Scuole aperte anche in zona rossa dopo Pasqua con il nuovo Dpcm: l’ipotesi della ministra Bonetti
Alla scadenza del Dpcm possibile una modifica delle norme. La spinta dei partiti della maggioranza e dei vescovi. Cosa succede nelle regioni che lunedì tornano arancioni
Dopo le manifestazioni di domenica a Milano e Roma dal governo arrivano i primi segnali di disponibilità a riaprire le scuole, almeno materne, elementari e prima media. È la ministra Elena Bonetti (Pari opportunità) a fissare un primo calendario della possibile ripresa dell’attività in presenza: «Già dopo Pasqua ritengo che in zona rossa, complice l’aumento delle vaccinazioni, dobbiamo rivalutare la possibilità di riaprire la scuola dell’infanzia e almeno la primaria», ha spiegato a Sky TG24.
«La dad non basta»
Si tratta di una posizione largamente condivisa da Forza Italia al movimento Cinquestelle al Pd. « Sono d’accordo con il ministro Bonetti sulla necessità di far ripartire, già immediatamente dopo le festività pasquali, la scuola dell’infanzia e quella primaria — spiega Licia Ronzulli (Forza Italia), presidente della commissione parlamentare per l’Infanzia e l’adolescenza —. Si tratta di scuole che per l’età dei bambini e il tipo di offerta formativa non consentono in alcun modo di sostituire le lezioni in presenza con la didattica a distanza».
La spinta dei partiti e dei vescovi
Più cauta la reazione del Pd: «Crediamo sia importante diversificare le prossime e necessarie aperture non solo per zone e colori ma anche per fasce d’età, valutando con attenzione se anche nelle zone rosse sia possibile procedere con l’attività almeno di asili nido, scuole d’infanzia e primarie. Sugli altri ordini è importante continuare a monitorare le ricerche tenendo presente che alcuni dei dati che emergono adesso sono riferiti a periodi pre-varianti», aggiungono Paolo Lattanzio e Flavia Piccoli Nardelli, componenti Pd della Commissione Cultura della Camera. «Più teniamo i nostri bambini casa, più miniamo il loro futuro. Aspettare ancora per riaprire le scuole avrà solo conseguenze negative, per questo torniamo a chiedere al Governo che almeno gli alunni di asili nido, scuole dell’infanzia ed elementari tornino subito in classe, e che si lavori per riportare tra i banchi anche tutti gli altri il prima possibile: i danni educativi e psicologici su di loro stanno aumentando spaventosamente», dichiara Gianluca Vacca, capogruppo del MoVimento 5 Stelle in commissione Cultura a Montecitorio. Una spinta a riaprire arriva anche dai vescovi. «Il Paese necessita di segnali incoraggianti verso il mondo della scuola: la didattica a distanza si è certo rivelata una risposta alternativa alla chiusura degli Istituti, ma non sostituisce il bisogno di relazione umana ed educativa che la scuola stessa può assicurare ai nostri ragazzi», ha detto ieri il cardinale Gualtiero Bassetti, presidente della Cei.
Chi può riaprire prima di Pasqua
Se l’orizzonte resta il prossimo decreto — dopo quello che ha disposto la chiusura delle scuole in zona rossa e in zona arancione automaticamente quando il rapporto tra contagi e popolazione è di 250 su 100000 abitanti alla settimana — la ministra Bonetti è speranzosa che qualcosa si possa muovere addirittura da lunedì prossimo: «Mi auguro che in questa settimana ci siano regioni che possano passare in zona arancione e quindi possano riaprire le scuole dell’infanzia, i nidi, la primaria e la secondaria di primo grado e 50 e 50 le scuole secondarie di secondo grado».
Per questa ipotesi bisognerà capire se i governatori riterranno invece di prolungare la chiusura delle scuole, visto che da giovedì prossimo cominciano le vacanze di Pasqua e si tratterebbe di riaprire per tre giorni.