FLC CGIL
Contratto Istruzione e ricerca, filo diretto

https://www.flcgil.it/@3799639
Home » Rassegna stampa » Rassegna stampa nazionale » Secolo XIX-Insegnanti, un brutto decreto con il condizionale

Secolo XIX-Insegnanti, un brutto decreto con il condizionale

Insegnanti, un brutto decreto con il condizionale Per comprendere il decreto approvato venerdì sulla formazione e sul reclutamento degli insegnanti è utile un confronto con la realtà ...

16/10/2005
Decrease text size Increase text size
Il Secolo XIX

Insegnanti, un brutto decreto con il condizionale

Per comprendere il decreto approvato venerdì sulla formazione e sul reclutamento degli insegnanti è utile un confronto con la realtà attuale.
La formazione, abilitante, si svolge all'Università dal 1998-99: ciò non costituisce pertanto una novità, a differenza di quanto annunciano gli autoesaltanti comunicati ministeriali. Per gli insegnanti elementari si tratta di una laurea specifica, per i secondari di una Scuola di Specializzazione post-laurea (SSIS). In questa insegnano, oltre agli accademici, docenti secondari particolarmente qualificati; le competenze disciplinari acquisite durante il Corso di laurea vengono completate con quelle professionalizzanti.
Circa il reclutamento, regna invece il disordine. In teoria, tutti i posti devono essere coperti da docenti stabili, assunti per metà tramite concorsi da bandire ogni triennio e per metà da graduatorie di abilitati. In pratica, decine di migliaia di posti liberi non vengono coperti regolarmente, e il precariato di futuri aspiranti si moltiplica perciò all'infinito; quanto ai concorsi, di cui nessuno parla più ma che legalmente non sono stati soppressi, l'ultimo è del 1999 e il precedente del 1990.
Che cosa cambierebbe con il nuovo sistema?
Poco per la scuola elementare: la laurea quadriennale si trasformerebbe in un percorso "3+2", allineandosi con il complesso dei Corsi universitari.
Molto invece per la scuola secondaria.
Le SSIS verrebbero sostituite da "lauree magistrali": dopo i tre anni della laurea disciplinare il successivo biennio di studio sarebbe ancora concentrato sulla materia, a livelli più sofisticati, e non sulla didattica. Ciò avverrebbe nelle sole strutture accademiche, e si concluderebbe con l'abilitazione; la pratica professionale si svolgerebbe invece, l'anno seguente, attraverso contratti di formazione-lavoro nelle scuole.
Tutti gli esperti del settore giudicano negativamente questa soluzione. A livello internazionale si centra infatti l'attenzione sulla "partnership" tra Atenei e scuole: separare una lunga fase universitaria (5 anni) esclusivamente contenutistica da un breve periodo tutto pratico è l'opposto, e fa mancare l'approfondimento metodologico della didattica, che differisce sia dai meri contenuti sia dal mero praticantato, rappresentando invece la cerniera tra i due. Anche in Italia, per nessuna altra professione si fornisce una abilitazione prima del tirocinio e senza un organico coinvolgimento del relativo ambiente professionale.
Vi erano stati invece giudizi favorevoli circa il legame che nelle bozze del decreto era stato stabilito tra formazione e reclutamento. Si prevedeva una forma di corso-concorso: il numero di posti per l'accesso alle lauree magistrali per l'insegnamento corrispondeva ai posti da coprire nelle scuole, sicché chi conseguiva il titolo e dopo l'anno di praticantato era giudicato positivamente veniva assunto. Nella fase transitoria restava la metà dei posti per il progressivo riassorbimento dell'attuale precariato, ma a regime vi sarebbe stato finalmente un sistema coerente.
All'ultimo momento, il buono è saltato. L'accesso verrebbe dato a un 30% di persone in più rispetto ai posti da coprire, e si formerebbero albi regionali nei quali ogni scuola pescherebbe i docenti da assumere: la cosiddetta "chiamata diretta". I non chiamati darebbero così vita a un nuovo precariato, che anno dopo anno si moltiplicherebbe prima ancora dell'esaurimento di quello "storico".
Ho usato, dappertutto, il condizionale. Il decreto delegato richiede infatti 14 (quattordici) ulteriori decreti attuativi; può darsi perciò che non divenga mai operante.
Giunio Luzzatto è professore ordinario di Analisi matematica all'Università di Genova.


La nostra rivista online

Servizi e comunicazioni

Seguici su facebook
Rivista mensile Edizioni Conoscenza
Rivista Articolo 33

I più letti

Filo diretto sul contratto
Filo diretto rinnovo contratto di lavoro
Ora e sempre esperienza!
Servizi assicurativi per iscritti e RSU
Servizi assicurativi iscritti FLC CGIL