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Secolo XIX/Genova: Il tempo pieno si svuota

SCUOLA: esplode la protesta La Finanziaria taglia 50 maestri: le domande di 900 famiglie resteranno inevase

01/04/2008
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Il Secolo XIX

TEMPO PIENO nelle scuole: questa volta è davvero un addio. Il taglio di oltre cinquanta maestri nelle elementari genovesi per opera della Finanziaria e l'imposizione del ministro Fioroni che ha ripristinato sì il tempo pieno ma volendolo doc, cioè con la compresenza degli insegnanti e bocciando gli aggiustamenti degli ultimi anni, sta creando non pochi problemi ai dirigenti scolastici. All'atto delle iscrizioni erano state garantite nel volantino di presentazione alle famiglie le ore di tempo pieno: è una promessa che non si può mantenere.
LE PROTESTE delle famiglie non si fanno attendere. Parte per prima la Daneo, elementare che, allorquando la ministra Moratti aveva cancellato il tempo pieno, si era asserragliata (famiglie e insegnanti) in una protesta durata giorni e imitata da molti. La Daneo è sempre stata una scuola esclusivamente a tempo pieno, rispondendo ad una domanda sociale molto urgente soprattutto negli anni in cui il centro storico era il collettore delle famiglie straniere. Non è più così, i bambini stranieri sono concentrati nelle scuole delle delegazioni, tuttavia la penuria di insegnanti ha indotto la dirigente della Daneo a creare una sezione "a tempo parziale". Ecco che il comitato dei genitori sale sulle barricate «perché di cambiamento del modello didattico si tratta. E perché questo avvenga, e a maggior ragione nelle classi prime, occorre il consenso degli insegnanti e il gradimento dei genitori». I portavoce del Comitato aggiungono: «Un' idea di riduzione e di flessibilità del tempo scuola cela sicuramente una ruvida riduzione di risorse - organici,finanziamenti - per la scuola stessa». E appellandosi al ruolo di «tenuta sociale, di convivenza civile, di confronto fra diverse culture e condivisione delle regole» che il tempo pieno (anche in altre elementari della città e non solo alla Daneo) ha assicurato in questi decenni, il comitato ribadisce «il diritto indiscutibile dei bambini del centro storico di poter frequentare la propria scuola a tempo pieno, nessuno escluso».
Ma in Valbisagno, e in altre parti della città ,a quel diritto si è dolorosamente rinunciato da tempo e questo prossimo anno scolastico sarà peggio che mai. Clemino Casalgrande, dirigente dell'Istituto San Gottardo (750 alunni di cui oltre trecento alle elementari) ne sa qualcosa delle acrobazie sostenute in questi anni per far sì che le famiglie potessero lasciare a scuola i bambini almeno quattro pomeriggi la settimana.
«Abbiamo preso in prestito le ore di numerosi insegnanti, grazie alla loro flessibilità. Ma i bambini del cosidetto tempo pieno ibrido non si sono trovati più i due insegnanti della compresenza, ma quattro, cinque facce al giorno che turnano...».
Clemino Casalgrande sostiene che il tempo pieno è un problema quasi squisitamente genovese. «Non lo ha per niente a quel che so la provincia di Imperia, non lo hanno in modo così urgente le altre province...perché comunque la ripartizione delle insegnanti su base regionale ci ha penalizzato. Inoltre in alcuni paesi hanno mantenuto piccole classi ma a tempo pieno, che a quel punto è diventato un patrimonio consolidato». Bene il presidio - fa capire il dirigente - ma anche e soprattutto in città la domanda sociale è in aumento.
iL PROVVEDITORe Sara Pagano, che in questi giorni affronta un certo numero di proteste provenienti anche da Arenzano, dice che il tempo pieno è stato mantenuto tal quale lo scorso anno e come lo scorso anno molte classi sono state respinte al mittente: così anche quest'anno restano inevase le domande di tempo pieno da parte di quasi novecento famiglie genovesi.
Colpa della Finanziaria che ha tagliato 95 maestri in tutta la regione, oltre 50 a Genova. Colpa in un certo qual modo delle contraddizioni del sistema. Spiega la Pagano: «Quando il ministro Moratti ha soppresso il tempo pieno ha comunque concesso una gradualità, accettando accorgimenti e aggiustamenti da parte delle scuole. E cosìè avvenuto. Ma quando il ministro Fioroni ha reintrodotto il tempo pieno ha ingiunto che fosse tale non rinunciando alla compresenza di due insegnanti per classe. E questo, abbinato al taglio degli insegnanti da parte della Finanziaria, ci ha dato il colpo di grazia».
Donata Bonometti
bonometti@ilsecoloxix.it


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