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Secolo XIX: Napolitano: nella scuola siamo indietro, è urgente recuperare

l'ammissione del presidente

25/09/2007
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Il Secolo XIX

roma. Giorgio Napolitano inaugura al Quirinale, presente il ministro dell'Istruzione Fioroni e una platea di studenti e insegnanti provenienti da tutta Italia, il nuovo anno scolastico. Fa tanti auguri, riconosce che gli insegnanti danno il meglio di sé pur con «scarsi compensi». Poi fa una diagnosi impietosa del nostro sistema scolastico: «L'Italia è rimasta indietro, per quantità e qualità dell'istruzione, rispetto ai paesi più avanzati in Europa e nel mondo». È urgente, aggiunge, ed è«essenziale» lavorare «intensamente» per elevare in tempi brevi i nostri standard. «Possiamo farcela», dice, ma il compito che assegna è veramente molto impegnativo. I dati vengono dal «Quaderno bianco» sulla scuola, presentato dai ministri dell'Economia e della Pubblica istruzione, che il presidente cita ampiamente e definisce «uno studio di grande ampiezza e completezza».
Lo studio, tiene a sottolineare il Capo dello Stato, in particolare spiega che la percentuale dei giovani che abbandonano gli studi senza concluderli, senza conseguire un diploma, è più alta. Ed è più alta anche la percentuale degli studenti italiani che non raggiungono il livello di conoscenza che è considerato necessario per svolgere i compiti «necessari per vivere nella società». I settori più carenti sono la matematica e la padronanza del linguaggio, ricorda Napolitano sfogliando il «Quaderno bianco».
Fin qui dei dati su scala nazionale. Se si va a vedere le differenze tra il Nord, «dove la macchina dell'istruzione è molto più efficiente», e il Centro-Sud, dice Napolitano, vengono fuori problemi ancor più gravi.
Bisogna trovare le risorse, e bisogna intervenire, ha detto Napolitano chiedendo una visione chiara del progetto di potenziamento dell'istruzione pubblica, che non può essere frutto di continue revisioni ad ogni cambiare di governo. «Deve essere il frutto di scelte di lungo periodo, tenacia e continuità», dice al ministro Fioroni, apprezzando la scelta di non disfare la tela tessuta dal governo Berlusconi.
Napolitano ha riproposto la scuola anche come strumento di integrazione, in particolare per gli studenti stranieri.


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