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Secolo XIX-Elementari, rientri a pagamento

Elementari, rientri a pagamento SCUOLA Circoli didattici sotto pressione ricercano "precettori" privati per garantire il tempo prolungato Il conto mensile per le famiglie varia da 12 a 20 euro ...

28/09/2004
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Il Secolo XIX

Elementari, rientri a pagamento
SCUOLA Circoli didattici sotto pressione ricercano "precettori" privati per garantire il tempo prolungato
Il conto mensile per le famiglie varia da 12 a 20 euro
Dai 12 ai 20 euro al mese, iscrizione a parte, per lasciare il bambino a scuola nei pomeriggi "tagliati" dalla riforma: ed il conto, per le famiglie che lavorano, è servito. E' più basso, se i genitori riescono a mettere insieme un buon gruppo di ragazzi, ma sale di brutto se il numero degli iscritti cala: a meno che non si accetti di far numero mettendo in classi uniche i bambini dalla I alla V elementare.
E' il colpo di scure sul tempo prolungato. Alle elementari l'orario è di 27 ore più 3 facoltative. Le scuole spezzine a tempo pieno sono a tappo non possono più accogliere iscrizioni. I circoli didattici, incalzati dai genitori, si sono dovuti arrangiare: chi vuol lasciare il pargolo in classe il pomeriggio, deve pagare gli operatori privati.
Qualche scuola arranca, altre sono pronte ad aprire anche al pomeriggio. Al V circolo, la direttrice Stefania Capitani - che già forniva in passato attività facoltative pomeridiane - sta raccogliendo le richieste: "Rispetto al 2003, la riforma ci ha tagliato i rientri gratuiti da tre a due - spiega -. Con i nostri fondi, non possiamo pagare il tempo prolungato: le famiglie devono contribuire. L'anno scorso l'iscrizione era 16 euro, più 12 al mese per ogni materia. Quest'anno salirà".
L'amministrazione comunale è stata sollecitata a cooperare: "Non chiediamo risorse - sottolinea Capitani - ma almeno che ci fornisca nomi di operatori di fiducia. Non è facile trovarne. Un esperto di sport non necessariamente sa trattare con i bambini". La scuola attende molte richieste da parte dei genitori da qui l'urgenza di reperire personale qualificato e affidabile.
Anche Marola sta promuovendo assemblee fra i genitori per promuivere la proposta del tempo prolungato a pagamento. La scuola sta facendo i conti puntando a coprire un terzo delle spese: "La quota mensile a carico delle famiglie sarà sui 12 euro ma a condizione che ci siano almeno 15 iscritti. Altrimenti, o si fa un mega-classe raggruppando bambini di età diverse o per garantire un'offerta pedagogica più qualificata sarà necessario alzare il costo", riassume il dirigente Giancarlo Berretta.
Insomma, paese che vai scuola che trovi. Una volta c'era lo Stato oggi ci si arrangia: "I Comuni di Riomaggiore Vernazza sovvenzionano le loro elementari. L'amministrazione comunale di Portovenere ci aiuta per Le Grazie. Ma a Marola, il Comune della Spezia non interviene. Un tempo c'era la gratuità assoluta. Ora, qualcosa ai genitori si può anche chiedere. Ma se il costo viene interamente scaricato sulle famiglie dovremo porci il problema di quelle meno abbienti: chi e come risolverà?", sottolinea Berretta.
E' il timore che ha frenato il dirigente del VI circolo spezzino, Guglielmo De Mattei: costretto a tagliare due rientri pomeridiani su cinque garantiti nel 2003: "Ho mille iscritti. Centinaia vogliono il tempo prolungato: come posso chiedere 200 o 300 euro in anticipo ad un genitore? Lo Stato si ritira, ma il Comune deve subentrare. Qualcuno deve pur aiutare la scuola". De Mattei è chiaro, e ricalca Berretta: "O il tempo prolungato è un servizio valido, o non lo è. Se diciamo che vale, allora anche il Comune, per quanto in crisi, deve aiutare le scuole a garantirlo".
L'assessore spezzino alla Formazione Elda Belsito, però, alza bandiera bianca: "Vorrei poter intervenire su tanti fronti ma stiamo raschiando il fondo del barile per garantire i servizi minimi - spiega -. Stiamo megttendo insieme un pacchetto di proposte che a giorni presenterò ai dirigenti scolastici, ma è illusaorio ritenere che l'ente locale possa rimpiazzare lo Stato. Non battiamo moneta. Se da un lato la riforma taglia servizi alla scuola, dall'altro il Tesoro non aumenta i le risorse a disposizione degli enti locali. La realtàè che il governo punta a far pagare le famiglie".


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