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Secolo XIX: Fioroni e la scuola: «Ripristinare le regole»

LA VISITA DEl ministro dell'istruzione a Genova

18/05/2007
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Il Secolo XIX

Sui tagli l'esponente di governo ha parlato di 300 milioni l'anno di spesa sottostimata, un debito «oltre ogni aspettativa»

18/05/2007
Il MINISTRO della Pubblica Istruzione Giuseppe Fioroni arriva in piazza Piccapietra - dove lo attende il fior fiore della Margherita (Alessandro Repetto, Massimiliano Costa, Gianfranco Tiezzi) sul palco e Rosario Monteleone distanziato - dopo un breve tour elettorale pomeridiano in due istituti religiosi, la Maria Ausilitarice e i Salesiani di Quarto. Faccenda che ha colpito gli insegnanti genovesi delle scuole pubbliche e glielo si fa osservare: «Gli insegnanti genovesi come tutti gli insegnanti italiani avranno ben altre preoccupazioni... da Rignano allo Steiner questo anno è stato un calvario» risponde, quasi evasivo, il ministro.
La risposta pronta (e pertinente) ce l'ha per lui il vicepresidente della Regione Massimiliano Costa che precisa: «se un preside ci avesse messo a disposizione la sua scuola, in periodo elettorale, il ministro avrebbe dovuto sospenderlo il giorno dopo. In campagna elettorale non possono essere utilizzate le scuole, meno che mai come sedi di comizi, e i politici non devono neppure esibire sui manifesti elettorali le proprie qualifiche ministeriali». Dunque interpretata quel che sembrava una gaffe, il ministro Fioroni, venuto a Genova per sostenere la candidatura in Comune di Gianfranco Tiezzi assessore uscente nella lista della Vincenzi, non può non parlare di scuola. Tira fuori un biglietto dalla tasca e legge una sua riflessione che ha appuntato in macchina:«Oggi è la giornata mondiale contro l'omofobia, contro tutte le discriminazioni per il rispetto della dignità umana. E la scuola deve diventare esempio concreto di tolleranza e rispetto della diversità che è sempre ricchezza e mai colpa...Per questo nelle scuole avvieremo forme di riflessione, partendo dalla Costituzione, per il rispetto di tutti i diversi».
Ripiegato il biglietto e il pensiero cui Fioroni teneva molto, è di nuovo il tempo delle lamentazioni.
Gli insegnanti e i presidi nella piazza sono pochi nonostante in città serpeggiasse da giorni una contestazione diventata lettera aperta al ministro e firmata da numerose scuole. Per i tagli soprattutto che rendono quasi impossibile alzare il tono della qualità nella didattica. Fioroni ne è consapevole: parla di una spesa sottostimata riguardo la scuola di 300 milioni l'anno, assicura che sta spingendo perché questo debito si risolva, ricorda che l'84 per cento del corpo insegnante è donna e ha diritto oltre che alla malattia anche alla maternità. Ma come è noto mancano i soldi per pagare anche le supplenti. «Una situazione debitoria nelle scuole italiane che va oltre ogni aspettativa, un debito accumulato che non risulta nei nostri bilanci...». E a chi gli chiede un commento sulla vicenda del ragazzo milanese morto a scuola, sembrerebbe, dopo aver fumato uno spinello, premettendo che gli accertamenti sono ancora in corso, Fioroni esorta comunque «al ripristino delle regole, all'esercizio della cultura della legalità...delle legge che va rispettata senza scappatoie. Ragion per cui a scuola nessuno deve fumare, non i ragazzi, non gli insegnanti» E annuncia per l'autunno una campagna nelle scuole, orchestrata insieme al minsitro Ferrero, contro il fumo e contro ogni tipo di dipendenza.
Donata Bonometti


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