Scuole superiori, funziona il «modello toscano»
Dopo dieci giorni dalla riapertura dei 465 istituti della regione, sia pure con un'affluenza scolastica al 50%, i nuovi casi di contagio restano al minimo con uno screening di 18mila tamponi settimanali. In Veneto il Tar conferma la chiusura voluta da Zaia
Ricccardo Chiari
«Il sistema sta funzionando». A dirlo i dirigenti scolastici, gli studenti, e in generale tutti coloro che hanno lavorato per permettere il ritorno in classe degli studenti delle 465 scuole superiori toscane, sia pure al 50%. A dirlo anche i numeri: a dieci giorni dalla riapertura, i casi positivi sono pochissimi. In qualche caso, come nelle scuole di Bagno a Ripoli alle porte di Firenze, dopo oltre 1.500 test non c’è stato alcun positivo. E questo con controlli che sono aumentati: dall’indagine epidemiologica a campione si è passati ad un allargamento dello screening, con 18mila tamponi settimanali fra studenti, docenti, custodi e personale amministrativo. Mentre andava avanti lo scaglionamento di ingressi e uscite, la divisione delle fermate dei mezzi pubblici, aumentati con il ricorso ai bus privati, e il lavoro dei tutor della Protezione civile e degli steward delle aziende di trasporto pubblico.
«Sembrava che l’istruzione fosse quasi un peso – tira le somme un soddisfatto Eugenio Giani – e questo non era accettabile. Con un grande lavoro di squadra tra istituzioni, dirigenti scolastici e volontariato siamo ripartiti. E se andiamo a vedere le curve dei contagi, l’altra settimana abbiamo avuto 2.901 casi in tutta la regione. Per ritrovare un dato così basso bisogna tornare all’11 ottobre, prima della seconda ondata».
Per certo la Toscana, che resterà in zona gialla, è stata aiutata dal basso numero di nuovi casi, e da un Rt che resta seppur di poco sotto l’1%. A riprova, nel più problematico Veneto, il Tar ha respinto l’istanza di sospensiva presentata da 17 genitori contro l’ordinanza del presidente Luca Zaia, che aveva rinviato la ripresa delle lezioni in presenza fino al 31 gennaio. In ogni caso, a salutare la riuscita del «modello toscano» c’era ieri a Firenze la ministra dell’istruzione Lucia Azzolina: «La scuola ha una governance complessa – ha osservato Azzolina ringraziando Giani – ma se tutti insieme si lavora per un obiettivo unico, che è quello dell’istruzione e della formazione di studentesse e studenti, il risultato si ottiene».