Secolo XIX: Il Tar: «Fuori dagli scrutini gli insegnanti di religione» . Annullate le ordinanze dell'ex ministro dell'istruzione, Fioroni
Per i giudici, lo studio della dottrina non può valere crediti scolastici
ROMA. Ha messo i professori di religione fuori della porta, in nome della laicità dello Stato e della libertà religiosa. Principi in base ai quali il Tar del Lazio ha stabilito che i docenti di religione cattolica non possono partecipare «a pieno titolo» agli scrutini, e che la loro materia, facoltativa, non può dare crediti scolastici aggiuntivi. Il tribunale amministrativo ha così accolto due ricorsi presentati da studenti, associazioni e confessioni religiose non cattoliche, annullando le ordinanze dell'ex ministro dell'Istruzione, Giuseppe Fioroni, applicate negli esami di Stato del 2007 e 2008. Provvedimenti illegittimi, secondo il Tar, perché prevedevano punti ai fini del credito scolastico per gli studenti che seguivano le lezioni di religione. Di conseguenza, le ordinanze autorizzavano anche la partecipazione degli insegnanti di religione agli scrutini. Ma il tribunale amministrativo ha posto il veto, con una sentenza emessa lo scorso 18 luglio ma resa nota solo ieri. Per i giudici, «l'attribuzione di un credito formativo a chi si avvale dell'insegnamento della religione cattolica nelle scuole pubbliche, dà luogo ad una precisa forma di discriminazione, dato che lo Stato italiano non assicura nello stesso modo la possibilità per tutti i cittadini di conseguire un credito formativo nelle proprie confessioni ovvero, per chi dichiara di non professare alcuna religione, in etica morale pubblica».
Le ordinanze, quindi, penalizzano gli atei e i non cattolici, violando la Costituzione, che tutela la libertà di pensiero e la libertà religiosa. Principi connessi a quello della laicità dello Stato, di cui il Tar ricorda l'importanza citando una sentenza della Corte Costituzionale: «La laicitàè la garanzia dello Stato per la salvaguardia della libertà religiosa, in regime di pluralismo confessionale e culturale». Parole fondamentali, per il tribunale del Lazio, che conclude: «Lo Stato, dopo aver sancito l'assoluta, inviolabile libertà di coscienza nelle questioni religiose, di professione e di pratica di qualsiasi culto, non può conferire a una determinata confessione una posizione "dominante" - e quindi un'evidentissima superiorità - violando il pluralismo ideologico e religioso che caratterizza ogni ordinamento democratico moderno».
La Consulta romana per la laicità e l'Associazione per la scuola della Repubblica, che hanno coordinato i ricorsi, esultano: «La sentenza del Tar applica concretamente il principio della laicità dello Stato, e d è illuminante su quali siano oggi i confini posti dalla legge all'insegnamento della religione cattolica nelle scuole pubbliche. Auspichiamo che il ministero dell'Istruzione prenda atto dell'illegittimità delle ordinanze». A viale Trastevere si rivolge anche Mimmo Pantaleo, segretario della Flc Cgil: «Ora il ministero dovrà garantire piena libertà di scelta, è una questione di democrazia. La libertà in teoria è già prevista, ma di fatto non è attuabile per tutti i problemi che riguardano le ore alternative. Alla luce della decisione del Tar, questo dovrebbe essere effettivamente garantito, così pure nuovi criteri di valutazione dell'ora di religione per gli esami»
Di tenore opposto il commento della senatrice del Pd Paola Binetti, leader dei teodem: «Non ammettere agli scrutini i docenti di religione è un criterio discriminatorio e assolutamente scorretto, che crea insegnanti di serie A e di serie B. Inoltre, tutto ciò si ripercuote sullo studente che ha scelto l'insegnamento della religione». Persino più duro Maurizio Gasparri, capogruppo del Pdl in Senato: «La sentenza è bizzarra e assolutamente discriminatoria: ora la giustizia amministrativa dovrà chiamarsi "teste avulse dalla realta" (dalla sigla Tar, ndr)». Ma la reazione più significativa arriva dall'ex ministro "bocciato" dai giudici, Giuseppe Fioroni, che spiega: «Rispetto la sentenza, ma ho attuato un quadro legislativo e una normativa precedente e vigente. Ricordo che, sulle ordinanze, il Consiglio di Stato ha dato ragione al ministero. Osservo poi che al conseguimento dei crediti formativi concorrono molte discipline, come i corsi di danza caraibica. Ritengo quindi che possa contribuirvi anche l'ora di religione o della materia sostitutiva».
LUCA DE CAROLIS