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Secolo XIX: La riforma Moratti finisce in castigo

Scuola. Il nuovo ministro Fioroni sospende la sperimentazione nei licei, che doveva aprire la strada ai radicali cambiamenti previsti per il 2007-2008

01/06/2006
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Il Secolo XIX

Roma. Stop alla sperimentazione dei nuovi licei. Ieri il ministro dell'Istruzione Giuseppe Fioroni ha sospeso il decreto che autorizzava, a partire dal prossimo settembre, la sperimentazione dei nuovi istituiti superiori previsti dalla riforma Moratti. La legge voluta dall'ex ministro ridisegna tutto il secondo ciclo scolastico, prevedendo per ciascuno studente, «al termine della scuola secondaria di I° grado», la facoltà di scelta tra l'iscrizione a uno degli otto, nuovi licei o a un istituto professionale.

Gli anni di studio obbligatori sarebbero quattro, ripartiti in due bienni, più un quinto anno facoltativo. Infine, la gestione della scuole superiori passerebbe interamente alle Regioni. Ma proprio gli enti locali, con la loro ferma contrarietà ad un'anticipazione della riforma (che dovrebbe entrare in vigore dall'anno scolastico 2007/2008) hanno spinto l'ex ministro Moratti a diramare nello scorso gennaio un decreto, con cui ha reso possibile "solo" la sperimentazione della riforma nei licei a partire dal settembre di quest'anno.

Provvedimento che ieri Fioroni ha sospeso, spiegandone i motivi in una nota: «Non intendo iniziare il mio mandato all'insegna dell'instabilità e dell'incertezza per studenti, insegnanti e genitori, e con gravi contenziosi aperti con le Regioni e con l'autonomia scolastica». Nel comunicato il ministro spiega che «ad oggi al dicastero sono arrivati 54 progetti di sperimentazione su circa 1750 istituti superiori. Le caratteristiche dei progetti non presentano elementi di innovazione tali da prefigurare in termini sperimentali la riforma. Sono invece innovazioni pienamente realizzabili nell'autonomia scolastica (15% del monte ore) e quindi negli ordinamenti vigenti».

Tradotto, gli istituti che volessero provare la riforma lo potranno fare nelle ore residuali a loro disposizione. «Trovandoci ormai alla fine dell'anno scolastico - prosegue Fioroni - e non essendo stata rispettata la data di presentazione dei progetti (lo scorso marzo, ndr), non ci sono più i tempi utili per la formazione dei docenti e per un adeguato coinvolgimento delle famiglie. Inoltre questo è un provvedimento di doverosa autotutela del ministero in relazione ai ricorsi presentati al Tar del Lazio da 15 Regioni e alla Corte Costituzionale dalla Regione Toscana. Si sospende insomma un atto che non ha prodotto alcun effetto sulla scuola e sui ragazzi, che infatti si sono già iscritti non ai corsi sperimentali ma agli ordinamenti vigenti».

Cade così il primo tassello della riforma Moratti, tra il plauso dei sindacati e di gran parte delle associazioni di insegnanti, genitori e studenti, e le polemiche dell'opposizione. Per Enrico Panini, segretario della Cgil Scuola, «la decisione di Fioroni rappresenta una scelta saggia: avviando la sperimentazione, il ministro Moratti aveva fatto una forzatura tutta politica mettendo le scuole e le famiglie a rischio di caos. Questo deve essere il primo passo per superare la riforma Moratti, una legge sbagliata ed inaccettabile». Concorde Massimo Di Menna, segretario generale della Uil Scuola: «La decisione di Fioroni è un fatto positivo perché elimina gli elementi di incertezza e di confusione. La sperimentazione, che tra l'altro escludeva gli istituti professionali, il 22% delle scuole superiori, era stata una forzatura».

Carla Motta, presidente dell'associazione "Genitori e Scuola", osserva: «Dire che siamo contenti per il ritiro del decreto è poco, perché questo provvedimento non teneva conto delle opinioni delle famiglie».

Di tutt'altro tenore i commenti del centro destra. Per Azione Studentesca, associazione vicina ad An «con questa scelta è iniziata la retromarcia in un sistema che fa già fatica a partire: Fioroni dimostra una sudditanza politica nei confronti dell'ultra sinistra». L'ex sottosegretario all'Istruzione, Valentina Aprea, parla invece di «inizio dell'opera di restaurazione del centralismo dell'Istruzione. Forse Fioroni ha la coda di paglia, perché questo provvedimento potrebbe preludere a provvedimenti più gravi e conservatori».

Luca De Carolis


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