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Secolo XIX-Il ministero dà i voti ai professori

Il ministero dà i voti ai professori LA RIVOLUZIONE Per la prima volta dopo la riforma gli ispettori della Moratti esamineranno l'efficienza dei diversi istituti Scuole valutate sulla base di...

01/04/2005
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Il Secolo XIX

Il ministero dà i voti ai professori
LA RIVOLUZIONE Per la prima volta dopo la riforma gli ispettori della Moratti esamineranno l'efficienza dei diversi istituti
Scuole valutate sulla base di una serie di test a 18.000 studenti
La "prima volta" degli insegnanti avverrà il 13-14-15 aprile, giorni in cui circa diciottomila studenti genovesi saranno sottoposti a test per misurare la loro preparazione. In materie quali l'italiano, la matematica, le scienze. Indirettamente si soppesa la capacità dei maestri, dei prof. "anche se la valutazione di una buona scuola non dipende solo da un buon insegnante, che è una delle condizioni, una variabile insieme ad altre variabili". Così spiega l'ispettore Raffaele Pentimalli della Direzione Regionale dell'Istruzione che sta organizzando, contestualmente ai colleghi di tutta Italia, questa operazione complessa. La pagella dei bambini che diventa la pagella dei maestri. Riguarderà obbligatoriamente ("perchè lo prevede il decreto ministeriale numero 56 del 12 luglio 2004" così l'ispettore taglia la testa ad ogni dubbio) i bambini delle seconde e quarte elementari e della prima media (circa 15 mila alunni), classi dove la legge Moratti è già applicata, mentre per le superiori, dove la riforma non è ancora normata, c'è adesione volontaria. E a quanto sembra molto alta, circa tremila studenti.
Nelle scuole è stato nominato un responsabile che ha avuto il compito di preparare gli insegnanti ("e se alcuni non hanno partecipato è un problema loro, mica possiamo andarli a prendere con i carabinieri") quindi sono stati individuati dei "somministratori dei test" possibilmente non della stessa classe, non delle materie oggetto di test. Le prove, ovviamente anonime, dureranno dai 40 ai 60 minuti e sono state strutturate in modo tale che possano essere corrette da lettori ottici, una specie di penna rossa e blu assolutamente automatica. Sistemi molto sofisticati preparati da aziende (tra cui Elsag) selezionate da un bando europeo. Poi tutte le schede di tutta Italia verranno restituite all'Invalsi l'Istituto nazionale di valutazione del sistema di istruzione e formazione, che è il propugnatore dell'iniziativa. Verso giugno i risultati. "Ciascuna scuola - spiega l'ispettore - avrà modo di vedere i propri risultati, quelli regionali e nazionali in rete". E riflettere su se stessa e sui propri limiti, sulle proprie eccellenze. "Ogni scuola potrà a quel punto interrogarsi, analizzando il perché degli errori, studenti poco motivati, scarsa collaborazione degli insegnanti fra loro, pochi sussidi didattici e via dicendo cercando di indirizzare le proprie risorse al miglioramento" conclude il portavoce della Direzione Regionale. Il quale ricorda che se questa prova è clamorosa novità, tuttavia la Liguria sta da qualche tempo lavorando a un cosiddetto "Progetto Qualità" (finanziato dalla Fondazione della Compagnia di San Paolo oltre che dalla Direzione regionale dell'istruzione). "Si tratta di un questionario di sistema che verrà compilato da un gruppo misto, insegnanti, dirigenti, genitori, dove si cercherà di capire come la scuola organizza le sue attività. Nessun intento vessatorio né persecutorio. E' un modello di autovalutazione delle scuole con lo scopo di aiutarle a capire cosa funziona e cosa no e intervenire conseguentemente. Due iniziative, la nostra e quella dell'Invalsi, ben collegate".
Dubbio finale: e se gli insegnanti orientassero un po' troppo le risposte degli alunni? Sorriso dell'ispettore. "C'è chi lo farà, ma poi si nota, se qualcuno bara. Difficile se in una classe sono tutti geni. C'è un trend nazionale che serve da comparazione. Chi ha barato, durante la passata sperimentazione, è stato segnalato al Ministero dall'Invalsi perchè si prendessero provvedimenti. E poi noi ispettori gireremo. Noi sappiamo già quali scuole visiteremo, le scuole no".


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