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Secolo XIX: «Molte cattedre resteranno scoperte per due settimane»

i sindacati liguri e genovesi invitano tutti i docenti e non docenti allo stato di agitazione a partire dal 15 settembre giorno ufficiale di inizio dell'anno scolastico. Che significa? «Non fare nulla fuori dall'ordinario e fuori da ciò che la legge prevede e richiede

09/09/2008
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Il Secolo XIX

scuola

«TEMIAMO un inizio di scuola molto travagliato. Molte cattedre, forse più del solito, rimarranno scoperte per almeno due settimane dopo l'inizio delle lezioni». Paola Repetto, segretario Regionale Flc-Cgil (Scuola e Università), è appena uscita da una riunione affollata dove è stato deciso il testo del volantino che il 15 settembre verrà distribuito davanti all'ingresso di ogni scuola. Nel pomeriggio i sindacati organizzeranno un presidio, probabilmente in piazza De Ferrari, dove verrà distribuito materiale informativo, a genitori studenti insegnanti, sui temi caldissimi: i tagli di oggi che già stanno fiaccando le scuole, i tagli dell'immediato futuro vale a dire l'istituzione del maestro unico che stanno squassando l'assetto intero della scuola. Il presidio vorrebbe essere confederale, spiega la Repetto, quindi coinvolgente non solo i sindacati della scuola ma tutte le categorie «perchè tutti chi più chi meno hanno figli in questa istituzione che vive una condizione davvero drammatica». Quindi i sindacati liguri e genovesi invitano tutti i docenti e non docenti allo stato di agitazione a partire dal 15 settembre giorno ufficiale di inizio dell'anno scolastico. Che significa? «Non fare nulla fuori dall'ordinario e fuori da ciò che la legge prevede e richiede. Perchè è chiaro che docenti e non docenti da tempo fanno del volontariato per permettere alla scuola di sopravvivere» argomenta la segretaria regionale Flc-Cgil. La quale ricorda che « molte scuole cittadine saranno in difficoltà anche e soprattutto per il dimezzamento del personale Ata ragion per cui un bidello che si occupa della sorveglianza di due piani, non si occuperà certo dell'igiene degli ambienti o dell'assistenza agli alunni più piccoli». Per non parlare del sostegno. Che fino allo scorso anno vedeva il provveditorato di Genova tra i più"corretti"d'Italia nella assegnazione del personale ragion per cui il rapporto tra docenti di sostegno e bambini diversamente abili era superiore alla media nazionale. Non è più così quest'anno «perchè - come conclude Paola Repetto- abbiamo già notizia di alunni gravemente disabili cui sono state dimezzate le ore di sostegno. Passando da 23 ore settimanali a 12».

Intanto i sindacati della scuola aspettano l'arrivo a Genova, il 12 settembre, di Enrico Panini segretario generale per addestrarsi ulteriormente nella mobilitazione.

Anche i Cobas-Scuola di Genova sono molto attivi e organizzano riunioni in rapida successione. E assemblee capillari in tutto il territorio. Ricordano che per il 17 è stato da loro proclamato uno sciopero generale. Oltre ai temi noti, sul tappeto anche «la massiccia espulsione dei precari, la cancellazione delle scuole con meno di 500 alunni, l'ulteriore aumento degli alunni per classse, la riduzione delle materie delle ore di lezione e del sostegno all'handicap e il prossimo attacco al tempo pieno e prolungato, nonostante le dichiarate intenzioni di non volerlo toccare». I Cobas genovesi sottolineano che «la scuola pubblica è martoriata pure dalla riduzione degli interventi degli enti locali causati dai minori trasferimenti statali. A tale proposito auspichiamo che il Comune di Genova non operi tagli nei settori sociale e scolastico e vigileremo con attenzione affinchè le scuole genovesi non siano penalizzate da una diminuzione dei servizi».

Donata Bonometti

bonometti@ilsecoloxix.it


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