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Secolo XIX-Insegnanti, fuga dalle cattedre

Insegnanti, fuga dalle cattedre SCUOLA Con l'ingresso a regime della riforma Moratti, per il 2007 si profila un maxi-esodo di docenti I "vecchi prof" della Piaget preparano un libro-memoria ...

11/02/2005
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Il Secolo XIX

Insegnanti, fuga dalle cattedre
SCUOLA Con l'ingresso a regime della riforma Moratti, per il 2007 si profila un maxi-esodo di docenti
I "vecchi prof" della Piaget preparano un libro-memoria
Tre insegnanti spezzini su dieci hanno più di cinquant'anni. La media sale a sette su dieci tra i dirigenti scolastici. "A partire dal 2007 con la riforma Moratti a regìme si profila un massiccio esodo dalla cattedra con una raffica di prepensionamenti", avverte Rosanna Cucurnia, dirigente scolastica della scuola media Piaget della Chiappa. E i docenti spezzini, avvicinandosi l'ora di chiudere per l'ultima volta il registro di classe, preparano le loro "memorie", raccogliendo su carta e supporti elettronici le principali esperienze didattiche degli ultimi vent'anni. A disporre l'operazione-memoria sono stati proprio gli insegnanti della Piaget. "Si chiude un'epoca - spiega Cucurnia - che con la scuola dell'obbligo italiana ha segnato anche il senso comune, il costume della società nazionale e locale. Rischiamo che un patrimonio di esperienze, un bagaglio di successi e, perché no, anche di errori poi corretti in corso d'opera sia disperso. Non interessa oggi speculare se la scuola sarà peggiore o migliore. Sarà diversa. Tutta la nostra esperienza di anni nell'integrazione, nell'handicap, nel tempo pieno, nei laboratori, merita ad ogni modo di essere salvata, almeno come documentazione. E' materiale prezioso, che comunque testimonierà come abbiamo lavorato, cosa è stato fatto, chi eravamo noi".
Una recente indagine della Uil resoconta che i docenti di ruolo in Italia sono calati dal 2000 di 22.707 unità, da 722.381 a 699.674. Gli insegnanti under 35 sono una minoranza. I giovani assunti sono il 2%.
"La scuola invecchia, l'eta media è sui 50 anni - sottolinea Gabriella Tartarini, dirigente alla media "Fontana" -. Perfino nel sostegno all'handicap, dove la continuitàè fondamentale, i tagli si sentono. Io avevo vinto il concorso per dirigente a 38 anni. Ora, da anni, non si fanno più concorsi. Però sono passati a ruolo con decreto i docenti di religione...".
Stefania Capitani, dirigente al V circolo, ricorda quando entrò a vent'anni nella scuola: "Nel '77 eravamo in tanti ad entrare giovanissimi - ricorda - ora no. Non c'è ricambio. Lo stesso precariato ha un'età matura. La fascia prevalente è sui 50 anni, poi c'è quella fra 30 e 40. Questo premia l'esperienza, ma va a discapito dell'energia dei ragazzi. Anche se, devo dirlo, a volte si fatica a trovare una supplente. I nuovi giovani sembrano meno entusiasti, meno disposti a fare gavetta, e non è positivo".
Giovani, aggiunge al IV circolo la dirigente Paola Maggiordomo, che spesso mancano di umiltà nel contatto con i bambini: "Questi ragazzi entrano in classe preparatissimi, ma sono sono trasparenti e a volte reagiscono con un rigore che può sembrare arrogante. Pensano che ciò che hanno appreso sia già sufficiente per sapere insegnare". Il problema del ricambio generazionale dei docenti si sente in città ma anche nei Comuni dell'hinterland. Luciana Malatesta, dirigente ad Arcola, conferma: "Io sono entrata giovane, ora non è più così - spiega -. Ormai una trentacinquenne appare giovanissima, rispetto ai colleghi. Questo crea anche difficoltà nel rapporto complesso con i bambini: ci separano diverse generazioni. L'esperienza è preziosa, ma un buon apporto di giovani sarebbe molto positivo, anche per i ragazzi".

Sondra Coggio


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