«Graduatorie provinciali da rifare, oppure commissariamento». È scontro con il ministero
Roma. I precari della scuola vincono la battaglia contro il ministro della Pubblica istruzione Mariastella Gelmini. Le graduatorie provinciali in base alle quali sono state assegnate le cattedre l'estate scorsa, sono tutte da rifare. Lo stabilisce un'ordinanza del Tar del Lazio che accoglie il ricorso di quei professori che erano stati inseriti in coda senza il riconoscimento del punteggio acquisito in lunghi anni di supplenza.
Il ministro rischia il "commissariamento ad acta" se entro 30 giorni non provvederà a correggere le graduatorie riconoscendo i diritti dei docenti penalizzati. Una procedura che tuttavia getterebbe nel caos la scuola, dal momento che rientrerebbero in corsa per le cattedre circa 15 mila insegnanti. Allo stesso modo parte degli 8 mila docenti che hanno ottenuto l'immissione in ruolo ad agosto rischia la revoca a favore dei colleghi con più punteggio. E, a catena, tornerebbero in discussione anche le nomine di oltre 100 mila supplenti temporanei. Ciò significa che a dicembre decine di migliaia di studenti potrebbero cambiare docente con gravi conseguenze sull'attività didattica. Ma è ovvio che di fronte alla violazione di un diritto certe valutazioni debbano passare in secondo piano. Se pasticcio c'è stato, e il Tar lo pensa, il ministero deve rimediare. Quanto alla Gelmini, l'Idv ne chiede le dimissioni. «La sentenza del Tar del Lazio boccia, di fatto, l'arroganza del ministro e delle sue scelte e la politica autoritaria del governo» sostiene Pierfelice Zazzera, capogruppo in commissione Cultura alla Camera. Laconica Mariapia Garavaglia, senatrice del Pd: «Nonostante le rassicurazione del ministro Gelmini, purtroppo la confusione delle norme ha fatto si che l'anno scolastico iniziasse nel peggiore dei modi. Non era assolutamente possibile escludere i diritti di altri precari». Per la Lega, invece, si tratta di una clamorosa invasione di campo. «Ci mancava pure che i magistrati del Tar decidessero le graduatorie per l'insegnamento nelle nostre scuole - afferma il deputato del Carroccio, Paolo Grimoldi - Siamo di fronte ad una vera e propria dittatura delle toghe».
Polemiche che non scalfiscono la soddisfazione dei precari la cui vittoria è tanto più importante in quanto conseguita in splendida solitudine. Nessuna organizzazione sindacale, infatti, si era sentita di appoggiare il ricorso dell'Anief (associazione sindacale di docenti e precari), forse immaginando un flop. E ieri la Flc-Cgil, anziché rimarcare il successo dei precari ha preferito sottolineare che «l'obiettivo è la salvaguardia delle graduatorie, che secondo noi a questo punto dovrebbero rimanere così come sono». Linea che cercherà di far passare anche la Gelmini. Come? «Con un emendamento al decreto salva-precari» spiega il ministero, che «consentirà di rendere inefficace il pronunciamento del Tar e di evitare il commissariamento». L'emendamento, fanno sapere da viale Trastevere, «non consentirà il trasferimento di docenti da una graduatoria all'altra» ma garantirà«la possibilità di inserimento in altre tre province» sempre «in posizione subordinata rispetto a coloro» che sono già inseriti nelle stesse. Secondo il ministero in questo modo, da un lato vengono garantite «le legittime aspettative di coloro che hanno da tempo scelto una provincia e non devono essere scavalcati dai nuovi inseriti o dai trasferiti dell'ultima ora»; dall'altro «vengono ampliate le possibilità di ottenere assunzioni a tempo indeterminato o determinato». Ma per il momento resta in campo l'ultimatum del Tar. I giudici hanno già nominato un commissario, Luciano Cannerozzi de Grazia, dirigente generale della Funzione Pubblica, pronto a sostituirsi al ministro nella revisione delle graduatorie.
La questione si trascinava da tempo. Il ministero della Pubblica istruzione aveva sancito per decreto la collocazione in coda dei precari che avevano chiesto l'iscrizione nelle graduatorie di altre due province oltre a quella nella quale già figuravano. Ad alcune ordinanze di sospensiva, il ministero si era opposto rivolgendosi al Consiglio di Stato che tuttavia non aveva accolto l'appello. La Gelmini aveva allora disposto l'inserimento con riserva dei soli ricorrenti, senza modificare le nomine già effettuate, in attesa della decisione di merito. Decisione che è appunto arrivata ieri. Il Tar, oltre a imporre l'inserimento a "pettine" nelle graduatorie, ha ricordato al ministero che eludendo le ordinanze cautelari ha aggirato la Costituzione e lo ha condannato al pagamento delle spese a favore degli insegnanti danneggiati.
Bruno Lugaro