Secolo XIX: «I veri bulli sono i docenti questo è ammutinamento»
il direttore ligure Accuse dopo le defezioni degli insegnanti dalle commissioni di Maturità
Genova. «I veri bulli sono loro. Gli insegnanti che rinunciano». Altro che studenti all'indice, ragazzini la cui esuberanza, in questi mesi, ha sfiorato spesso il reato. La vera questione morale sono i docenti «convocati per formare le commissioni che devono esaminare i maturandi e che danno forfait: spediscono certificati a raffica. E dov'è la loro maturità? La maturità di chi deve esaminare quella altrui?».
Va giù durissimo il direttore regionale dell'Istruzione per la Liguria, Attilio Massara. Persino più tosto del ministro dell'Istruzione, Giuseppe Fioroni, che spedirà visite fiscali ai docenti di mezza Italia assenti oggi dalle sedi d'esame alle quali erano stati assegnati.
Manca all'appello il 30 per cento dei duemila prof convocati in Liguria, di cui 912 a Genova, per comporre le commissioni.
Siamo in linea con la media nazionale di questa massiccia defezione registrata nel primo anno in cui, dopo sei anni, le commissioni sono ritornate a essere composte per metà da commissari esterni e non più soltanto da interni.
Giornata molto affannosa ieri per il direttore regionale Massara, alto funzionario che non eccede mai nei toni. Ieri, però, proprio non ce l'ha fatta ed è sbottato davanti a una valanga di certificati medici che sottraeva al loro compito istituzionale il 30 per cento degli insegnanti, lasciando le commissioni scompaginate - addirittura all'Istituto d'Arte di Chiavari ben oltre la metà sguarnite di docenti - in una situazione-fotocopia delle altre regioni.
Alle 21 di ieri sera, il ministero dava le seguenti indicazioni: ha rinunciato il sette per cento dei presidenti, il 22 per cento dei commissari.
Nelle frenetiche ore di ieri pomeriggio, si è ricorsi a spron battuto alle riserve, alla convocazione - laddove necessario - di tutti coloro che avevano dato la disponibilità.
Disponibilità, che peraltro è un dovere istituzionale, la cui retribuzione è prevista nella busta paga.
Ma il direttore regionale della Liguria ieri è stata la voce tuonante del malumore generale e dell'ansia di tutti gli altri direttori regionali, ingarbugliati in una giornata tesissima.
Altro che notte prima degli esami, degli studenti cantata da Venditti e girata - in ben due film - da Fausto Brizzi.
L'incubo stavolta è stato vissuto dall'altra parte della cattedra, nella frenetica ricerca di esaminatori e con l'assalto alla ricerca dei sostituti.
Alla fine ce l'hanno fatta. E stamane le commissioni, almeno quelle liguri, saranno regolarmente al loro posto. Al completo. Ma non basta a far sbollire l'amarezza del direttore regionale neppure a tarda sera.
«E' solo apparentemente un problema burocratico, in realtàè un problema etico - considera Attilio Massara - In questo frangente scade l'immagine del docente, ma anche della società intera: perché per ogni insegnante che non fa il suo dovere e ricorre al mezzuccio del certificato medico, c'è un medico compiacente che verga un documento falso consentendo che qualcuno si sottragga ad un compito che gli spetta».
Ovviamente scatteranno le verifiche dei certificati e le visite fiscali. «Partiranno eccome - garantisce deciso - Come del resto è prassi che succeda e come è sempre successo: ma sono soldi, della collettività, buttati via. Perché tre giorni di malessere sono difficilmente contestabili?».
E conclude ribadendo seccamente: «Di un vero atto di bullismo si tratta! Ecco che cos'è. Una faccenda di questo genere per me è"roba" da procura della Repubblica e non da direzioni regionali».
E alla domanda se per caso il disagio dei prof nel dover far parte delle commissioni d'esame non sia legato invece a quanto sia poi scarsamente riconosciuto da un punto di vista economico - tanto da provocare questa assenza in massa - Massara non transige.
Il direttore generale per l'Istruzione della Liguria ripete che la presenza nelle commissioni d'esame è uno dei compiti degli insegnanti, già inclusi pure nella busta paga. Alla cifra, si aggiunge poi una diaria. Che varia dal percorso chilometrico, dal numero dei candidati e via dicendo.
Ma di brevi viaggi si tratta, che non prevedono pernottamenti, insiste Attilio Massara. Si tratta al massimo di spostamenti da un Comune all'altro della stessa regione.
Concluse insomma - lascia intendere - le stagioni delle grandi migrazioni in massa durante le quali i prof del Nord inserivano fra le sedi di preferenza - da spedire al ministero - quelle del Sud. Il motivo? Approfittarne per andarci con relativa famiglia al seguito per una bella vacanza. Migrazione che funzionava, ovviamente, anche alla rovescia: dal mare della Sicilia alle montagne del Trentino. Il dirigente ha anche un ultimo rimbrotto per la categoria: «Gli insegnanti da anni sono maltrattati, lo so. Ma non era questo il momento e il modo di far valere i proprio diritti. Ci sono tutti gli strumenti legittimi e condivisibili, scioperi compresi». Come dire: tutto tranne questa specie di ammutinamento. Che peraltro era una quasi prassi quando le commissioni erano esterne, così come altrettaneto rituale era la spedizione di eserciti di medici fiscali. Il direttore Massara, però, era convinto che il tempo non fosse passato invano e che anche i docenti fossero diventati maturi.
Donata Bonometti